TERAMO – “Le risultanze della Commissione Comunale sulla Sanità hanno confermato la volontà già espressa all’unanimità dal Consiglio Comunale Straordinario, tenutosi nel trascorso mese di ottobre 2023: il nuovo ospedale di Teramo deve trovare la sua naturale collocazione all’interno del sito dell’ex Mazzini, ove attualmente insistono le costose strutture sanitarie. Dall’analisi della relazione tecnica formulata dal Gruppo di Lavoro viene precisato che, se pur in presenza di criticità, esistono in quanto superabili le condizioni per una progettualità in linea con l’attuale normativa. Il compito è quindi passato dal Comune di Teramo alla Regione Abruzzo che, disponendo di uffici tecnici, dovrà redigere un puntuale studio di fattibilità sulla base delle necessità logistiche sanitarie e del corrispondente impegno finanziario”. Così, in una nota, i portavoce del Comitato Nuovo Ospedale Pro Mazzini, Domenico Bucciarelli e Demetrio Rasetti.
“Al riguardo si fa presente che, come più volte acclarato dagli enti interessati, la Regione Abruzzo dispone sin dal 2017 di un finanziamento statale di 120 mln di euro con il quale – considera il Comitato – si potrà realizzare gran parte della futura struttura sanitaria. A noi pare un percorso semplice, obbligato e ben definito, cui debbono partecipare in sintonia la Regione Abruzzo, la Asl ed il Comune di Teramo, ciascuno per le rispettive competenze. Chiediamo al riguardo la massima collaborazione e sinergia tra gli stessi al fine di realizzare l’intervento, così da evitare ancora una volta l’annullamento di significative risorse finanziarie”.
“Teramo non dovrà più subire ulteriori ‘torti’. La nostra città in Abruzzo ha bisogno di maggiori considerazioni per un suo rilancio. I cittadini teramani in questi ultimi anni, con la partecipazione alla sottoscrizione di dieci mila firme a favore del sito Mazzini, hanno dimostrato di esserci. Non sono più disposti a subire ritardi ingiustificati. Se quanto da noi auspicato dovesse essere ostacolato, siamo pronti nel breve termine ad un ritorno tra la gente per spiegare loro le responsabilità attribuibili alle parti per la mancata realizzazione della nuova opera sanitaria, già dotata sin dal lontano 2017 di un cospicuo finanziamento pubblico”, concludono Bucciarelli e Rasetti.