TERAMO – Posti esauriti per il film “Aurora” di F.W. Murnau musicato dal vivo venerdì 18 gennaio alle ore 21. Un film del 1927 sbanca il botteghino della Multisala Smeraldo e si sta già pensando ad una replica in considerazione delle numerose richieste.
Lo Spettacolo “Aurora” nasce dall’idea del pianista Lorenzo Materazzo di musicare uno dei massimi capolavori del cinema muto del regista tedesco F. W. Murnau. L’intento è quello di riportare il pubblico a rivivere in sala le stesse modalità di fruizione del cinema prima dell’avvento del sonoro e allo stesso tempo far conoscere un capolavoro immortale, considerato, da personalità del calibro di François Truffaut, Eric Rohmer e Lotte Eisner, “il più bel film del mondo”.
In quest’opera di rimusicazione e riscoperta Materazzo si è avvalso della preziosa collaborazione del violoncellista Alan Di Liberatore ed è stato affiancato dalla disponibilità della Società Smeraldo e dell’associazione Cineforum Teramo, da sempre impegnata nella diffusione della cultura cinematografica e soprattutto nella promozione didattica del patrimonio del cinema del passato.
I brani scelti dai musicisti teramani spaziano dalla musica barocca a quella del ‘900, fino ad arrivare a brani originali composti dal pianista: in più di un’ora di mezza di musica dal vivo sarà possibile ascoltare grandi classici del repertorio cameristico, come la “Sonata” di C. Debussy e brani di fortissimo impatto emotivo come “Prayer” di E. Bloch che ben sottolineano la storia raccontata da Murnau. Come ogni evento speciale organizzato o coadiuvato dal Cineforum il film verrà presentato da Marco Chiarini e Dimitri Bosi.
Aurora è il primo prodotto americano del regista tedesco, già autore di capolavori espressionisti entrati ormai nell’immaginario collettivo e non solo cinefilo, come Nosferatu, uno sinfonia dell’orrore e il Faust, a cui la vestale della critica e della regia cinematografica francese, Eric Rohmer ha dedicato un celeberrimo libro “L’organizzazione dello spazio scenico nel Faust di Murnau”. Ma proprio l’adattamento dell’opera di Goethe è funzionale al regista tedesco per stabilire i primi contatti con le produzioni americane e, dopo alcune delusioni con la principale casa di produzione tedesca, l’UFA, sigla un contratto per quattro film con William Fox, padre della Century Fox, una delle principali case di produzione hollywoodiane. Per dirigere Aurora Murnau gode di grandissimi mezzi, migliaia di comparse, un’intera città ricostruita in studio, tempi illimitati per le riprese e soprattutto i suoi collaboratori europei più fidati, da Carl Mayer a Edgar G. Ulmer. Il risultato è un film archetipico e magico, basato su elementi semplici che il regista riesce a trasfigurare magistralmente attraverso la luce e i movimenti della macchina da presa: un contadino alle prese con le tentazioni del mondo cittadino, una donna fedele e una perduta, la città verso la compagna, la natura. Il titolo del film ha un sottotitolo: “un canto per due essere umani”, un canto che non smette di ammaliarci!