PINETO. “E’ con grande preoccupazione che apprendiamo i recenti sviluppi della vicenda occupazionale dei dipendenti del ‘Mercatone Uno’ i quali domani, giovedì 18 aprile, in sciopero al Mise, guidate dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, settore commercio, sciopereranno a Roma davanti al MISE. Una vicenda che abbiamo seguito sempre con attenzione. Abbiamo salutato favorevolmente l’operazione della cessione della proprietà, circa otto mesi fa, alla Shernon Holding che ora gestisce la struttura con la continuità del marchio. Eravamo impegnati per cercare delle soluzioni per la ricollocazione delle figure rimaste senza lavoro, ed eravamo fiduciosi sull’atteso piano di rilancio che però non sembra esserci stato, tanto che il rischio chiusura inizia a paventarsi. Su questa vicenda c’è sempre stato un lavoro trasversale di tutte le forze politiche e anche adesso, in questa ulteriore delicata fase, chiediamo anche alla Regione Abruzzo, in particolare all’attuale assessore al ramo, Mauro Febbo, di proseguire questo lavoro già avviato a tutela dei dipendenti di questa importante realtà. Domani non è prevista la presenza di istituzioni locali, ho interessato nei giorni scorsi con una lettera il Ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio auspicando un suo impegno verso la vicenda”. Con queste parole il Sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, esprime solidarietà ai dipendenti del Mercatone Uno, domani in sciopero a Roma. Una vicinanza espressa non solo per i lavoratori del punto vendita pinetese, ma anche per quelli degli stabilimenti abruzzesi di Colonnella e San Giovanni Teatino, accomunati dal rischio chiusura.
Lo stato di agitazione – come hanno reso noto i sindacati – andrà in scena in concomitanza dell’incontro con le parti sociali previsto al Mise. Da diversi anni tutto il gruppo versa in una condizione di crisi che ha portato l’Azienda a ricorrere all’amministrazione straordinaria per insolvenza e agli ammortizzatori sociali. Meno di un anno fa 55 punti vendita in Italia, e tra questi i tre punti vendita abruzzesi, sono stati acquisiti dalla società Shernon Holding, la quale aveva garantito un piano di rilancio che permettesse di tenere aperti tutti i punti vendita e la piena ripresa dell’attività di vendita. Purtroppo, però, in questi mesi si è assistito a un peggioramento della situazione con negozi privi di merce, magazzini vuoti, fornitori che hanno smesso di effettuare consegne e ritardi nel pagamento degli stipendi. Circa un mese fa, la Shernon ha annunciato un piano di ricapitalizzazione del tutto insufficiente a rilanciare il gruppo e a garantire la continuità aziendale e ha chiesto il rinvio dell’incontro al MISE, previsto per lo scorso 2 aprile, in cui era prevista la definizione dell’accordo di ricapitalizzazione con i potenziali investitori. Negli ultimi giorni, inoltre, è arrivata la notizia che la Shernon ha presentato istanza di ammissione al Concordato Preventivo al Tribunale di Milano. I dipendenti del gruppo vendono quindi in forte rischio il proprio posto di lavoro. Nei tre punti vendita abruzzesi ci sono circa 100 dipendenti, i quali da anni subiscono gravi ripercussioni alle condizioni di lavoro e degli stipendi, attraverso il ricorso alla cassa integrazione per anni e, con il passaggio a Shernon, con la riduzione dell’orario di lavoro.