CASTEL DI SANGRO – Quando la madre Ilaria ha deciso di pretendere le attività necessarie per suo figlio era il 2019.
Complicazioni e lungaggini fin dall’inizio per ottenere una prescrizione UVM che, seppur dovuta per effetto del D.C.A. n. 107/2013, arrivò con oltre sei mesi di ritardo e dopo diversi solleciti. Subito dopo le attività di “stimolo” nei confronti dei servizi territoriali della asl deputati alla erogazione di tali attività riabilitative ma ancora una volta solo attese e risposte laconiche. Uno stucchevole rimpallo di competenze e responsabilità tra organismi della stessa asl ha comportato la perdita di altro tempo, danneggiando le possibilità di recupero di Claudio.
Nel pieno rispetto delle norme e convinti del diritto alle cure per l’ennesima volta abbiamo avviato le procedure necessarie per attivare gli interventi prescritti dalla stessa ASL. A seguito del dibattimento il Tribunale di Sulmona ha emesso il 15 giugno 2022 l’ennesima ordinanza che impone alla ASL Aquilana l’erogazione di prestazioni prescritte dalla stessa nel maggio 2019. L’intervento prescritto è stato confermato dalle indicazioni del CRRA ma non è stato mai avviato.
Singolare la motivazione posta dalla ASL a giustificazione della mancata “presa in carico”. Nelle memorie difensive la ASL ha ritenuto che:
“…essendo trascorsi anni senza che la famiglia si rendesse parte attiva nel consentire ala presa in carico del minore dal punto di vista delle strutture sanitarie pubbliche e/o convenzionate o accreditate essendo presumibilmente in grado di supplire adeguatamente nel garantire al minore il trattamento riabilitativo necessario“.
Le “promesse” della ASL di una pronta presa in carico del ragazzo in sede d’udienza hanno determinato altro tempo perso per il ragazzo che all’atto della prescrizione aveva 13 anni.
Il Giudice del Tribunale di Sulmona Dott.ssa Alessandra De Marco ha disposto l’Ordinanza che impone alla ASL 1 Avezzano-Sulmona -L’Aquila di prendere in carico il giovane Claudio direttamente o avvalendosi di strutture specializzate e di erogare, in favore del medesimo, un intervento riabilitativo globale ed intensivo di tipo psicoeducativo specifico per l’autismo con mediazione della figura di un compagno adulto (educatore) di genere maschile, con lavoro sulle abilita? sociali, sugli aspetti occupazionali, sulle autonomie personali e sociali, che supporti il ragazzo nella stabilizzazione delle abilita? acquisite e che si ponga come obiettivo il raggiungimento delle abilita? che al momento risultano emergenti al fine accompagnare il ragazzo verso il raggiungimento di una maggiore autonomia personale.
Il Giudice ha anche condannato alle spese la ASL aquilana che forse in futuro farà bene ad organizzare meglio le sue strutture e utilizzare le risorse per l’erogazione di servizi piuttosto che per sostenere spese legali.
Ancora grazie al nostro avvocato Gianni Legnini per la sua solidale disponibilità. Grazie alla famiglia che ha avuto fiducia nel nostro operato – Dario Verzulli –