L’AQUILA – “Grazie per il sostegno che ci avete dato, ma quando si perde, si chiede scusa. C’è poco da essere orgogliosi o rivendicare vittorie di Pirro. Ci vuole un bagno di umiltà. Io invece sono addolorata per la sconfitta. Ho perso io, ma ha perso tutta l’area progressista. Bisogna superare le divisioni, ma non basta. Bisogna capire, reagire, innovare. Ringrazio tutte le persone che mi hanno sostenuta, le candidate e i candidati che ci hanno messo la faccia, le liste ed i partiti che mi hanno supportata con solidarietà ed onestà. Auguro buon lavoro al Sindaco Biondi per il prossimo quinquennio, tanto decisivo per lo sviluppo della città. L’ho chiamato per telefono, per me la campagna elettorale è finita. Si lavora tutti e tutte per la città nei ruoli diversi che ci sono stati attribuiti dall’esito del voto. Il centrosinistra entra in consiglio con ottime figure preparate e appassionate a cui faccio un augurio affettuoso che estendo a tutto il nuovo consiglio. Tutto il campo progressista deve affrontare seriamente il dibattito post elettorale. Con momenti pubblici, aperti, costruttivi”. Questo è il commento dell’on. Stefania Pezzopane, che ha corso per le amministrative a L’Aquila come candidata sindaca, che analizza il voto che ha visto la riconferma a sindaco di Pierluigi Biondi.
“Vado al sodo – spiega Pezzopane -:
1) Il cambiamento è necessario davvero e l’investimento su figure giovani ed effettivamente nuove non può restare un buon proposito, ma deve essere una ineludibile decisione e azione. Per me questo è un imperativo su cui mi impegnerò come non mai.
2) Il risultato del Sindaco Biondi è inequivocabile e le sue liste sfiorano il 60%, forse vale la pena di approfondire cosa è successo in questi 5 anni nella città. E capire che per scalfire ed invertire tali numeri serve una politica chiara, un progetto solido e una squadra capace, coesa e solidale. Serve un lavoro politico ed amministrativo tutti i giorni. Instancabilmente.
3) Mi prendo ogni responsabilità che mi compete, facciamolo con serietà, tutti insieme, se davvero vogliamo cambiare. Per scegliere il candidato sindaco ci vogliono regole e soprattutto partecipazione. Ho aderito alla decisione di candidatura del tavolo di coalizione che era stato formato, ho insistito e avrei voluto la celebrazione delle primarie per dare forza a una candidatura unitaria ma purtroppo non è stato possibile e non certo per mia volontà.
4) Ho fatto una campagna elettorale circondata da tanti giovani e donne, ma ho pagato antiche divisioni, non sono mancati i colpi bassi, tradimenti malcelati, attacchi personali, voci false, doppiezze e ambiguità. Con il coronamento dell’uso politico del voto disgiunto. Ma so che questi pur dolorosi, deprecabili e nefasti atteggiamenti non bastano comunque a spiegare quanto accaduto. Perciò dobbiamo disporci a un discorso aspro, ma necessario”.
“Abbiamo perso, ho perso io certamente, ha perso il centro sinistra che guidavo, ha perso il campo civico liberale in cui era candidato Americo Di Benedetto. Abbiamo drammaticamente perso. Chiunque si autoassolva o trovi piccoli escamotage per lenire il dolore della sconfitta compie un errore. Non facciamo come 5 anni fa, perdemmo al secondo turno e subito iniziò lo scaricabarile delle colpe, delle recriminazioni che sono durate, sfiancanti, per 5 anni. Perdemmo nel 2017 con Americo Di Benedetto che sostenni con convinzione e lealtà fino in fondo, perdiamo dopo 5 anni ancora con lui e con me separati. Lavorerò per riavvicinare questi due mondi e con Americo dai banchi del consiglio comunale così come si lavora e si sta insieme in consiglio regionale. Tra 5 anni ci vorranno nuove figure su cui investire per tempo con gioco di squadra – continua la parlamentare Pd – senza ambiguità e con lo sguardo al nostro popolo che ci chiede impegno e unità. La divisione non premia mai, neppure se la si giustifica come azione necessaria ad erodere il consenso della destra. La tattica non può sostituire la politica, perché la gente ci vota se diciamo cosa vogliamo fare e se ci mostriamo uniti a farlo. Perché il centrodestra oggi a L’Aquila è molto forte e non si può certo vincere ripetendo scelte di candidature tardive e per di più accompagnate da polemiche sfiancanti. Guardiamo con attenzione i risultati delle liste. Il centrodestra arriva quasi al 60 %, un risultato enorme, il Sindaco Biondi al 54,38%. Le liste delle due coalizioni del campo progressista, invece si fermano attorno al 40% (23,53 Liste Pezzopane e 16,95 liste Di Benedetto). Uno scarto tra le liste della destra e quelle del campo progressista di 20 punti non si colma in pochi mesi e neppure con mirabolanti performance personali. Con questi numeri l’analisi deve essere spietata. Biondi ed il centrodestra arrivano al governo della città ed avviano un radicamento profondo aiutati certamente da una spinta ideologica, ma anche dalla mole di risorse gestite nella pandemia, per la ricostruzione e con il Pnrr arrivato in piena campagna elettorale a rafforzare un sistema già impostato di relazioni, interessi, situazioni”.
“Va riconosciuto che Biondi ha utilizzato questi 5 anni per rafforzare le sue reti, creando un vero sistema di potere riconoscibile e ficcante. È insieme sistema di potere e radicamento sociale, presenza in tutti i paesi e frazioni, nelle partecipate e in tutti gli spazi della sanità c’è una organizzata rete, persino con alcune associazioni sportive e culturali presidiate come fossero cellule di partito con persone fidelizzate. Grazie alla enorme massa di risorse pubbliche pervenute dai nostri governi, tante associazioni sono sostenute da contributi decisi direttamente dal sindaco e dalla giunta. Questo ha contribuito a creare un clima positivo sull’amministrazione comunale; troppi progetti sono rimasti al palo (ex psichiatrico di Collemaggio, piazza d’armi, lo Smart tunnel, le mura urbiche, il parcheggio di porta Leone, quello di viale della croce Rossa ecc) ma questo racconto non è riuscito a diventare coscienza collettiva. Il Pd si ferma sotto il 9%, il M5S sotto all’1% ed erano gli unici due simboli di partito presenti ed anche il Passo Possibile diminuisce i voti rispetto a 5 anni fa. Guardiamo a questo tracollo con lucidità altrimenti non cambierà nulla. E dobbiamo tutti dare una mano, con una sorta di moratoria sulle ambizioni personali, per preparare un terreno fertile affinché tra 5 anni sia pronto un progetto della città da capitale regionale, con una sanità d’avanguardia e tutti gli altri temi che ci stanno a cuore. Tutto questo sarà affidato a una classe dirigente rinnovata e capace di guidare il cambiamento. Le energie ci sono, Crediamoci. Ringrazio la mia famiglia per la vicinanza affettuosa e ringrazio anche il mio compagno oggetto di una attenzione morbosa. Hanno voluto mischiare la mia vita privata che difendo, con il mio impegno politico su cui avrei preferito un confronto pubblico; un massacro di voci e un circolo di vecchi video ripescati nel web usati per colpirmi al cuore e delegittimarmi con un perbenismo ipocrita degno di miglior causa”, conclude Stefania Pezzopane.