ROMA, 17 DIC – “Io non mi sfilo da un bel niente. E nessuno mi ha chiesto un passo indietro. Di Maio nell’ultima assemblea, a mia precisa domanda, ha risposto: vai avanti“. Il senatore M5s Elio Lannutti, intervistato dalla Stampa, ribadisce di essere il candidato del Movimento alla presidenza della commissione d’inchiesta sulle banche. “Sono la memoria storica di tutti i crac bancari: dal 2001 al 2018 ce ne sono stati per 98 miliardi di euro e 1,6 milioni di risparmiatori“, dice Lannutti. In merito al sostegno di Matteo Salvini, “lo ringrazio perché credo che la nomina debba avvenire con il più ampio consenso possibile. Se Pd e Renzi non mi voteranno saranno loro a spaccare la maggioranza. Se ne assumeranno le responsabilità“. Su Bankitalia, Lannutti auspica il controllo da parte del Parlamento. “In altri Paesi, azionista della banca centrale è il pubblico, non le banche private. Saniamo l’anomalia”, esorta. Quanto al governatore Ignazio Visco, “voglio tranquillizzarlo. Non deve avere paura, se non ha nulla da nascondere“, dichiara Lannutti. “Se ci sono stati tutti questi fallimenti, qualche responsabilità ci sarà o no? Guardo all’attualità: la nomina di Antonio Blandini a commissario della Popolare di Bari. È lo stesso commissario della Banca Tercas il cui salvataggio fu imposto alla Pop.Bari. C’è un approccio un po’ troppo fideistisco su Bankitalia” – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Gli ultimi dati confermano quello che da tempo vediamo ogni giorno: siamo la provincia che è cresciuta di più in Italia negli ultimi anni. Non è un caso: abbiamo lavorato tanto con le nostre imprese, i nostri ragazzi. Non consentirò alcun gioco elettorale sulle nostre spalle“. Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, in un’intervista a Repubblica in cui rassicura i correntisti della Popolare di Bari: “Ho un conto alla Popolare come decine di migliaia di miei concittadini, e mi sento di dire a tutti che i nostri risparmi, sui conti correnti, sono quasi al sicuro. Il decreto deve ancora trovare attuazione, ma mi sembra che il peggio sia passato“. “Le colpe le stabilirà la magistratura, e siamo in ottime mani. A intervenire economicamente ci penserà, invece, il Fondo Interbancario, che è un fondo privato che nel passato magari non si poteva utilizzare, ma abbiamo dimostrato all’Ue che è un fondo privato, quindi non è un vero e proprio aiuto di Stato“, rileva Decaro. “Certo, poi si dovrà aprire anche un dibattito politico che sarà necessario affrontare con franchezza. E’ necessario mettere mano alle norme. Il Parlamento dovrà decidere una volta per tutte chi e come controlla le banche” – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Se è giusto salvare la popolare di Bari? Non è giusto: è doveroso. Cosa si vuole fare, lasciarla andare? Il sistema bancario va protetto, e la storia è sempre stata questa. Dobbiamo fare politiche preventive perché questi fatti non avvengano e punire severamente chi ha barato“. Lo afferma l’ex premier Romano Prodi in un’intervista a Circo Massimo su radio Capital – ANSA –

ROMA, 17 DIC – Sulla Banca Popolare di Bari “stiamo cercando di risolvere un’emergenza che non nasce oggi ma è del passato, ereditiamo quest’ulteriore emergenza e cercheremo di trarre il massimo vantaggio per i cittadini“. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, ha risposto a una domanda sul piano del governo per la Banca Popolare di Bari arrivando all’assemblea generale di Utilitalia. Sui tempi dell’operazione Turco ha poi aggiunto “penso siano imminenti perché c’è già il Mediocredito centrale, penso prima di Natale”.  Nel caso della Popolare di Bari,ha aggiunto, “abbiamo
l’opportunità di risolvere un’emergenza e nello stesso tempo di raggiungere un obiettivo del nostro programma che era quello della banca pubblica degli investimenti, soprattutto per il Sud dove sono fermi”, ha aggiunto Turco che rispondendo a un’altra domanda sul possibile ingresso del fondo interbancario nell’operazione ha aggiunto “stiamo valutando anche questo” – ANSA –

BERLINO, 17 DIC – Gli aiuti di Stato concessi al Banco popolare di Bari non aiutano l’Italia a recuperare “la
necessaria credibilità“. Lo scrive l’Handelsblatt di oggi, in un commento dal titolo “non ha imparato nulla in proposito“, riferito ovviamente al Paese. “Le notizie dei fallimenti bancari in Italia arrivano con la regolarità delle previsioni del tempo – si legge -. Almeno una volta all’anno la sorveglianza bancaria
accerta che un istituto è finito in una cattiva situazione. Il personale dirigenziale viene spodestato, commissari vengono nominati dallo Stato a assumono il management della crisi, e la politica si sforza di rassicurare risparmiatori ed elettori“. Le ragioni dei fallimenti, procede l’analisi, si assomigliano: “cattiva economia, clientelismo, e autoritari signorotti della finanza locale. A questo si aggiungono problemi strutturali, come la soppressione dei crediti deteriorati. Inoltre si trascina il consolidamento: ci sono troppe filiali, troppi dipendenti, e troppa poca digitalizzazione. L’Italia arranca“. Questa volta si tratta di una piccola banca del Sud, viene sottolineato e non certo di un istituto del calibro di Monte Paschi di Siena, vicenda che “fu ben più drammatica“. “I casi sono tutti però collegati dalla permissiva conferma degli aiuti di Stato“, il commento. “Naturalmente Roma sa che la commissione europea vigila sugli aiuti di Stato e che da tre anni vale il principio del partecipazione dei creditori nel fallimento delle banche. Ma finora l’Italia ha sempre negoziato un accordo speciale“, la conclusione – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Quando sono arrivato la prima volta c’era un signore coi capelli bianchi a capo della pianificazione e controllo, a cui chiesi di vedere i dati delle filiali. Tutti truccati. Truccavate persino i conti economici delle filiali. Taroccati“. Così l’ad di Popolare di Bari, Vincenzo De Bustis, parlava ai manager della banca in una riunione del 10 dicembre scorso, in un file audio pubblicato da Fanpage.it. “È stato
veramente irresponsabile quello che è successo negli ultimi tre, quattro anni. Questa banca è un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato“. Per la Banca Popolare di Bari il credito “è stato la palla di piombo che ha distrutto il patrimonio di quest’azienda. Alla fine sarà la distruzione, 800-900 milioni, è stato distrutto un patrimonio di questa entità“. E’ quanto ha detto l’ad di Popolare di Bari, Vincenzo De Bustis, parlando ai manager della banca in una riunione del 10 dicembre scorso, in un file audio pubblicato da Fanpage.it. “Purtroppo i risultati al primo di tutto l’anno sono molto insoddisfacenti – affermava De Bustis – a questo si aggiunge una storia degli ultimi anni molto negativa sul credito. La banca il credito lo faceva a livello centrale e lo fa in filiale“. Secondo Ll’ad, inoltre, “il cost/income che ha la banca, cioè il rapporto costo/ricavo, è indecente. Non è possibile che una banca possa viaggiare al 100% quando alcune banche stanno al 50%. Quindi ci sono troppi costi e pochi ricavi“. Per la Banca Popolare di Bari “un
piano di ristrutturazione è imprescindibile” e si tratta di un piano “non semplice che prevede un taglio degli organici molto importante” proseguiva De Bustis sottolineando l’importanza del piano anche di fronte all’Europa – ANSA –

BARI, 17 DIC – “Comprendiamo benissimo le ragioni dei risparmiatori, che vanno tutelati, ma ci sono anche i lavoratori della Banca Popolare di Bari che non sanno cosa li attende, circa 3mila su 13 regioni“. A dirlo è Gaetano Errico, segretario generale Fisac Cgil Bari, che con le rappresentanze sindacali dell’azienda e i colleghi delle altre sigle, First Cisl, Uilca, Fabi e Unifin, partecipa ad un sit in davanti alla sede centrale della BpB. “Il sit in – spiega – è organizzato in maniera preventiva per dire ai commissari che ci sono anche i lavoratori, Si parla di azionisti e correntisti ma non dei lavoratori. Vogliamo sapere se in base al modello di banca che i commissari metteranno in piedi con il nuovo piano industriale ci sono rischi per i dipendenti“. “Clienti e dipendenti vittime innocenti” c’è scritto su uno degli striscioni esposti. “Non si tratta di salvare la banca, ma l’economia di un intero territorio” aggiunge Errico che, nel chiedere un incontro con i commissari, auspica che “al Governo questa vicenda non diventi un osso elettorale da spolpare” – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Non c’è rischio di commissariamento. C’è un piano industriale serio che prevede gli interventi di investitori istituzionali, una parte pubblica e una parte privata, cioè il Fondo interbancario, con un percorso light, non stiamo parlando di Genova, passata per il commissariamento, e meno che mai delle banche venete“. Così il 10 dicembre scorso, a tre giorni dal commissariamento deciso da Bankitalia, il presidente della Popolare di Bari, Gianvito Giannelli, parlava ai manager della banca in una riunione i cui file audio sono pubblicati da Fanpage.it. “Abbiamo iniziato un percorso di messa in sicurezza della banca, un percorso ufficiale che è assistito dalla vigilanza in tutti i suoi passaggi. Sarà un percorso molto breve per i primi passaggi che si chiuderà prima di Natale“, assicurava Giannelli – ANSA –

BARI, 17 DIC – Il Codacons ha presentato oggi l’annunciato esposto contro Banca d’Italia sul caso della
Popolare di Bari alle Procure di Bari e di Roma (nonché alle Procure di Teramo e Reggio Calabria) in cui si chiede di “accertare il ruolo avuto dall’ente di controllo nella grave situazione di crisi della banca, alla luce delle varie operazioni autorizzate e che hanno incrementato le difficoltà dell’istituto di credito“. Si chiede anche di “disporre il sequestro dell’elenco dei debitori della Popolare di Bari, allo scopo di verificare a chi siano stati concessi prestiti, a quali condizioni e sulla base di quali requisiti“. Lo annuncia la stessa associazione dei consumatori. Il Codacons ha dunque chiesto alle Procure di “verificare se la Banca d’Italia abbia omesso di vigilanza ed anzi, concorso, nel crack della Popolare di Bari. Appare inaccettabile, infatti, che la Banca d’Italia non abbia svolto la propria opera di controllo e, anzi, abbia consentito di acquisire ulteriori istituti con criticità abnormi che, sommati alle criticità accertate della banca pugliese, oggi, finiscono per ripercuotersi sui risparmi di oltre 70mila soci“. Secondo il Codacons, inoltre, “il mancato controllo esercitato da Banca d’Italia potrebbe configurare un concorso in tutti i reati posti in essere, eventualmente, dagli amministratori della Popolare di Bari. L’associazione chiede anche di disporre il “sequestro della documentazione bancaria capace di far emergere i nomi dei debitori insolventi che in concreto hanno depredato le casse della Banca Popolare di Bari, ricevendo somme senza adeguate
garanzie e poi non restituendole” – ANSA –

BARI, 17 DIC – “Il governo nazionale è intervenuto con un finanziamento importante di un miliardo, che è più che sufficiente a mettere in sicurezza la banca. Naturalmente bisognerà adesso cambiare il modello di gestione, probabilmente diminuire i costi, per recuperare quelle difficoltà generali che si sono verificate. È una crisi aziendale, come tante altre che non finirà certo col fallimento della banca“. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine del convegno organizzato al Politecnico di Bari, ‘Puglia in treno. Infrastrutture, mobilità e lavoro’.  “Banca Popolare di Bari – ha aggiunto – sta continuando la sua attività regolarmente, non è una banca che sta fallendo come è capitato alle Popolari venete“. “Noi – ha concluso – stiamo intervenendo con la task force della Regione assieme al governo” – ANSA –

MILANO, 17 DIC – “Noi siamo una banca commerciale. Lasciamo che le autorità competenti gestiscano” la situazione della Popolare di Bari. “Va al di là delle mie responsabilità, sono sicuro che le autorità competenti faranno i passi giusti“. Così l’a.d di Unicredit, Jean Pierre Mustier a margine dell’inaugurazione della ‘Corte di Quarto’ di Fondazione Arche’, una casa dove abiteranno bambini e nuclei in difficoltà e
cittadini solidali sostenuta dal gruppo bancario – ANSA –

BARI, 17 DIC – I rappresentanti sindacali di Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Fabi e Unisin, referenti per la vicenda
Banca Popolare di Bari, hanno incontrato i commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini all’interno della sede centrale dell’istituto di credito, in Corso Cavour a Bari. All’esito dell’incontro, durato pochi minuti, i sindacalisti, che erano in presidio all’esterno della filiale, hanno riferito che i commissari hanno chiesto loro di “essere insieme artefici del risanamento e della ripartenza della banca“. Si dicono “fiduciosi” e parlano di “clima positivo” i sindacalisti che oggi hanno incontrato i commissari della Banca Popolare di Bari, anche se, dicono, aspettare “di vedere il piano industriale ed entrare nel merito per capire se ci saranno posti di lavoro a rischio“. “Il clima di oggi non poteva che essere colloquiale visto che è il primo incontro e ci si è conosciuti. Ovviamente – ha detto Gaetano Errico, Fisac Cgilquando si entrerà nel merito capiremo quale sarà l’atteggiamento vero loro e anche nostro di conseguenza. Il punto è capire, nel più breve tempo possibile, quale modello di banca verrà fuori da questo intervento dei commissari” – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Tutti i conti economici truccati, pure i conti delle filiali, taroccati. L’audio rubato del
Presidente e dell’ad della Popolare di Bari rivela i conti truccati che hanno causato il crack della Banca e che ha mandato in fumo 1,5 miliardi di risparmi! Una cosa gravissima!“. Lo scrive in un post su FB il viceministro al Mise Stefano Buffagni. “La priorità assoluta è salvare i risparmi degli italiani, ma poi dobbiamo andare come carri armati contro i manager corrotti  e la malapolitica che li protegge“, conclude – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Oggi cominciamo a leggere la prima pagina di un ennesimo ‘romanzo criminale’ che abbiamo tante volte raccontato. Sulla Banca Popolare di Bari ci sono sette inchieste della magistratura, la Banca d’Italia si muove nel 2010, quindi fa molto sorridere che solo oggi ci si accorga di questa questione“. Lo ha detto Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, intervenendo a L’Aria che tira, su La7. “Quale è però – ha aggiunto – la soluzione che la politica in
questo caso doveva dare e anzi avrebbe dovuto dare già? Quella commissione parlamentare di inchiesta del 2018, definita inutile da molti, l’aveva data, consigliando di costituire all’interno delle procure delle sezioni specializzate in reati finanziari. Il sistema criminale che gira intorno ai risparmiatori, oramai pretende che ci siano queste specializzazioni. Non è però stato fatto nulla! Sulle ispezioni della Banca d’Italia ci sono state una marea di segnalazioni e questa è la cosa più grave e frustante, lo sapevano tutti, compreso il governo. Ricordate quali sono le prime persone che incontra Conte quando si insedia con il suo primo governo? Sotto Palazzo Chigi trova i risparmiatori truffati, ai quali dice ‘non vi preoccupate, ci penso io’. Poi cosa ha fatto?” – ANSA –

BARI, 17 DIC – La Procura di Bari ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire l’audio della registrazione di un incontro avvenuto il 10 dicembre scorso, pochi giorni prima del commissariamento della Banca Popolare di Bari, tra l’allora amministratore delegato dell’istituto di credito barese, Vincenzo De Bustis, il presidente Gianvito Giannelli, dirigenti e direttori di filiale. La magistratura barese ha da tempo in corso indagini, tutte coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, sulla gestione della Popolare di Bari nelle quali risulta indagato tra gli altri anche lo stesso De Bustis – ANSA –

L’AQUILA, 17 DIC – “Sulle banche non parlo, in genere, mi espongo su cose che conosco e che riguardano il mio portafoglio. Posso dire solo che la crisi economica e finanziaria continua ad esistere nel nostro Paese e nel mondo, si parla anche a livello globale di una nuova crisi finanziaria, abbiamo bisogno di un sistema economico migliore e più rafforzato“. Così il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Lorenzo Fioramonti, parlando all’Aquila della situazione della Banca popolare di Bari. “Abbiamo bisogno di banche che si comportino in maniera diversa rispetto al passato, abbiamo bisogno di sistemi di vigilanza e di monitoraggio perché non è possibile che queste notizie arrivino in un consiglio dei ministri di venerdì e alle otto di sera” – ha concluso il ministro – ANSA –

ROMA, 17 DEC – “Io non ho mai voluto denunciare nessun collega, ma ora ho affidato la tutela del mio onore ad Antonio Di Pietro e ad Antonio Tanza, presidente dell’Adusbef“. Così Elio Lannutti rispondendo alle critiche di conflitto di interesse per il fatto che il figlio lavora per la Popolare di Bari. “Cosa significa che mio figlio lavora in banca? Dov’è il conflitto di interesse? Andate a vedere il conflitto di interesse di coloro che hanno fatto i crack e non di uno che lavora onestamente. Vi dovete vergognare! Di Pietro mi difenda anche da questo!“. “Non mi ritiro dalla corsa alla presidenza della commissione banche. Fin quando non mi chiederanno di lasciare io sono il candidato”. Lo ribadisce a Radio Capital Elio Lannutti, in corsa per la presidenza della commissione banche, dopo la notizia che suo figlio Alessio lavora alla Banca Popolare di Bari.  “Questa si chiama macchina del fango, Alessio è il più giovane giornalista professionista, è stato giornalista parlamentare, si è laureato con 110 e lode, è stato licenziato, gli ho sconsigliato di continuare a fare il giornalista e ha trovato lavoro come impiegato“.  Lei si deve occupare di banche quando suo figlio lavora alla Popolare di Bari: non c’è conflitto di interessi? “Ma lui lavora come impiegato“. Lei potrebbe avere un occhio di favore nei confronti della popolare di Bari anche per il fatto che suo figlio lavora come impiegato. “E dov’è il conflitto di interessi? Non esiste, è l’ennesima macchina del fango. Con grande rammarico ma ora ci saranno denunce penali e civili nei confronti di colleghi per questa campagna diffamatoria“, conclude – ANSA –

PESCARA, 17 DIC – “L’istituto di credito, che conta diversi sportelli a Pescara e circa 800 dipendenti nella nostra regione negli ultimi anni ha svolto un ruolo essenziale per operatori economici e privati cittadini alle prese con la crescente difficoltà di accesso al credito determinata dalla congiuntura economica“. Così il sindaco di Pescara, Carlo Masci, sulla vicenda che in questi giorni ha coinvolto la Banca Popolare di Bari, finita al centro della più grave crisi della sua storia. “Sappiamo come la Popolare di Bari – ha aggiunto – abbia negli anni acquisito il controllo delle più importanti realtà locali, Caripe e Tercas in particolare. Questo assegna alla Banca Popolare di Bari un ruolo strategico significativo per lo sviluppo del nostro territorio. Auspico quindi che l’importante intervento finanziario deciso dal Governo non trovi resistenze
immotivate presso l’Unione Europea e che anzi diventi la base per un piano industriale che accenda una prospettiva di stabilità di lungo periodo. Confido nel fatto che l’intervento dell’agenzia Invitalia e del Mediocredito Centrale, che è soggetto pubblico e che rileverà la Popolare di Bari assieme al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), rappresenti una effettiva garanzia di sostenibilità di tutta l’operazione. Lo si deve a tutto il personale, agli azionisti, ma ancor più ai risparmiatori” – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Dagli audio diffusi da Fanpage.it emerge su Popolare di Bari un quadro a tinte fosche: parole irresponsabili di manager truffaldini che mai, nel corso della riunione, tengono in conto le conseguenze tragiche sui correntisti delle loro scelte aziendali“. Lo afferma Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno e deputato M5S. “Inquietante che si parlasse di dati economici taroccati, proprio mentre il Governo si industriava per far fronte all’eventualità che un uragano si abbattesse sulla più grande banca del Sud, sui suoi tremila dipendenti, sui settantamila azionisti e soprattutto su un numero imprecisato di correntisti, gente comune che a loro aveva affidato i propri risparmi – prosegue Sibilia -. Il decreto che farà sì che tanta gente comune non perda un centesimo è sacrosanto – spiega il sottosegretario -, anche perché ne sarebbe diversamente rimasta coinvolta l’intera economia della regione Puglia e non solo di
quella. Ora, però, questi manager pirati devono pagare il conto delle loro scorrerie: è l’ora delle pene esemplari affinché a nessuno venga più in mente di truffare risparmiatori inermi e farla franca. Le procure, che sono già sulle loro tracce da tempo, decideranno il loro destino. Certo, viene da domandarsi
quanta politica sia coinvolta in quei bilanci truccati, e per questo occorre istituire una commissione che agisca col piglio giusto sin da subito, senza indulgenze: Monte dei Paschi di Siena chiede ancora giustizia” – ANSA –

BARI, 17 DIC – Sta protestando da questo pomeriggio davanti alla Procura di Bari una risparmiatrice della Banca Popolare di Bari, la 60enne Giovanna Scialdone, insegnante della provincia di Caserta. Ha investito dieci anni fa, “a mia insaputa” dice, quasi 500 mila euro, l’intera liquidazione del marito deceduto, ex dirigente Asl. Chiede di incontrare il procuratore aggiunto Roberto Rossi, che coordina le indagini della Procura di Bari sull’istituto di credito commissariato dallo scorso 13 dicembre. E chiede di incontrare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per sollecitarlo ad impegnarsi a tutela dei 70mila soci “truffati” della banca. “Sono una risparmiatrice, mi sono ritrovata azionista a mia insaputa” spiega la donna, iscritta all’associazione ‘Risparmiatori traditi’. È venuta in macchina da sola dalla Campania e ha portato con sé diversi cartelloni con i quali chiede “una commissione d’inchiesta” e di “sapere i miei soldi e quelli dei miei figli a chi sono stati regalati“. Annuncia che intende restare in presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Bari per tutta la notte e domani parteciperà alla manifestazione di protesta organizzata dall’associazione ‘Vittime del Salva-Banche’, in programma a partire dalle 10.30 davanti alla sede centrale della banca, in Corso Cavour – ANSA –

STRASBURGO, 17 DIC – “Io penso innanzitutto che il governo italiano abbiamo preso una decisione saggia che è quella di venire incontro alle esigenze dei cittadini della Puglia, delle imprese di quella zona, perché salvare quella banca è stata una decisione importante“. Così il commissario Paolo Gentiloni sulla vicenda Banca Popolare di Bari. “Credo che lo abbia fatto puntando ad una piena compatibilità con le regole europee e penso che su questo il governo sia in contatto con gli uffici della Commissione, in particolare della dg competition” – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Non so chi, fra la politica e i vertici della Popolare di Bari, faccia la figura più barbina in
questa prima fase dell’ennesimo scandalo bancario. L’unico soggetto titolato ad accertare le eventuali responsabilità, civili e penali, è la magistratura. Il governo aveva il dovere di evitare un crack bancario non so quanto preoccupante per la sua entità ma sicuramente di più per i danni di immagine al sistema Italia. Il resto è storia tristemente nota, almeno dal 2015. Monte dei Paschi, Popolare dell’Etruria, Popolare di Vicenza, Antonveneta, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cento, ora Popolare di Bari: una sequela di fallimenti evitati ma costati finora circa 9 miliardi ai contribuenti“. Lo scrive in una nota Daniela Ruffino di Forza Italia. “Il sistema bancario italiano – prosegue – è solido, sentiamo ripetere ogni giorno. Chi doveva vigilare, Bankitalia, tira fuori le carte dal cassetto e dimostra di aver esercitato la vigilanza. I governi, che avrebbero dovuto dar seguito agli allarmi di Bankitalia, che cosa hanno fatto? Oggi si invoca l’ennesima commissione di inchiesta, come se quella precedente avesse fatto qualche luce sui crack bancari. La politica, a cominciare dal governo, ha un solo dovere: evitare polveroni e polemiche e lasciare che sia la magistratura a fare chiarezza, accertare le responsabilità. Chi solleva polveroni lo fa per occultare sue o responsabilità di altri. E la Commissione di inchiesta è già un polverone prima ancora di partire. A chi giova?” – ANSA –

BARI, 17 DIC – “Banca Popolare di Bari è in sicurezza, ora chiediamo garanzie per tutti i lavoratori e per i risparmiatori“. Così i Segretari generali della Cisl Puglia, Daniela Fumarola, e della First Cisl (federazione dei lavoratori bancari e assicurativi), Pasquale Berloco, a margine del sit-in tenuto stamani a Bari. “Riguardo gli esuberi ipotizzati nei giorni scorsi – aggiungono – saremo inflessibili perché nell’istituto di credito non sono tanti i dipendenti che hanno i requisiti per il prepensionamento o per essere coinvolti in operazioni di alleggerimento del personale con gli esodi. Non è corretto che ci siano ancora provvedimenti contro i lavoratori perché sarebbero vittima di errori dei manager precedenti, visti i sacrifici che hanno già fatto nel periodo dei contratti di solidarietà con la perdita di circa 20 milioni di euro di retribuzioni“. “Oltretutto la Puglia e l’intero Mezzogiorno – concludono – non possono permettersi la mancanza di un credito locale degno di questo nome. Ne soffrirebbero l’economia, leimprese e i cittadini” – ANSA –

ROMA, 17 DIC – “Il governatore Visco per coprire le responsabilità di Banca d’Italia nella questione Banca Popolare di Bari impone i suoi Commissari. La crisi della principale banca del Mezzogiorno, con 3200 dipendenti, nasce dall’operazione di acquisizione della Banca abruzzese Tercas, imposta dallo stesso Visco all’allora presidente della Banca Popolare di Bari, Marco Jacobini. È vergognoso che oggi lo stesso governatore Visco mandi a Bari quale Commissario il dr. Antonio Blandini, già commissario proprio di Tercas. Gli uomini del Governatore contro i risparmiatori pugliesi. Gli uomini del Governatore contro le aziende e i lavoratori pugliesi. È urgente ridimensionare i poteri di Banca d’Italia e mandare a casa personaggi come il governatore Visco“. Lo afferma il senatore M5s Lello Ciampolillo – ANSA –