TERAMO – Un bar che fa gola a tanti. Soprattutto in virtù degli accessi giornalieri e della mole d’affari che si sviluppa nell’androne del Mazzini, tra pazienti, dipendenti e semplici utenti. Quello dell’ospedale è un’economia che rende tanto e che smuove appetiti diversi. Tanto che è in piedi un ricorso, che verrà discusso a giorni dal Tar, che vuole contestare la legittimità dell’offerta della ditta Basilisco Srl che in data 10 ottobre 2018 si è aggiudicata la gara d’appalto per l’affidamento in concessione del bar per un valore stimato di sei milioni di euro per sei anni (quattro più altri due di proroga). L’operatore economico teramano si è aggiudicato la gara formulando un’offerta che ha previsto un canone annuo di 276 mila euro, per un rialzo del 38% sul canone posto a base d’asta e un aggio del 17% (che equivale un’entrata per la Asl di 222 mila euro annui), con un rialzo del 10% rispetto al definito minimo. “Troppo per la ditta ricorrente – chiosa il direttore amministrativo, Maurizio Di Giosia -, numeri troppo alti che hanno dato il là alla sospensiva, un’offerta insomma non congrua col volume d’affari, eccessiva, così hanno ritenuto”.

Il ricorso per l’annullamento della delibera della Asl è stato depositato da una ditta partecipante in data 20 novembre 2018, il Tar ha accolto l’istanza cautelare e ha fissato l’udienza per il prossimo 20 febbraio.

Nel frattempo, Circonvallazione Ragusa non ha inteso interrompere il servizio, di vitale importanza per chi si voglia rifocillare in ambito nosocomiale, che supporta operatori sanitari, utenza e pazienti stessi, fornendo continuità al servizio agli stessi prezzi, patti e condizioni differendo il termine al 31 marzo prossimo.

“Per noi è importante questo servizio – prosegue Di Giosia – cerchiamo di servire l’utenza nel migliore dei modi offrendo una ristorazione in linea con i migliori principi del settore, tendendo naturalmente d’occhio la tasca, dal momento che tutto ciò che s’incassa dall’affidamento in gestione del bar si investirà poi sulla vita sanitaria stessa della nostra azienda, nessuno guadagna del proprio in questa attività”.

L’offerta che la ditta ricorrente definisce “eccessiva”, dunque criterio per il suo ricorso al Tar, secondo il direttore amministrativo potrebbe avere una sua lettura: “L’imprenditore che ha vinto il bando potrebbe ad esempio aver previsto una crescita in termini economici, così da giustificare i rialzi dell’offerta, insomma sarebbero stati concepiti investimenti che alla fine hanno potuto gonfiare l’intero contesto economico”.

La vita del bar dell’ospedale nel tempo è stata abbastanza tormentata e al centro anche dell’attenzione della politica locale, visto il cospicuo ritorno economico. I suoi numeri sono da record dal momento che bene o male i posti letto al Mazzini di Teramo ammontano a circa 450 con una frequenza giornaliera di visite al bar che si attesta sul migliaio, ma anche più, senza contare il migliaio di dipendenti, tutto ciò spalmato su 15 ore di apertura giornaliera.

 

Maurizio Di Biagio