Una squadra anticonformista, la Virtus Vecomp Verona: tutti, infortunati inclusi, fanno parte dei pre-partita, tutti si ritrovano a pranzo, nei pre-partita, tutti non hanno che un solo riferimento, il Presidente-Allenatore, da 36 anni: Luigi Fresco, non un ultrasettantenne, ma uomo di appena 57anni. Iniziò giovanissimo ma, evidentemente, già vero “fuoriclasse” del calcio: partì dal gradino più basso, prima di arrivare a misurarsi con piazze blasonate e dal passato più che glorioso (pensiamo al derby col Vicenza, per un attimo…).
Sarà anche uno status poco professionistico quello del club veneto, almeno in apparenza, ma da questa stagione i veronesi fanno parte a pieno titolo dei prof., e non inganni il loro ultimo posto con 7 punti all’attivo, con appena 7 reti segnate e ben 20 subite, in 11 gare disputate.
La Virtus Vecomp Verona va rispettata, perché si può correre il rischio che ha corso la Feralpisalò appena domenica scorsa, con la partita quasi persa e poi pareggiata a tempo praticamente scaduto.
Detto ciò siamo al Teramo: squadra non brillante nelle ultime due gare, a Fermo così come contro l’Albinoleffe. L’effetto Maurizi delle prime uscite, almeno nei risultati, è scemato: non l’atteggiamento tattico della squadra, né del suo allenatore.
L’avere una classifica ancora dignitosa, rende tranquillo l’intero entourage, anche se tale situazione sarà servita a riportare con i piedi in terra gli inguaribili sognatori: non che non si debba o non si possa vivere anche di entusiasmi, ma trovare il giusto equilibrio è cosa saggia.
E un po’ quel che cerca il Teramo, che deve individuare il miglior dare-avere, forse più tecnico che tattico.
A Verona sarà confermato in porta Pacini; una delle due fasce esterne sarò di Ventola e l’altra di uno tra Fiordaliso o Mastrilli. In avanti stavolta Barbuti dovrebbe essere preferito a Piccioni: dicemmo la stessa cosa, però, prima di Teramo-Albinoleffe…