ROMA- Scrive su Fb Luigi Di Maio “Sono salvi i risparmi dei cittadini, nessuna pietà per i manager disonesti e gli amici degli amici. Il dl sulla Banca Popolare di Bari che abbiamo approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri aiuta solamente i risparmiatori, anche se vi diranno il contrario. La verità è che da quando il MoVimento 5 Stelle è al governo, le cose si fanno diversamente” – “Nel dettaglio – scrive Di Maio:
– vengono salvati i risparmi dei cittadini onesti; – non ci sarà nessuna pietà per i manager e gli amici degli
amici che hanno ridotto così la banca; – con questo decreto avviamo anche il processo che riguarda uno
strumento già presente in tutta Europa: la banca pubblica degli investimenti. Perché se dobbiamo salvare i risparmi dei cittadini, e mettere i soldi in una banca, la banca deve diventare degli italiani; – al Consiglio dei Ministri è arrivata una relazione della Banca d’Italia su tutti i controlli fatti negli ultimi anni sulla Popolare di Bari. Relazione su cui dovremo discutere ampiamente per verificare i controlli fatti e se si poteva fare di più; – il Presidente del Consiglio solleciterà la Banca d’Italia e i commissari ad un’azione di responsabilità sui vecchi manager, quelli che hanno creato il buco di bilancio della Popolare di Bari, prestando soldi evidentemente ad amici degli amici, che poi non li hanno restituiti; – l’altra buona notizia è che c’è l’impegno delle forze politiche, non appena partirà la commissione d’inchiesta sulle banche, di chiedere i nomi e i cognomi dei debitori che hanno creato il buco della Popolare di Bari”, spiega Di Maio.
“Non stiamo parlando degli imprenditori onesti di questo Paese, ma dei ‘prenditori’ che prendono soldi grazie alle amicizie nelle banche e poi non li restituiscono. Tutto questo per noi è inaccettabile e vogliamo fare chiarezza“, conclude – ANSA –
ROMA, 16 DIC – “No alla ghigliottina anticipata della politica“. Così Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24 sulla Popolare di Bari. “Non è opportuno, lo Stato agisce con le leggi. Mettere sul patibolo nomi e persone è rischioso per le aziende e lavoratori coinvolti. Non credo sia possibile rendere pubblici elenchi di attività private. Chi ha sbaglia paga ma decide la magistratura non la politica”. “Gli obbligazionisti rischiano zero. La banca ha i fondamentali solidi economici”, ha aggiunto Boccia. “La banca è stata commissariata per ragioni di opacità gestionali individuate dalla banca d’Italia. L’intervento fatto dal ministro dell’Economia con l’unanimità del Consiglio dei ministri punta al rilancio non solo della Popolare di Bari ma di tutto il sistema di credito al sud” – ANSA –
ROMA – “Nell’ipotesi in cui si dovesse pervenire a uno scenario liquidatorio con rimborso dei depositanti (senza cessione di attività e passività ad un altro intermediario), le ricadute del dissesto sarebbero assai rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale“. Lo si legge in un approfondimento della Banca d’Italia sulla crisi della Banca Popolare di Bari. “La liquidazione implicherebbe innanzi tutto l’azzeramento del valore delle azioni che esacerberebbe il contenzioso legale con i soci“. Un primo accertamento ispettivo nel 2010 concluso con una valutazione ”parzialmente sfavorevole’. Poi una ventina di passaggi e verifiche, con ”continui scambi informativi con la Consob”, “numerose e continue interlocuzioni con l’autorità giudiziaria” e “l’aggravamento della situazione aziendale della Banca Popolare di Bari più volte portata all’attenzione anche del ministro dell’Economia, con lettere del 27 febbraio, 23 maggio, 2 ottobre e 26 novembre”. Così la Banca d’Italia ricostruisce la vicenda della Popolare di Bari in un “documento di approfondimento”. Nell’ipotesi in cui si dovesse pervenire a uno scenario con rimborso dei depositanti della Popolare di Bari “Il Fitd dovrebbe effettuare rimborsi a favore
dei depositanti protetti per un importo complessivo di euro 4,5 miliardi circa, a fronte di una dotazione finanziaria che a dicembre 2019 sarà pari a 1,7 miliardi di euro“. Alla Banca Popolare di Bari fanno
capo poco meno di 600.000 clienti, tra cui oltre 100.000 aziende; a queste ultime è riferibile circa il 60% degli impieghi (intorno a 6 miliardi). I depositi da clientela ammontano a 8 miliardi di euro, di cui 4,5 miliardi di ammontare inferiore a 100.000 euro “e come tali protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD)“. Sono i dati contenuti nell’approfondimento che Bankitalia dedica alla Popolare di Bari. La banca ha quote di mercato significative, nell’intorno del 10%, sia degli impieghi sia della raccolta, in
Puglia, Basilicata e Abruzzo. Il radicamento capillare della banca e la sua natura di cooperativa sul territorio, spiega ancora la Banca d’Italia, hanno determinato l’ampia diffusione degli strumenti finanziari emessi dalla Banca Popolare di Bari. Il numero dei soci è pari a 70.000 circa, con quote di partecipazione mediamente pari a 2.500 azioni, corrispondenti a 5.900 euro, considerando l’ultimo prezzo rilevato sul mercato Hi-MTF prima della recente sospensione (2,38 euro). Le obbligazioni della banca (senior e subordinate), pari nel complesso a 300 milioni di euro, sono per oltre i due terzi in mano a privati e clientela al dettaglio. La Banca d’Italia sollecitò le dimissioni del presidente della popolare di Bari a marzo 2017. Nel documento di approfondimento sulla crisi dell’istituto pugliese, Via Nazionale scrive che “con lettera contestuale del 15 marzo 2017 la Vigilanza sottolinea che la BPB ha bisogno di un rafforzamento patrimoniale e della governance con l’ingresso di elementi con specifiche competenze in materia bancaria e finanziaria; invita inoltre il Presidente a dar corso ai propositi di rassegnare le proprie dimissioni, che lui stesso aveva manifestato con lettera del febbraio 2017; si reitera infine la richiesta di rafforzare il comparto creditizio e di contenere i costi. Le richieste di rafforzamento patrimoniale vengono ribadite agli esponenti aziendali nell’incontro del 28 settembre 2017 e con lettera di intervento del successivo 8 novembre” – ANSA –
BARI – Il decreto varato dal Governo, per la Banca Popolare di Bari, “unito al commissariamento di venerdì, significa che la banca da stanotte è diventata assolutamente solida perchè la proprietà è dello Stato che, ovviamente, non può ‘fallire’, ed inoltre che vi è totale discontinuità con la precedente gestione“. Lo affermano Adiconsum, Adusbef, Assoconsum, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Unione Nazionale Consumatori, che rappresentano più di 2mila tra azionisti e obbligazionisti della Popolare Barese. Le associazioni scrivono una lettera ai commissari della Popolare di Bari nella quale chiedono chiedono di fissare “con urgenza un incontro, per potervi sottoporre una sintesi della situazione attuale dal punto di vista degli azionisti e soprattutto per chiedervi di inserire formalmente, fin dal Piano industriale che dovrete presentare al Fondo Interbancario, la previsione di misure di ristoro per gli azionisti e la salvaguardia degli obbligazionisti”. “Riteniamo che la vostra presenza – scrivono – di certo potrebbe ricreare un clima di fiducia con gli azionisti, che sono anche i primi clienti evidentemente della banca. Tuttavia, dopo tre anni di patimenti, oggi occorre individuare soluzioni concrete che consentano il recupero dei risparmi investiti” – ANSA –
BARI – Una delegazione di azionisti e obbligazionisti della Banca Popolare di Bari che fa capo all’associazione avvocatideiconsumatori.it è stata ricevuta questa mattina da un funzionario della sede centrale dell’istituto di credito in Corso Cavour a Bari il quale “ci ha assicurato – spiega l’avvocato Domenico Romito – che si farà portavoce della nostra richiesta di incontro con i commissari che fisicamente non sono ancora arrivati a Bari“. L’associazione raccoglie circa mille tra piccoli azionisti e
obbligazioni della BpB. All’indomani del decreto varato dal Governo, Romito parla di “decisione auspicata“. “Il commissariamento senza la ricapitalizzazione – spiega – era un provvedimento monco. L’intervento del Governo va quindi nella giusta direzione ma adesso sia convertito in legge e si metta subito in agenda il tema, che per noi è centrale, degli indennizzi” – ANSA –
BARI, 16 DIC – “Arrivati a questo punto era l’unica cosa che si poteva fare. Ora dipenderà dalla capacità della banca di produrre utili e fatturato perché i risparmiatori non perdano il loro investimento. Attualmente la situazione degli azionisti non è definita. Con l’intervento del Governo si è dato ossigeno, ma ci sono ancora tante cose non chiare, per esempio se hanno in mente un fondo per i rimborsi. E, soprattutto, vediamo se il Governo avrà il coraggio di riformare il sistema banche con una profonda riflessione sull’operato degli organi di vigilanza, Consob e Banca d’Italia”. Lo afferma Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione Vittime del Salva-Banche che rappresenta circa 200 tra azionisti e obbligazioni della Popolare di Bari e che, anche dopo il decreto varato ieri dal Governo per l’istituto di credito barese, conferma la manifestazione di mercoledì prossimo davanti alla sede centrale della banca. “Si interviene in ritardo con esborso di fondi pubblici” commenta Giorgianni, auspicando “ulteriori provvedimenti che inaspriscano le pene per i reati bancari” – ANSA –
BARI, 16 DIC – C’è affluenza sostenuta, ma non superiore a quanto avviene di solito di lunedì e in un giorno di scadenze come è oggi (scade il termine per pagare la rata Imu) agli sportelli nelle filiali della Banca Popolare di Bari. Il decreto approvato ieri sera dal governo per il salvataggio della banca sembra avere disinnescato la temuta reazione di panico tra i correntisti che avrebbe potuto indurre questa mattina alla riapertura ad una corsa agli sportelli per prelevare o addirittura chiudere conti correnti. Tra i clienti in coda resta l’apprensione per il futuro dei propri risparmi, ma sembra prevalere la sensazione di sollievo dopo l’intervento deciso ieri sera dal consiglio dei ministri – ANSA –
ROMA, 16 DIC – “E’ giusto l’intervento del Governo sulla Banca popolare di Bari che mette in sicurezza i risparmi e consente di gestire la questione occupazionale. Ma serve ora una riforma che cambi la governance delle banche e modifichi il sistema di vigilanza pubblica. Basta con le truffe ed ulteriori crack“. Lo scrive su twitter la segretaria generale Cisl Annamaria Furlan – ANSA –
MILANO, 16 DIC – “Sulla banca popolare di Bari posso solo affermare che quando sento dire che è un fallimento del mercato, dico adesso basta con questa storia, non è un fallimento del mercato“. Così il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, risponde interpellato sulla vicenda dell’istituto pugliese, a margine della presentazione del rapporto Greenitaly di Symbola. “E’ un fallimento di mercato l’Alitalia? Da quando sonopresidente (32 mesi) dico che quella non era la strada, non è un fallimento di mercato, piuttosto si è voluto perseguire una strada che non era sostenibile“, sostiene Bonomi, che fa lo stesso esempio per l’Ilva di Taranto: “un fallimento di mercato? è sempre colpa di qualcun altro, non credo” – ANSA –
BARI, 16 DIC – “Riteniamo che le mosse del Governo non siano sufficienti“. Per questa ragione il Codacons ha deciso di ritirare “la propria firma alla lettera diretta ai commissari della Banca Popolare di Bari da una cordata di associazioni dei consumatori che agisce a livello locale, e ha deciso di seguire un’altra strada per tutelare i risparmiatori della banca“. “Ritiriamo la nostra firma – è spiegato in una nota – da qualsiasi documento che attesti la solidità dell’istituto di credito. La nostra associazione da oggi agirà autonomamente per tutelare gli interessi dei risparmiatori della banca, attraverso una azione risarcitoria in sede penale per conto di tutti i soggetti danneggiati dalla gestione scriteriata dell’istituto, che potranno così chiedere nelle competenti sedi il risarcimento per le perdite patrimoniali subite” – ANSA –
ROSETO DEGLI ABRUZZI, 16 DIC – “Noi ci siamo già mossi dopo il Commissariamento perché nei giorni
scorsi siamo stati in contatto con i vertici della Banca e con i vertici nazionali del sistema bancario per capire che cosa succedeva, perché un fallimento sarebbe stato terribile per il nostro territorio. C’è stata questa soluzione che vede un intervento rilevante dello Stato e un intervento che si dice proiettato a far diventare questo istituto di credito banca del sud. Questo ci tranquillizza e tranquillizza soprattutto i
correntisti, i dipendenti che potevano correre rischi“. Lo ha detto l’assessore alle Attività Produttive Mauro Febbo, parlando della questione Banca Popolare di Bari, a margine di un evento tenutosi Villa Paris di Roseto degli Abruzzi (Teramo) per parlare della Programmazione dei Fondi Europei 2021-2027. “Abbiamo avuto piena disponibilità ad un prossimo incontro con i vertici della banca che avverrà nei primi giorni del nuovo anno, ma già abbiamo avuto rassicurazioni che si lavorerà per la difesa dei risparmiatori e dei lavoratori. Dico che la Banca Popolare di Bari, avendo incorporato le due casse di risparmio di Pescara e Teramo che hanno una grande presenza sul territorio importante, deve aiutarci a diventare una banca del territorio soprattutto aiutarci ad intervenire con il credito,alle piccole e medie
imprese abruzzesi che oggi soffrono terribilmente” – ANSA –
ROMA, 16 DIC – “Andiamo come un bulldozer contro i banchieri della Popolare di Bari ora senza timidezza o moderazione! Abbiamo messo in sicurezza i risparmi dei correntisti della Banca Popolare di Bari, però ora serve essere duri sia con i manager che hanno fatto il disastro che con chi doveva vigilare e non lo ha fatto. Senza paura e con molta durezza, altrimenti sarebbe un’occasione persa!“. Lo scrive su facebook il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni. “Siamo stati mandati al governo per non avere mezze misure su questi temi: O andiamo come un bulldozer contro questi banchieri e gli amici della politica o è meglio tornare a casa. O facciamo sul serio o non serviamo a nulla“, continua Buffagni che, sul suo post ieri sui facilitatori M5S, apparentemente critico, sottolinea: “Chiarisco che il post di ieri: non era un attacco a nessuno, ma una constatazione di un Movimento che ha bisogno di un rilancio importante, che valorizzi le competenze, la meritocrazia e i territori perché non sono una persona che si accontenta!“. Lo Stato azionista di maggioranza della Popolare di Bari “più che un obiettivo credo sia un’esigenza se serve per aiutare il sud l’Italia“. “Parliamo – ha aggiunto Buffagni – della più grande banca del mezzogiorno che ha già le sue criticità. Mentre devi difendere l’azienda e rilanciarla devi vedere dove sono andati a finire i soldi. Esistono tanti strumenti che lo stato mette a disposizione per fare in modo che l’azienda stia in piedi. Però non deve diventare un carrozzone altrimenti è meglio lasciar perdere”. “Noi – ha proseguito – siamo sempre preoccupati. Mettere la testa sotto la sabbia sulle banche come è stato fatto in passato ha portato a buchi clamorosi. È chiaro che se ci fossero problemi in banche piccole questo può essere un player aggregatore ma non per coprire i buchi di bilancio. Unicredit aveva annunciato dei tagli ci è stato garantito che saranno prepensionamenti coperti anche fondo interbancario quindi non graveranno sui conti dello Stato” – ANSA –
ROMA, 16 DIC – Scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.”Il decreto legge approvato ieri in tarda serata dal Consiglio dei Ministri di salvataggio della Banca Popolare di Bari può rappresentare certamente una soluzione momentanea per la situazione dell’istituto barese. Soprattutto se accompagnata dalla creazione della Banca del Mezzogiorno, una idea presentata da Forza Italia già anni fa. Resta il fatto che il Governo è intervenuto tardivamente, quando ormai i buoi erano scappati. L’ammontare delle risorse stanziate, circa 900 milioni, inoltre, è significativo per il bilancio dello Stato, soprattutto in un momento in cui l’Esecutivo giallorosso fatica a trovare risorse per la Legge di Bilancio in discussione. Infine, il caso della Popolare di Bari riduce il potere contrattuale italiano al tavolo negoziale sul delicato tema dell’Unione bancaria europea, nel momento esatto in cui ci sarebbe bisogno di coesione e unità. P.s.: In Veneto, ma non solo, sono tutti super arrabbiati per i due pesi e due misure adottati dal Governo. Per la Banca Popolare di Bari i debiti vengono pagati in un giorno, per le banche Venete i debiti vengono pagati dai correntisti. Qualcosa non funziona” – ANSA –
MILANO, 16 DIC – “I lavoratori e le lavoratrici non sono responsabili della situazione critica” della Banca Popolare di Bari “causata dalla pessima gestione da parte del management, puntualmente e ripetutamente denunciata dalle Organizzazioni Sindacali“. Lo affermano i sindacati dei bancari in una nota unitaria sottolineando come lo scopo del sit-in di oggi sia quello “di accendere i riflettori” sul tema delle “3.000 famiglie dei dipendenti” dell’istituto pugliese. I lavoratori “hanno dimostrato, nel tempo e nei fatti, la piena e totale disponibilità a superare le difficoltà insorte, ad assicurare la necessaria assistenza alla clientela in questi ultimi e difficili anni, ad assumere anche l’onere di sostenere economicamente l’istituto” assicurando un contributo di 20 milioni di euro in giornate di solidarietà. “Non si è riscontrato analogo comportamento responsabile da parte del management – prosegue la nota – che non ha lesinato spese, consulenze e sprechi, certificando l’incapacità gestionale di un gruppo dirigente, pressoché sempre immutato”. I sindacati, che chiedono ai commissari “un pronto e tempestivo incontro“. “Il Gruppo BPB – spiegano – è un fulcro economico fondamentale per l’economia delle nostre città, delle nostre regioni, del nostro mezzogiorno. Per questo vanno fatti tutti gli sforzi possibili per tutelare il lavoro, il risparmio dei cittadini e l’economia dei nostri territori” – ANSA –
BARI, 16 DIC – “Oggi Bari può guardare sicuramente con più fiducia al futuro perché la Banca Popolare di Bari è un tassello fondamentale del tessuto economico e produttivo del nostro territorio. Il governo con il decreto approvato ieri sera non ha messo in sicurezza solo la Banca ma migliaia di famiglie e i loro risparmi e centinaia di aziende che a loro volta sono il futuro di altre famiglie. Da sindaco della città e dell’area metropolitana non potevo non essere preoccupato per le sorti dell’istituto bancario e bene ha fatto il Governo a dimostrare responsabilità. Ora è giusto che dopo aver messo in sicurezza i risparmi delle famiglie si vada avanti per accertare le responsabilità di questa vicenda anche per restituire fiducia ai cittadini“. Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a proposito del decreto sul salvataggio della Banca Popolare di Bari. “I risparmi delle famiglie sono quasi al sicuro, nel senso che il decreto deve trovare poi attuazione”. Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente di Anci, Antonio Decaro, parlando della situazione della Banca Popolare di Bari a margine dell’evento de Il Sole 24 sui 30 anni dell’indagine sulla qualità della vita. “Per fortuna è stato approvato ieri altrimenti avremmo rischiato lo sgretolamento del tessuto economico di Bari ma anche di buona parte della regione Puglia e della città di Teramo e del territorio – ha aggiunto -, perché Banca popolare di Bari ha acquisito anche la Tercas. E i primi problemi della banca popolare di Bari nascono proprio dall’acquisizione di Tercas“. “Le famiglie guardano con più fiducia al futuro. Centinaia di aziende finanziate dalla banca vedono con più fiducia al futuro e anche i lavoratori. Credo che ora sia arrivato il momento di capire cosa sia successo. – ha continuato Antonio Decaro-. Lo farà la magistratura con un’inchiesta. Ma credo che lo dovrà fare anche il Parlamento per capire chi dovrà controllare e poi chi controlla le banche“. Ai giornalisti che gli hanno chiesto cosa rischiano i correntisti e gli azionisti o obbligazionisti della Banca, ha risposto: “I correntisti per fortuna non rischiano nulla. Azionisti e obbligazionisti vedremo cosa succederà nei prossimi giorni. Sarà utilizzato il Fondo Interbancario, che è un fondo privato che nel passato magari non si poteva utilizzare, ma abbiamo dimostrato all’Ue che è un fondo privato, quindi non è un vero e proprio aiuto di Stato” – ANSA –
ROMA, 16 DIC – Il sottosegretario Carlo Sibilia, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook “La bella notizia nel disastro della Popolare di Bari è che questa volta la politica interviene per salvare i risparmiatori e tutti i correntisti. Nessuno perde neanche un centesimo. E si gettano le basi per una banca d’investimento, mentre finiscono nei guai i banchieri, che subiranno l’azione di responsabilità. Altra nota positiva è che nessuno di noi al governo ha parenti nel cda della banca, nessuno di noi al governo ha parenti indagati per il crack Popolare di Bari. L’attuale Ministro per i Rapporti con il Parlamento non è dovuto uscire dal Consiglio dei Ministri per astenersi, quando si è esaminato il decreto. Prima che altri domani si sveglino con la voglia di attaccare, ricordiamo anche che la Banca Popolare di Bari non è la banca di riferimento di alcun partito, men che meno del M5S. Insomma non è la CrediEuroBari, per intenderci. Ognuno è libero di dire la sua, ma certi gruppo politici sul tema banche dovrebbero avere l’umiltà del silenzio” – ANSA –
BARI, 16 DIC – “Aspetto di vedere cosa arriverà da parte del Governo. Ne so quanto voi, so che si parla della eventualità di coinvolgere Invitalia per una banca del Sud. Non sarei contraria a un’ipotesi di questo tipo ma continuiamo a chiedere come Fratelli d’Italia che le banche che hanno un sostegno con i soldi dei contribuenti abbiano anche delle rigide regole“. Lo ha detto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, rispondendo a margine di un incontro elettorale a Bari a domande dei giornalisti sulla vicenda della Banca Popolare di Bari. “Sono proposte che abbiamo portato in Parlamento più di una volta – ha detto Meloni – abbiamo chiesto che quando una banca viene salvata con i soldi dei contribuenti si metta un tetto agli stipendi dei manager, che si abbia pubblica la lista dei debitori insolventi, che ci sia uno stop ai dividenti, sono tutte norme che non sono state approvate e me ne dispiace“. “Quando sento Di Maio parlare del problema della vigilanza, devo ricordare al ministro degli Esteri che Fratelli d’Italia ha portato in aula anche in questa legislatura una proposta per riportare Bankitalia sotto il controllo dello Stato, perché Bankitalia è oggi vittima, anzi responsabile, di una grande anomalia: un controllore posseduto da quelli che deve controllare. Non può mai funzionare la vigilanza bancaria così. Quindi Bankitalia deve tornare sotto il controllo del Governo e dello Stato“. “Questo è l’unico modo di fare una vigilanza seria – ha aggiunto Giorgia Meloni -, perché non è che non si sapesse che Popolare di Bari aveva un problema. Ha problemi da diverso tempo per una gestione troppo allegra che qualcuno doveva controllare prima e su cui qualcuno avrebbe dovuto prendere provvedimenti prima” – ANSA –
MILANO, 16 DIC – “Interventi così, in una banca di quell’importanza, in regioni così delicate, è chiaro che sono necessarie“. Cosí il fondatore e ceo di Banca Illimity ed ex ministro, Corrado Passera, a margine di StartupItalia, circa la Popolare di Bari. “Adesso tutto dipenderà – aggiunge – da come viene fatto, perché chiaramente all’interno della popolare di Bari c’è sicuramente una componente vitale che può continuare ad essere valorizzata, bisogna capire quanto le difficoltà e le zavorre si sono accumulate e come riuscire a far sì che la parte non solo salvabile ma rilanciabile della banca verrà effettivamente rilanciata. Il giudizio non è tanto sul salvare o non salvare ma è sulle modalità di questo salvataggio, che conosceremo nelle
prossime settimane” – ANSA –
ROMA, 16 DIC – “La Popolare di Bari è fra le banche ‘meno significative’, se così si può dire, e quindi non sotto la nostra vigilanza diretta. Ma naturalmente siamo tenuti informati dalla Banca d’Italia‘”. Lo ha detto il presidente del Consiglio di vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria – ANSA –
BRUXELLES, 16 DIC – Per quanto riguarda la vicenda della Popolare di Bari “siamo nella continuità delle scelte fatte in passato, con alcune differenze: mai in passato sono state destinate tante risorse a una banca e poi in questo caso siamo di fronte a un inadempimento da parte di quella Banca, che dal 2015 doveva trasformarsi in una società per azioni. Non lo ha ancora fatto. Spero che tutto il governo in queste ore si convinca che vada fatta questa scelta, che è una scelta dovuta da parte della banca“. Così il ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova, risponde ai giornalisti a margine del Consiglio Ue agricoltura.
“Non si può essere soddisfatti quando si è nella condizione di fare un intervento per mettere al riparo chi non ha responsabilità, in questo caso i correntisti e i lavoratori della Banca popolare di Bari“, ha precisato il ministro – ANSA –
ROMA, 16 DIC – “La Banca d’Italia era allora, è adesso e resterà sempre un’istituzione all’esclusivo servizio
dello Stato”. Nei giorni in cui la tensione per la crisi della Banca Popolare di Bari si fa sempre più accesa e le polemiche finiscono per travolgere la Vigilanza di Bankitalia, il numero uno di Via Nazionale ha preso spunto oggi dal lavoro esemplare che all’epoca fece Giorgio Ambrosoli nel crac Sindona, e con
queste poche, lapidarie, parole ha voluto difendere il ruolo e l’autorevolezza della banca centrale. Una difesa che cerca anche di contrastare le forti critiche del Movimento 5 Stelle che puntano il dito anche contro la scelta di Antonio Blandini a Commissario. Dal governatore nessun riferimento esplicito alla vicenda che in questi giorni infiamma politica e opinione pubblica, ma lo spunto del caso Ambrosoli, raccontato in un ‘docufilm’ presentato oggi in anteprima, serve certamente a Visco per mandare un messaggio a chi dubita dell’efficacia dei controlli della Banca d’Italia nella vicenda che ha portato la Popolare di Bari al commissariamento e poi all’intervento del governo. “La vicenda di Giorgio Ambrosoli non deve essere dimenticata non solo per il ruolo che riveste nella storia di questo paese, ma anche per l’alto esempio che offre alle giovani generazioni. Oggi viviamo in un clima difficile – avverte il governatore – la situazione economica non è favorevole, si è spesso alla ricerca di illusori capri espiatori” e ne emergono “sentimenti di odio” e “modelli negativi“. Le poche parole del Governatore sono poi corredate da un documento di approfondimento che arriva da Via Nazionale e che ricostruisce nel dettaglio le varie tappe del confronto tra Vigilanza e Popolare di Bari. Una ricostruzione che sembra di dovere dopo le critiche che all’istituto centrale sono arrivate soprattutto dal Movimento 5 stelle, con Di Maio che rilancia la commissione d’inchiesta sulle banche e chiede i verbali delle ispezioni per sapere se ci siano stati “omessi controlli”, ma anche da Salvini e da Renzi. E i 5 stelle criticano Bankitalia anche per aver scelto come commissario della Popolare di Bari “il professore universitario che, in passato, era stato indicato dalla stessa autorità come membro del comitato di sorveglianza nel commissariamento di Tercas”. Tutto parte dal 2010, ricorda Bankitalia, quando la Popolare di Bari viene sottoposta ad accertamenti ispettivi, che si concludono con una valutazione “parzialmente sfavorevole”. Giudizio cui fanno seguito negli anni successivi fasi alterne di apparenti miglioramenti della situazione (che aprono la strada alla controversa acquisizione di Tercas), nuovi richiami su governance e conti e poi sanzioni ai vertici dell’istituto. Dopo le misure adottate ieri dal Governo, Mediocredito, Invitalia e Fitd sono ora al lavoro insieme ai commissari per valutare l’entità delle perdite dell’istituto pugliese e mettere quindi a punto il piano industriale che porterà alla creazione della banca d’investimenti del Sud, con l’intento di aggregare poi anche altre banche popolari. Da Bruxelles intanto la portavoce della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha detto che è stata presa nota dell’adozione del decreto e la commissione è in contatto con
l’Italia, pronta “a discutere la disponibilità e le condizioni degli strumenti disponibili nell’ambito delle norme Ue”. E il presidente del Consiglio di vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria, commenta: “la Popolare di Bari è fra le banche ‘meno significative’, se così si può dire, e quindi non sotto la nostra vigilanza diretta. Ma naturalmente siamo tenuti informati dalla Banca d’Italia”. In Italia, invece, molte sono le reazioni alle misure varate dall’esecutivo dopo il commissariamento di Bankitalia. Da parte governativa, il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni esorta ad andare “come un bulldozer contro i banchieri della Popolare di Bari ora senza timidezza o moderazione! Senza paura e con molta durezza, altrimenti sarebbe un’occasione persa!”. Interviene anche il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: “delle responsabilità ci sono state, non entro nelle scelte tecniche, il governo tuteli il bene comune con tutti gli strumenti che ha a disposizione. Certo, non so come si sia arrivati a questi crack”. Sul fronte sindacale, invece, la leader della Cisl Annamaria Furlan definisce giusto l’intervento del Governo, “ma – avverte – serve ora una riforma che cambi la governance delle banche e modifichi il sistema di vigilanza pubblica”. “Il Governo è intervenuto tardivamente, quando ormai i buoi erano scappati” critica Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia sostenendo che il decreto approvato ieri è una “soluzione momentanea”. Mentre il Codacons ritiene che “le mosse del Governo non siano sufficienti” – ANSA –