TERAMO – “Restiamo umani, per fermare ogni guerra, per respingere e decostruire la distruttiva cultura di violenza e di morte della virilità guerriera”. Di questo si parlerà con Stefano Ciccone, promotore della mobilitazione per “una manifestazione nazionale contro la guerra, contro tutte le guerre, contro la cultura della guerra”  e Annalisa Milani, presidente di Wilpf Italia (Lega internazionale di donne per la pace). L’incontro organizzato dal Centro di cultura delle donne “Hannah  Arendt”, in collaborazione  con la Casa Internazionale delle donne di Roma e Wilpf Italia, si svolgerà a Teramo giovedì 17 aprile, alle ore 18, presso l’ Auditorium del Conservatorio “Braga”, C.so San Giorgio. Seguiranno l’intermezzo musicale  di Ilenia Appicciafuoco e il reading PAROLE DI PACE PER AZIONI DI PACE. Interverranno: Margherita Adduci, Maria Teresa Barnabei,  Simonetta Chelli, Elisabetta Di Biagio, Santina Di Biagio, Anna Maria Giordano, Gabriella Lupinetti, Giuseppina Michini. Introdurrà e coordinerà Guendalina Di Sabatino.

Si legge nella presentazione dell’evento: “A livello nazionale il movimento conta già moltissime adesioni; tra le quali: filosofe, teoriche del femminismo italiano, teologhe e numerose associazioni. Hannah Arendt scriveva: ‘La guerra non restaura diritti, ma ridefinisce poteri’. E sono proprio i rappresentanti di quei poteri che, strumentalmente, attaccano, e spesso ridicolizzano, qualsiasi pensiero di pace o di nonviolenza. Noi rifiutiamo la loro ideologia bellicista e la loro preparazione ad un clima sociale e culturale che  porta l’ umanità alla guerra, alla diffusione della paura, alla sindrome del nemico esterno, al nazionalismo europeo reazionario, all’Europa fortezza. Vogliamo fermare il piano europeo di riarmo: 800 miliardi di euro rubati al bene sociale.  L’Europa può costruire un proprio ruolo autonomo ed essere soggetto promotore di pace e cooperazione non accodandosi nella corsa al riarmo, ma con una propria iniziativa politica e diplomatica, con una maggiore integrazione della politica estera e di sicurezza decise dal Parlamento. Il ripudio della guerra, scritto nella Costituzione italiana, è ancora saldo nella coscienza  sociale del nostro paese. È in continua crescita tra le cittadine e i cittadini una contrarietà alla guerra e alla scelta di contribuire al massacro e all’escalation militare. Nonostante il silenzio complice nelle istituzioni l’orrore nel paese per la sofferenza delle persone a Gaza cresce ad ogni testimonianza delle violenze in atto. Ci chiedono: ‘Con chi stai?’ Come se rifiutare di assistere allo scontro ‘tifando’ significasse non distinguere le responsabilità. Non è indifferenza, ma volontà di svolgere un ruolo attivo per la pace, di rappresentare un’alternativa allo schema amico-nemico. Sosteniamo gli obiettori di coscienza in Ucraina e Russia, in Israele e Palestina. Siamo con le femministe e i cittadini e che si oppongono allo sciovinismo di Putin; siamo con la popolazione civile ucraina e palestinese che ha perso i propri cari e le proprie case, siamo con i giovani russi mandati a morire e con gli uomini ucraini obbligati ad arruolarsi, siamo con chi nei diversi paesi europei ha contrastato la crescita dei nazionalismi. Siamo con le giovani e i giovani israeliani che rifiutano di partecipare alla violenza del proprio esercito, siamo con quante e quanti in Palestina hanno costruito pratiche di resistenza nonviolenta e che rifiutano il richiamo islamista, siamo con le esperienze di dialogo e solidarietà tra persone israeliane e palestinesi. Siamo con le migliaia di persone che oggi manifestano contro Erdogan. Siamo con chi fugge da tutte le guerre e tragedie e viene respinto ai confini dell’Europa, perché non abbiamo dubbi: Tra uccidere e morire c’è una terza via: vivere”.