E’ stata realizzata dagli studenti del liceo artistico di Castelli e diventa itinerante. E’ l’immagine storica di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sorridenti ritratta dal fotografo Tony Gentile, da anni uno degli emblemi della lotta alle mafie, ma ora diventata  una scultura in pietra della Majella, come simbolo della legalità. L’hanno realizzata gli studenti del liceo artistico di Castelli (Teramo) diretta ai tempi dalla Prof. Eleonora Magno, sotto la guida del maestro e scultore Valentino Giampaoli, ed ha vinto il “Premio legalità” 2019 consegnato  nella Fiera di Rimini  come migliore progetto educativo artistico per le scuole . 40 quintali di peso, 1 anno di lavoro, l’opera, dal titolo «Il Sorriso, omaggio a Falcone e Borsellino», torna itinerante  nell’ambito del XXX Premio Borsellino, (disponibile gratuitamente per tutte le scuole che ne facciano richiesta come momento di educazione civica). Sulla scultura, realizzata in pietra della Majella per creare un collegamento tra la lotta alle mafie e l’Abruzzo, si legge la scritta «Le idee restano». Le idee restano sono quelle di Falcone e Borsellino,

Venerdi 21 ottobre ad ASCOLI, sabato 22 ottobre a MONSAMPOLO e domenica 23 ottobre a SAN BENEDETTO DEL TRONTO il monumento “Il sorriso di Giovanni e Paolo” sarà scoperto  nell’ambito del XXX Premio Borsellino (premiata da Euro Just nel 2018).  Il monumento poi rimarrà esposto fino al 28 ottobre a MONSAMPOLO per poi tornare a  Pescara per le cerimonie di consegna del Premi 2022 al teatro massimo di Pescara. Per poi spostarsi a Città Sant’angelo e a   Napoli/Caivano nella piazza di spaccio più grande d’Europa  per la chiusura del Premio a cui interverranno numerose autorità .

Una iniziativa molto importante e significativa perché nell’immaginario collettivo il fenomeno mafioso è spesso soggetto a una rappresentazione fortemente stereotipata mentre gli studenti si rendono conto che il problema delle mafie è un fenomeno ormai globalizzato e diffuso su scala nazionale, e non faticano a riconoscerlo “in casa propria”, come fenomeno più vicino e locale, tant’è che per quasi la metà degli studenti avvertono la presenza della mafia nella propria zona, capendo che mafia e cultura mafiosa agiscono, si manifestano e si fanno durature, anche in quei luoghi ritenuti non a tradizionale presenza mafiosa, nella gestione degli affari criminali.