TERAMO – Di recente l’associazione “Ambiente e Sicurezza Città di Teramo“, in conferenza stampa, è tornata sul progetto di realizzazione del biodigestore in Contrada Carapollo, in un’area da riqualificare dove attualmente insiste un inceneritore in disuso.

Dagli inizi del 2027 l’impianto decomporrebbe i rifiuti organici, generando biogas: nel processo di lavorazione, senza considerare i cattivi odori che gli scarti emanano nell’atmosfera, si produrrebbero persino, a detta di molti, delle piogge acide e, pertanto, l’insediamento lo si deve prevedere il più lontano possibile dai centri abitati. Chi ha poi dubbi sulla viabilità, che registrerà l’aumento del traffico di mezzi pesanti nel quartiere di Villa Pavone, viene rassicurato da Graziano Ciapanna: “Non ci sarà nessuna problematica al riguardo…“.

Quindi Carapollo è ok? Per la Teramo Ambiente decisamente sì ma per “Ambiente e Sicurezza Città di Teramo” ci sarebbero, invece, diversi luoghi più idonei. Visto che sono anche ricorrenti al TAR, gli interrogativi sono: ma avessero ragione, i 28 milioni in ballo del PNRR non sono a rischio o lo sono relativamenteo lo sarebbero seriamente?

Si attendono risposte.