PESCARA – Non si comprende il meccanismo di disinformazione messo in atto da parte della Cna di Chieti e di Pescara nell’attribuire al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio la volontà di “procedere direttamente e senza alcun preventivo assenso del governo, alla creazione della ‘zona rossa’ nei due territori”.
La decisione di istituire zone rosse nelle province di Chieti e di Pescara è giunta, invece, a seguito di chiare indicazioni del Governo sulle direttive da seguire nelle aree maggiormente colpite dalle varianti inglesi del virus. L’individuazione delle province più colpite dai contagi di Covid 19 è stata quindi presa a seguito della riunione del Comitato tecnico scientifico regionale che ha evidenziato lo stato di emergenza. Il ministro Speranza è stato “sentito” preventivamente, come esplicitamente riportato dall’Ordinanza, e ha fornito il pieno assenso e sostegno politico. C’è di più: il presidente Marsilio chiese al Ministro di inserire la zona rossa di Chieti e Pescara all’interno dell’Ordinanza che lo stesso Ministro avrebbe firmato a breve per porre l’Abruzzo in zona arancione, così da evitare un doppio provvedimento, assicurando l’”intesa”. Il Ministro non ha aderito a questa richiesta solo perché in quel momento era in carica per la sola “ordinaria amministrazione”
I rappresentanti locali della Cna farebbero meglio a impiegare i loro sforzi nel sollecitare i loro rappresentanti nazionali di farsi portavoce e interpreti presso il Governo al fine di provvedere in tempo alla garanzia dei ristori in situazioni di emergenza come quelle che si sono verificate a Chieti e a Pescara.
Obiettivo della Regione Abruzzo è quello di tutelare nel miglior modo possibile la salute di ogni cittadino, adottando quelle iniziative utili e necessarie a evitare l’espandersi dei contagi e la nascita di nuovi focolai. Il presidente Marsilio e la Giunta sin dall’inizio della pandemia hanno coinvolto il Consiglio regionale per individuare ogni possibile forma di sostegno agli imprenditori, così come alle famiglie, per garantire un ristoro in attesa di risorse statali. Oltre ai 50 milioni destinati al fondo perduto (una quantità simile a quella impegnata dalla Lombardia), tra le tante provvidenze messe in campo con le Leggi 9 e 10, è di oggi la pubblicazione della graduatoria definitiva di oltre 2300 imprese che potranno accedere a un contributo a fondo perduto fino a 5000 euro e per il 40% dell’importo per l’acquisto di beni durevoli.