Nella conferenza stampa del film “Natale a tutti i costi”, Christian De Sica, prova a spiegare: “Se la sono presa proprio con me, ma sbagliano. Vado spesso in Abruzzo per spettacoli e il loro vino mi piace. Mi dispiace che i produttori di vino abruzzese si siano sentiti offesi, non era intenzione di nessuno”. Così il noto attore comico Christian De Sica prova a mettere la parola fine alle interminabili polemiche scoppiate a seguito dell’uscita del trailer del nuovo film di Natale, “Natale a tutti i costi” su Netflix dal 19 dicembre.

Se il sornione Presidente Marco Marsilio aveva provato a buttarla sul buonismo lucrando dalla gaffe di De Sica uno spot gratuito per i vini abruzzesi e una visita in Abruzzo . Se il Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo e Coldiretto Abruzzo hanno chiesto a Netflix di modificare la battuta prima dell’uscita del film (cosa non accaduta). Mentre in Abruzzo si alza ovunque la protesta  in difesa dei viticultori abruzzesi che si sono recentemente aggiudicati il premio Wine Region of the Year 2022 – fin dal principio e ora con più forza – è sceso in campo con il suo stile concreto ed efficace  il consigliere regionale, e capogruppo di Forza Italia, Mauro Febbo che risponde a De Sica, “Non basta, devi rettificare” e chiede di andare avanti con l’azione risarcitoria contro De Sica e contro il colosso Netflix. E i risultati si sono subito visti.

Sono migliaia i cittadini che sui social lanciano l’hastag di Mauro Febbo #nononbastadevirettificare #avanticonazionerisarcitoria in difesa dei viticultori  che con 40 mila ettari di superficie vitata, 20 mila aziende vitivinicole e una produzione annua di 4 milioni di ettolitri, da lavoro a decine di migliaia di lavoratori abruzzesi e crea ricchezza con un export per un valore di oltre 250milioni di euro con andamento costantemente in ascesa nei principali mercati internazionali di riferimento enologico.

Il cinema è cultura e va tutelato ma anche il lavoro dei viticoltori abruzzesi  che da decenni immettono sui mercati etichette tra le più premiate a livello nazionale e internazionali, merita di essere ben raccontato e non deriso o sminuito . n questo momento storico già complicato per l’economia italiana bisognerebbe fare attenzione ad attaccare – seppur con l’obiettivo di strappare una risata – una fetta così importante della produzione vitivinicola italiana, un emblema del made in Italy. Dispiace che gli autori non abbiano avuto la fantasia e l’acume necessari per evitare di recare un’offesa gratuita e ingenerosa, oltre che profondamente ingiusta, figlia di un vecchio pregiudizio nei confronti del vino abruzzese, che invece da decenni ha raggiunto punte di eccellenza e continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.