TERAMO – “Altro incidente, altra vittima”. Si tratta di uno studente che nei giorni scorsi è morto mentre era  impegnato in un percorso di alternanza tra formazione e lavoro. Questa volta non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica, ma  di un infortunio in itinere. Non per questo è meno drammatico e meno grave. Giuseppe Lenoci aveva solo 16 anni ed era uno studente del corso triennale del Centro di formazione professionale ‘Artigianelli’ di Fermo, impegnato in uno stage in un contesto lavorativo. La sua giovane età e il fatto che fosse uno studente, rende ancora più inaccettabile e dolorosa la sua tragica morte. Sulla drammatica vicenda interviene la FLC CGIL  Teramo, che punta il dito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e, soprattutto sull’inserimento degli studenti nei percorsi formativi e di lavoro. “Le indagini faranno emergere che tipo di attività stesse svolgendo Giuseppe – si legge in una nota sindacale – ma una cosa è chiara: senza una presa di coscienza collettiva del modo in cui questo Paese tratta il rapporto tra istruzione e lavoro e, più in generale, il valore e la dignità che al lavoro e alla scuola occorre attribuire, incidenti simili rischiano di continuare a ripetersi”.

“Da tempo denunciamo il fatto che i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO ex alternanza lavoro)  sono da rivedere. Bisogna cancellarne l’obbligatorietà (voluta dalla legge 107/05), ridefinendo i limiti e gli obiettivi delle esperienze di apprendimento, che devono sempre avvenire solo in contesti lavorativi sicuri per tutti e capaci di garantire esperienze formative. Quando uno studente di sedici anni muore nel tragitto di ritorno da uno stage, si consuma un dramma che non può lasciarci indifferenti e non interrogare tutti, a partire dalle imprese, dalle istituzioni e dalla politica. Una tragedia a poche settimane da quella che ha spezzato la vita di Lorenzo Parelli, in provincia di Udine, coinvolto in un progetto di alternanza scuola-lavoro. Occorre riflettere sulle troppe forme di tirocini, stage, alternanza scuola-lavoro – prosegue FLC CGIL Teramo – sull’effettiva efficacia di tali percorsi e sulle condizioni del loro svolgimento che non sempre avvengono nel pieno rispetto della garanzia della salute e sicurezza.  L’auspicio è che davanti alla morte di questi studenti, imprese, associazioni di categoria, organi di vigilanza, istituzioni, riflettano attentamente e si chiedano se si sta facendo davvero tutto il possibile  per garantire la sicurezza e l’incolumità di chi lavora e studia”.

“Negli ultimi decenni le politiche neoliberiste, ossessionate dalla riduzione del costo del lavoro, hanno abbassato l’asticella della sicurezza, delle tutele e dei diritti. Occorre una nuova stagione che ponga al centro la persona e la sua formazione, non gli interessi  e i profitti. Come FLC CGIL  Teramo continueremo a batterci, con maggiore vigore, affinché vi siano norme che riconoscano il valore delle persone in formazione, in un contesto sociale in cui possano emergere pienamente le potenzialità di ciascuno”, conclude il sindacato.