TERAMO – Apprendiamo dai resoconti giornalistici che il Sindaco di Teramo abbia convocato e svolto una riunione lunga otto ore con la propria maggioranza, dichiarando che l’incontro fosse “programmato da tempo in vista della seconda parte del mandato”.
Il quotidiano “Il Messaggero” riferisce che “non c’è nessuna previsione di rimpasto, nonostante qualche maleligua lo vada paventando, ad iniziare dalla creazione di nuovi gruppi”.
Prendiamo atto della serenità e della coesione della maggioranza, ma la cosa sembra aggravare il vuoto amministrativo che attanaglia il Comune da tre anni a questa parte, perché se ci fossero mal di pancia o beghe politiche di sorta, il sindaco potrebbe vantare un alibi al suo immobilismo, e invece niente, nemmeno un alito di vento.
Quindi dobbiamo dedurre che le colpe del nulla di fatto siano tutte sue, così come dobbiamo supporre che tutti i consiglieri di maggioranza siano felici di non aver tagliato nemmeno un nastro e di non aver aperto nemmeno un cantiere, nonostante decine e decine di milioni di finanziamenti che giacciono inutilizzati nelle casse del Comune, mentre la città sprofonda e si spopola: prova ne sia che abbiamo perso mille abitanti fra il 2019 e il 2020, pari al 2% dei residenti totali.
Il diavolo però si annida nei dettagli: perché, a far data dalla Consigliatura in corso, non si svolgono più i canonici appuntamenti cui eravamo abituati ad assistere? I primi cento giorni di mandato, il primo anno di mandato, i due annni di mandato, il giro di boa di metà Consigliatura (che c’è stato a novembre), i tre anni di mandato (che si compiono proprio in questi giorni). Perché non si fanno più le pagelle degli assessori? Perché non si dà conto di quanto abbiano prodotto? Perché non si svolgono più i tagliandi periodici della maggioranza?
La risposta è una soltanto: l’Amministrazione D’Alberto esterna su tutto lo scibile umano, ma ha un enorme timore del giudizio popolare, della scure dell’opinione pubblica, del discredito e dello stigma che riceverebbe se si trovasse a dover difendere pubblicamente il bilancio delle cose fatte, che non ci sono, piuttosto che ricorrere al diabolico gerundio che il Sindaco e i suoi utilizzano a profusione da ben tre anni, con i noiosi “stiamo facendo”, “ci stiamo impegnando” e via discorrendo.
Già il solo fatto che il primo cittadino creda di essere “in vista della seconda parte del mandato”, quando invece si trova al 60% svolto (e con il solo 40% da svolgere), indica una disperata paura di giungere al termine della Consigliatura e non sapere cosa raccontare agli elettori imbufaliti, se non di qualche papera e di qualche pezza d’asfalto.
Noi, da opposizione propositiva, ci impegniamo ogni giorno a fare proposte che reputiamo utili ad uno sviluppo strategico della città, ma oramai abbiamo perso le speranze, perché il tanto sbandierato cambiamento non si è né visto né programmato, così come non si è vista una parvenza di collaborazione nel superiore interesse della cittadinanza.
Il Consigliere Comunale di Italia Viva Teramo
F.to Giovanni LUZII