TERAMO – In merito al provvedimento legislativo denominato “cura Abruzzo”, non possono lasciarmi indifferente le recenti dichiarazioni rilasciate dal capogruppo PD in Consiglio Regionale Silvio Paolucci, in ordine alle sopravvenute “scoperte” sulle proposte transattive pervenute per i componimenti bonari dei contenziosi in essere con le imprese abruzzesi sia in materia civile che amministrativa, fra la Regione ed enti satelliti con le imprese interessate che ne hanno fatto, sin qui, richiesta: “oltre 162 milioni di euro le transazioni richieste per lo più in ambito sanitario”.
Per la verità, in ordine al particolare tema, in sede di dibattito consiliare, con apposito emendamento, ebbi modo di evidenziare alcuni profili ritenuti abnormi contenuti nel progetto di legge posto all’ordine del giorno, che non furono presi in considerazione da parte di chicchessia, tanto meno dal gruppo consiliare del PD.
Addirittura, all’indomani della seduta, in data 3 aprile 2020, su un giornale telematico abruzzese, veniva pubblicato un articolo, caustico ed al limite della derisione, con il quale, fra l’altro, mi si chiedevano spiegazioni in ordine alle posizioni assunte per la mancata tutela da apprestarsi all’imprenditoria abruzzese.
Le richieste spiegazioni venivano, prontamente e formalmente, fornite sia al pubblicista che al Direttore della testata (inopinatamente, mai pubblicate e diffuse) dal seguente tenore:
“A fronte dei richiesti chiarimenti, tralasciando ogni forma di polemica e con spirito propositivo, ritengo opportuno precisare alcuni aspetti di natura tecnica contenuti negli emendamenti proposti con annessi principi costituzionali ed ordinamentali meritevoli di tutela, nella speranza di favorire sane e costruttive riflessioni.
Il primo aspetto riguarda la previsione normativa (articolo 7), circa la espressa volontà di favorire il “componimento bonario del contenzioso in essere con le imprese abruzzesi sia in materia civile che amministrativa”, fra la Regione ed enti satelliti con le imprese interessate che ne facciano richiesta attraverso una proposta transattiva.
A proposito sarà necessario ricordare che la Regione Abruzzo annovera
– 100 società partecipate di cui 17 di I° livello e 83 di II° livello;
– 38 enti pubblici vigilati;
– 15 enti di diritto privato controllati.
In totale 153 soggetti giuridici dotati di altrettanti e distinti Statuti, Organi,
Organismi e Bilanci.
Pertanto, in relazione alla galassia istituzionale, come sopra rappresentata, al netto di ogni altra considerazione, ritengo che una riflessione circa la necessità di una puntuale conoscenza delle società partecipate dell’Ente sotto il profilo societario, patrimoniale, reddituale, finanziario e soprattutto in ordine ad un puntuale monitoraggio di carattere preventivo e ricognitivo, dell’eventuale contenzioso in essere, fosse dovuta e non soltanto per soddisfare il paradigma legale di riferimento, ma soprattutto per salvaguardare l’ordinato assetto del bilancio regionale ed assicurare certezze economiche, finanziarie e giuridiche a tutela del medesimo bilancio, che diversamente potrebbe risultare seriamente compromesso.
D’altra parte, una volta accertata la consistenza numerica degli enti interessati, rimangono sconosciuti, in quanto inespressi, i criteri prestabiliti e le modalità di esecuzione delle transazioni da effettuare e, cosa più importante, una stima della quantità, seppur approssimativa, dei contenziosi in essere e relativi costi complessivi; parimenti sconosciuto rimane il soggetto che finanzia i pagamenti da effettuarsi per far fronte alle composizioni bonarie eventualmente realizzate.
A riguardo c’è da chiedersi: e se, ad esempio, i contenziosi in essere che si vorrebbero transare fossero in numero di 5 per ogni soggetto giuridico ? (5×153= 765); ed ancora, e se il costo medio per ciascuna transazione si attestasse mediamente al milione di euro ? (1 x 765=765 milioni); ed in ultimo, così come stanno le cose, quali sarebbero le conseguenze ?
Per la cronaca, voglio ricordare che recentemente la Regione Abruzzo ha composto, mediante transazione, due contenziosi: il primo alla Società “Sagitta” con un esborso pari ad euro 4 milioni e 700.000, mentre il secondo a favore della Rubner Holzbau Spaper (“le Naiadi”), per un importo di 1,5 milioni di euro.
Ma, a parte le congetture possibili, sta di fatto che, per il particolare aspetto, l’impianto normativo di cui si discute, siccome proiettato verso l’ignoto, – anzi, per meglio dire,- un salto nel buio, in quanto non suffragato da un dedicato screening condotto sull’intera platea di enti allo scopo di individuare i possibili contenziosi in essere con annessa quantificazione delle risorse da impegnare a cui fornire adeguate coperture finanziarie, oltre a difettare di una qualsivoglia valutazione dell’incidenza e dell’impatto sull’equilibrio di bilancio e sul patrimonio dell’Ente Regione, potrebbe risultare non conforme alle norme Costituzionali e, per l’effetto, non superare il vaglio della Corte ed avviarsi verso la disapplicazione”.
Evidentemente, la ratio dell’emendamento proposto all’articolo 7, tesa alla salvaguardia delle certezze economiche finanziarie e giuridiche, oltre alla tutela dell’ordinato assetto del bilancio regionale, non veniva adeguatamente valutata dai Consiglieri Regionali convenuti, cosicché l’invito alla riflessione rimaneva inascoltato.
Personalmente, ritenevo e ritengo, che la proposizione legislativa in parola, così come concepita, in quanto indeterminata, generica e priva di pregio giuridico, contenesse in sé potenziali elementi per mettere a rischio l’equilibrio di bilancio, oltre che risultare un sottile, quanto astuto, stratagemma di natura deregolamentativa oltre che propagandistica.
Infine, ben vengano le scoperte dell’ultim’ora, nella speranza che le future esplorazioni non riservino ulteriori ed amare rivelazioni in ordine al quid, all’an ed al quomodo, vale a dire in termini di quantificazione delle risorse economiche da impegnare e reperire, di contenuto giuridico, di opportunità e di scelta del procedimento e connessi elementi accidentali.
Marco Cipolletti
Consigliere Regionale Movimento 5 Stelle