TERAMO – Da dove cominciare dopo una brutta, bruttissima sconfitta? Non è come bere un bicchier d’acqua, ma asserendo che dal grigiore generale non c’è da salvare davvero nessuno, Paci incluso, rende meglio l’idea. Con un’aggravante: l’essere addirittura passati in vantaggio dopo appena 6 minuti, quindi quasi a freddo, con Bombagi. Una situazione, questa, che avrebbe dovuto agevolare la gestione della partita, anche se un campanello d’allarme c’era già stato in area biancorossa poco prima, dagli sviluppi del primo corner dei tanti, troppi, subiti nel primo tempo. Avrà avuto un peso incidente l’inedita difesa composta da Costa Ferreira, Trasciani, Diakite ed il redivivo Di Matteo (nuovamente infortunatosi in avvio del secondo tempo, purtroppo), ma si è ballato davvero troppo. Tra tante “apprensioni ed indecisioni”, non manca all’appello neppure Lewandowski, che sul secondo goal non è apparso per niente sicuro, così come in almeno un’altra circostanza, che ha corretto con un grande parata.

Il Potenza, che si presentava con appena 17 punti all’attivo e con 32 reti subite, è sembrato, per larghi tratti, uno squadrone! Ci sarà pure stata la mano di Fabio Gallo, all’esordio in panchina, ma di certo l’undici di Paci è in forte regresso, con 11 punti conquistati in 14 gare (media di 0,78), che equivale al rendimento di una squadra che deve lottare, anche tantissimo, per evitare l’ultimo posto e per poter disputare i play-out. Narrare la cronaca della gara, oggi, non ha grande senso; ce l’ha di più sottolieare che sul primo gol (Romero) la difesa è stata tagliata in verticale, come la lama in un burro, e che sul secondo a sul terzo, è rimasta immobile, lasciando prima la doppietta a Romero di testa e poi, superandosi, lasciando una semirovesciata in piena area a Ricci, senza che nessuno lo abbia neanche sfiorato.

Certo, nella ripresa, per buoni 20 minuti, c’era stata la quasi convinzione di poterla anche pareggiare (clamoroso l’errore al 21° di Kieremateng dopo l’1-2 Di Matteo-Santoro), ma che non si segua più una gara dei biancorossi senza patos, è altrettanto vero. Così come è altrettanto vero che questa è una scia lunga, già troppo lunga, che s’era interrotta nella gara vittoriosa con il Bari, che andò come andò.

Altra riflessione, pesante. L’aspetto legato ai calciatori recuperati: se per Di Matteo (in campo dopo circa 17 mesi) era facilmente prevedibile che non tenesse per 90 minuti, molto meno lo era che si facesse male nuovamente; per Birligea, invece, i punti di domanda sono troppi, perché saremmo dinanzi allo stesso, identico infortunio precedente: così ci dirà Paci che ascolterete, in altro servizio.

E adesso? Adesso c’è Castellammare di Stabia che ci aspetta, bella non sarà, per niente, anche se il calcio, soprattutto di questi tempi, di logica non ne ha molta. L’eccezione si chiama Ternana, anche oggi 5 goals, peraltro al Catania…