TERAMO – “No alla criminalizzazione della categoria come causa delle criticità delle liste di attesa. I medici ospedalieri spesso hanno centinaia di giorni di ferie arretrate e regalano alle aziende ogni anno tante ore di lavoro in più”. Guevar Maselli, segretario aziendale dell’Annao Assomed per il territorio teramano e Filippo Gianfelice, responsabile dell’Osservatorio nazionale dell’Anaao per la libera professione, intervengono sul tema dell’allungamento esasperato delle liste d’attesa dopo il caso limite di un esame “urgente” rinviato dalla Asl di Teramo al 2027 e rimbalzato sulle cronache nazionali.

“Il nostro sindacato – dichiarano Maselli e Gianfelice – è vicino ai cittadini che incontrano difficoltà nella prenotazione delle prestazioni sanitarie a Teramo come nel resto d’Italia. Questo problema è tipico dei sistemi sanitari pubblici e universalistici dove le liste d’attesa nascono da una discrepanza tra eccesso di domanda e ridotta possibilità di presa in carico del sistema pubblico. L’eccesso di domanda trova origine in varie componenti, alcune fisiologiche come l’incremento di richieste legato all’invecchiamento della popolazione, altre patologiche tra cui l’assenza di stabiliti criteri per la prescrizione e l’assenza di concordanza su classi di priorità. La ridotta possibilità di presa in carico è legata alla riduzione del finanziamento del sistema sanitario che è ormai annosa, risalente ai tempi della spending review, e ha comportato la riduzione dei tetti di spesa per il personale sanitario e la contrazione del numero di posti letto per il ricovero. Inoltre, la cattiva programmazione della formazione medica, con una grave discrepanza tra numero di personale sanitario andato in quiescenza e numero di personale sanitario formato da assumere, ha sguarnito oggi ospedali e ambulatori di personale medico”.

“Da alcuni anni il sistema sta cercando di compensare l’eccesso di richieste filtrandole attraverso i CUP di secondo livello e attraverso una prescrizione appropriata secondo quanto stabilito dai ben noti PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) per patologie specifiche. Tuttavia, rileviamo come anche in tale caso ci sia un ritardo di programmazione nell’inserire in tali contesti figure amministrative che svolgano puri compiti burocratici lasciando spesso il medico ospedaliero in balia di compensare le necessità cliniche con quelle gestionali di programmazione e di prenotazione. In ogni caso – sottolineano Maselli e Gianfelice – la libera professione non è la causa delle liste di attesa. Essa viene esercitata al di fuori dell’orario di lavoro, oltre le prestazioni già programmate e concordate con la Direzione in base al numero di personale a disposizione, non condizionando in negativo le liste d’attesa. Ad oggi risulta che nella ASL di Teramo il numero di prestazioni erogate in regime di libera professione è pari al 5 % del totale delle prestazioni erogate”.