TERAMO – In un tempo sospeso, tra scarpe impolverate e sogni d’infanzia, una bambina scopre il piccolo miracolo dell’acqua che sgorga limpida da una fontanina. Un gesto semplice — allungare la mano — e il miracolo accade: l’acqua esce, viva, fresca, gratuita. Nel racconto “La fontanina” di Patrizia Lombardi , pubblicato sul sito di Ruzzo Reti SpA nella rubrica “I racconti del Ruzzo”, rivive un momento speciale: la meraviglia di Lucia, una bambina degli anni ’30, che per la prima volta vede l’acqua uscire da una fontanina pubblica.
Un’acqua che non ha richiesto fatica, né lunghi cammini con la conca di rame sulla testa o tra le mani.
Un’acqua che si dona, che scorre, che sembra danzare alla luce di un aprile splendente.
Un gesto che oggi consideriamo banale, ma che allora era rivoluzionario: significava liberarsi dalla fatica, dalla distanza, dal peso quotidiano dell’approvvigionamento.
Lucia si prende il tempo per assaporare quella scoperta, per regalarla al suo gatto Misciù, in un gesto piccolo ma straordinario, che racchiude gratitudine, sorpresa e tenerezza.
È un racconto che ci ricorda quanto abbiamo ricevuto in eredità e quanto spesso dimentichiamo di custodirlo.
Il racconto non può essere pubblicato per via dei diritti riservati, ma ne cito con rispetto l’essenza, invitandovi a leggerlo sul sito ufficiale della Ruzzo Reti SpA. Vale davvero il tempo di una lettura lenta.
Leggere questo racconto oggi è anche un abbraccio a chi lo ha scritto.
Patrizia Lombardi era una giornalista sensibile, ironica, talentuosa. Se n’è andata troppo presto, ma la sua voce resta viva nelle parole che ci ha lasciato. In questo racconto c’è tutta la sua delicatezza, la sua capacità di cogliere la poesia nelle piccole cose, di raccontare l’acqua come un dono, e l’infanzia come una terra piena di luce.
Questo racconto ci insegna che l’acqua potabile non è scontata. È un dono, un bene pubblico, una conquista da difendere. Bere acqua del rubinetto — sicura, controllata, priva di imballaggi — è una scelta di salute e sostenibilità.
Meglio un bicchiere d’acqua che sgorga da una fontanina, che acqua imbottigliata e contaminata dalla plastica che, con il tempo e il calore, rilascia micro-particelle pericolose per l’ambiente e per il nostro organismo.
Una delle missioni centrali di Rifiuti Zero Abruzzo è proprio quella di abbandonare l’uso di acqua in bottiglie di plastica, promuovendo l’uso dell’acqua pubblica e incentivando fontane, erogatori e buone pratiche quotidiane.
È un gesto semplice, ma potente, che ci riporta al valore dell’essenziale
Un piccolo gesto può essere, ancora oggi, un miracolo quotidiano – di Luciana Del Grande