ROMA – Non è il primo mese che il Sud svetta, già a giugno aveva mostrato il tasso più elevato insieme al Nord Est (0,8%) e a marzo aveva scavalcato tutte le altre ripartizioni, primeggiando in solitaria. Sia il 2018 che il 2017 invece erano stati archiviati con il Sud in ultima posizione. Nel 2018 il Nord Ovest aveva segnato il rialzo dei prezzi maggiore (1,3%) lasciando indietro Sud e Isole (1,0% in ambo i casi). L’anno prima il Sud era sempre in fondo ma le Isole avevano mostrato segnali di vivacità (1,4%). Il 2019 offre uno spaccato diverso, con tutto il Mezzogiorno risollevato, il Nord ondeggiante e il Centro depresso. Tornando al mese di luglio, l’ultimo per cui sono disponibili i dati dell’Istat, apre la graduatoria l’Abruzzo (0,9%). Sopra la media nazionale anche la Puglia (0,8%), la Sicilia e la Calabria (0,6% in tutte e due). Tra le città il primato di Bari risente probabilmente della spinta che arriva da ristoranti e alberghi (+2,3% contro la media nazionale dell’1,1%) e dagli altri beni e servizi sui prezzi dei quali potrebbe avere inciso anche il passaggio alla carta d’identità elettronica, come è capitato in altri Comuni. In questi casi si tratta di costi amministrativi che nel giro di un anno vengono assorbiti, venendosi a confrontare situazioni non più differenti ma analoghe. C’è poi da dire che il risveglio dei prezzi al Sud avviene comunque in un contesto di calma piatta, di inflazione minima. In più, essendo il livello generale dei prezzi nel Mezzogiorno più basso, singoli eventi possono trascinare in alto le variazioni. Occhio quindi a quel che accadrà nei prossimi mesi – (ANSA)