ALBA ADRIATICA – “È di soli tre mesi fa la notizia della bocciatura da parte della Regione Abruzzo, la quale ha respinto il proposito del Comune di Alba Adriatica di abbattere ‘212 esemplari arborei d’alto fusto appartenenti alle specie Pino d’Aleppo e Pino domestico’ facenti parte della pineta marittima che impreziosisce il litorale albense da molti decenni, allo scopo ingiustificabile di farvi passare il tracciato di allargamento dell’attuale e adiacente pista ciclabile. All’esito sia della raccolta firme dei cittadini e sia di tale stop regionale ai piani concepiti dall’Amministrazione comunale in carica, ne è risultato menomato il complessivo progetto di riqualificazione del lungomare Marconi.
A seguire è emerso pubblicamente un contenzioso con alcuni balneatori, i quali hanno ritenuto di dover tutelare i propri interessi proponendo apposito ricorso al TAR avverso l’obbligo imposto dal Comune della rimozione dei sottoservizi e di altri elementi. Anche in questo caso vi è stata un’ulteriore mutilazione dell’impianto complessivo dell’opera, dal quale è stato espunto anche l’ampliamento ad est, per il quale si è deciso giocoforza di rinviare la progettazione che riguarda la fascia di area demaniale interessata dal ricorso amministrativo. Dopo questo secondo stralcio, non può sottacersi come anche la riqualificazione residua sia opinabile, e come in ogni caso sia stata disattesa l’esigenza primaria di condivisione con i cittadini e con gli enti ed associazioni che insistono ed operano nel territorio. L’assenza di condivisione ha creato un malcontento diffuso ed ha privato il Comune della ricchezza delle proposte che avrebbero potuto confluire nello studio di fattibilità dell’opera, migliorando le criticità ed evitando ulteriori inconvenienti o ricorsi.
In particolare, la prevista cancellazione della storica ‘Rotonda Nilo’ incontra una diffusa contrarietà popolare, così come dubbi e perplessità suscitano le ipotesi di inserimento di taluni totem, obelischi e piramidi che avrebbero necessitato di ampi confronti e dibattiti con i progettisti chiamati a motivare
determinate scelte estetiche ed architettoniche.
Tutto ciò non è avvenuto, ed oggi siamo arrivati a cinque mesi dalle imminenti elezioni con il Comune che è riuscito nello scontentare tutti, pur di mostrare i muscoli e palesare un decisionismo non supportato dal buon senso né dalla capacità di mediazione con tutti gli attori locali. Una frittata che rischia di far spendere 6 milioni ai residenti, senza che si giunga ad un esito favorevole per lo sviluppo della città. Anzi all’orizzonte sembrerebbe palesarsi il peggior rischio di sempre ovvero quello di investire una montagna di soldi di un’area chiaramente dissestata e martoriata dal degrado ambientale.
Nessuna riflessione è stata aperta sulla stabilità di un’opera pubblica che dovrebbe nascere su aree urbane soggette a profonda erosione progressiva. Un controsenso che costringerà presto o tardi a riconsiderare l’opportunità dell’investimento.
L’avanzamento dell’erosione ormai espone l’opera alla furia del mare che giunge a ridosso del lungomare mettendo lo stesso a rischio di essere inondato in più punti. Pertanto, per usare le parole già utilizzate da un tecnico attento ai destini di opere pubbliche mal progettate, ‘tale circostanza vizia la procedura autorizzativa, dal momento che chi ha espresso i pareri di natura idraulica ed idrogeologica ha visonato sulle carte una situazione che non corrisponde al reale’ divenuto oggetto negli ultimi mesi di drammatici mutamenti tendenti ad ulteriore peggioramento. Un caso davvero non eludibile e molto preoccupante.
Per tali motivi chiediamo l’apertura di un dibattito pubblico a 360 gradi che contemperi tutti gli interessi in gioco, senza fughe in avanti che hanno già mostrato il fiato corto della maggioranza comunale, la quale si appresta ad avviare un cantiere meramente a scopi elettorali, largamente stralciato nella visione generale che avrebbe dovuto avere sin dall’inizio” – Comitato Civico “Siamo Alba” –