TERAMO – “Siamo costretti a tornare sull’argomento dei siti culturali chiusi, sia perché la maggioranza comunale ha ritenuto di utilizzare parole poco gentili nei nostri riguardi, sia perché la narrazione è distonica rispetto alla realtà dei fatti”. Inizia così la replica del gruppo consiliare ‘Cittadini in Comune’ all’Amministrazione comunale, in relazione alla chiusura del polo museale e dei siti culturali della città di Teramo. “Il Sindaco di Teramo, evidentemente piccato di non poter vantare risultati concreti del proprio operato dopo che è trascorso il 90% dell’intera Consigliatura, accusa lo scrivente Gruppo di ‘distorsione della realtà’ e ‘manifesta non conoscenza del patrimonio storico-culturale teramano’ – continua la nota – ribadendo la solita litania della polemica ‘esclusivamente strumentale’, concludendo con un sussiegoso quanto ingiustificato ‘se avessero studiato di più, avrebbero evitato l’ennesima figuraccia’. Chiediamo venia se i nostri titoli di studio non sono al livello di quelli degli illuminati amministratori comunali, e ci scusiamo se siamo politici da marciapiede (come ripeteva sempre il nostro concittadino Marco Pannella), ma il nostro stare a contatto con le persone e il nostro civismo da strada ci consente di conoscere molte realtà che vengono ignorate proprio da chi accusa gli altri di ignoranza”.

“Innanzitutto risulta confermato quanto abbiamo denunciato, e cioè che 9 siti culturali cittadini sui 14 totali siano chiusi in via permanente, e a tale proposito il Sindaco e il suo illuminato Assessore alla Cultura negano soltanto che sia chiusa l’Area archeologica della Madonna della Cona, della quale sostengono che sia ‘attualmente aperta e fruibile’. Purtroppo, però, sul sito istituzionale del Comune, alla pagina dedicata, risulta ben visibile la scritta: ‘L’area archeologica Madonna della Cona al momento non è aperta al pubblico’. Ne consegue che coloro che avrebbero dovuto studiare di più per evitare l’ennesima figuraccia – continua il gruppo consigliare – sono proprio Gianguido D’Alberto e Andrea Core. Ma siccome ci piace essere meticolosi nelle nostre affermazioni, questa mattina abbiamo svolto uno scrupoloso sopralluogo alla Cona, sia dinanzi alla ‘Necropoli di Ponte Messato’ e sia dinanzi alla ‘Necropoli sulla Via Sacra dei Pretuzii’: dal reportage che alleghiamo si comprende bene come siano molti anni che nessuno usufruisce dell’area e i residenti di Via Cavalieri di Vittorio Veneto ci hanno confermato che le strutture non siano mai state aperte negli ultimi 5 anni, come del resto lascia intuire l’assenza di ogni e qualsivoglia cartello con le indicazioni degli orari di apertura o dei contatti per prenotare una qualsiasi visita. Ma non basta: dalle foto si evince lo stato di abbandono, le erbacce che hanno invaso tutto, coprendo anche le panchine che cadono a pezzi per inutilizzo, oltre alle piante che crescono direttamente dentro al sito archeologico e al materiale abbandonato, nonché l’unico cartellone eroso dal sole e dal tempo, già caduto a terra, e al chiosco informatico con bar e bagni mai aperto, né mai utilizzato”.

“E c’è pure un’ulteriore questione, segnalataci dai dirimpettai, i quali riferiscono che il Comitato di quartiere Cona abbia chiesto più volte di poter gestire l’Area e di poterla aprire al pubblico, del tutto gratuitamente e con assicurazione a proprio carico – incalzano i consiglieri del gruppo – ma sembrerebbe che abbia sempre ricevuto porte in faccia dalle Istituzioni. Quanto agli unici 5 siti culturali effettivamente aperti, v’è da aggiungere che la sola ARCA di Corso San Giorgio sia in ottime condizioni (soltanto perché l’immobile è di proprietà della Provincia), mentre gli altri 4 presentano numerose e gravi problematiche:
1) la Sala ipogea di Piazza Garibaldi attende lavori milionari di restauro (considerato che notoriamente piove dal tetto e durante l’imminente inverno c’è da dubitare che resti sempre aperta e fruibile);
2) il Castello Della Monica necessita almeno di altri 600mila euro di ulteriori lavori interni al palazzo principale e di molti milioni di euro per il recupero del cosiddetto quartierino medievale annesso al Castello;
3) la Sala espositiva di Via Nicola Palma dev’essere totalmente ristrutturata, a partire dal portone di ingresso e passando per tutta l’impiantistica;
4) la Pinacoteca Civica necessita parimenti di lavori strutturali all’immobile.
In un simile scenario, che definire post-bellico sarebbe un eufemismo, leggere le perentorie affermazioni del Sindaco che narrano di una magnificente attenzione alla cultura che avrebbe ‘reso la nostra città punto di riferimento anche fuori i confini regionali’, suscita un sorriso amaro e induce alla prostrazione intellettuale”.

“Siamo al teatro dell’assurdo: lo scrivente Gruppo consiliare parla per fatti e per dati concreti, la maggioranza comunale replica che le nostre dichiarazioni ‘destano stupore’. Pertanto, invitiamo tutti i cittadini sia a verificare la pagina del Polo Museale di Teramo sul sito istituzionale del Comune (https://www.comune.teramo.it/amministrazione/luoghi/musei/26-92.html) per prendere contezza di cosa vi sia realmente riportato, e sia a visitare personalmente tutti i 14 siti culturali cittadini per prendere coscienza di cosa sia realmente aperto e cosa inequivocabilmente non fruibile”, concludono i Consiglieri Comunali Osvaldo Di Teodoro, Giovanni Luzii e Ivan Verzilli.