TERAMO – “Che in una città, in centro storico, si aprano cantieri per ristrutturazioni, riparazioni, restauri ecc. è non solo normale ma auspicabile. Specie se la città è Teramo, dove il sisma ha lasciato tracce profonde che, dopo anni, ancora non si cancellano. Quello che, invece, normale non può considerarsi, è quel che sta accadendo, per esempio, in Largo Melatino dove, in presenza di un cantiere, un cartello tenta di spiegare ai cittadini che, per motivi tecnici, i mezzi di cantiere percorreranno il Corso de Michetti nei due sensi. Risultato: mezzi che vanno e vengono in doppio senso, automobilisti interdetti, traffico stravolto, ZTL sospesa, confusione generale con inevitabile contorno di disagi e lamentele”. Così, in una nota, il capogruppo della Lega al Comune di Teramo, Berardo Rabbuffo.

“Si tratta, ovvio, di causa di forza maggiore; ma davvero non si poteva immaginare un’altra soluzione, per esempio la più ovvia, ovvero riaprire al traffico Via S. Antonio? Non si riesce davvero a comprendere perché non si sia adottata questa soluzione che appare la più semplice. Quando si è costretti ad alterare la viabilità urbana per motivi ineluttabili – continua il Consigliere – occorrerebbero forse, uno studio preventivo e un’analisi delle possibili soluzioni alternative con l’obiettivo irrinunciabile di creare ai cittadini il minor disagio possibile. Non ci sembra che ciò, in questo caso, sia avvenuto: si è scelta una soluzione tortuosa, comunicata male, che sta creato disguidi e disagi, con un traffico in Corso de Michetti, che sembra impazzito, con aumento di inquinamento anche acustico, con disorientamento generale degli automobilisti che si trovano a dover attraversare la zona e dei pedoni che si ritrovano a passare tra le macchine”.

“L’unica cosa chiara è l’aspetto sanzionatorio, cifra ormai irrinunciabile di questa amministrazione, solennemente evidenziato nell’apposito cartello: ‘Divieto di transito e di sosta con pena aggiunta di rimozione coatta’: sic et simpliciter. Al cittadino non resta che sopportare i disagi, accollarsi, se del caso le giuste sanzioni, e continuare a chiedersi perché non si sia trovata una soluzione meno impattante, perché non si sia scelto di riaprire via S. Antonio evitando, cosi, di far gravare tutto il traffico sul corso; perché non si sia studiato un minimo di programmazione degli interventi, per lo meno quelli previsti e programmabili,  per evitare che la città diventi, all’improvviso, una convulsa successione di cantieri piccoli e grandi con gli annessi e conseguenti disagi, piccoli e grandi. Tutti perché che resteranno, come sempre, senza risposta: restano i disagi, i disguidi, le difficoltà a fruire del centro storico, l’inquinamento, i danni al commercio ed alla vivibilità urbana, l’esasperazione dei cittadini. Ma per l’amministrazione va bene così”, conclude Berardo Rabbuffo.