ROSETO DEGLI ABRUZZI – Cgil, Cisl e UIL continuano ad affermare con forza la necessità che lo sviluppo del Paese sia supportato da politiche espansive e sostengono, in coerenza con le linee espresse dalla Confederazione Europea dei Sindacati, che sia necessario il superamento delle politiche di austerity che, in Italia come in Europa, hanno determinato profonde disuguaglianze, aumento della povertà, crescita della disoccupazione in particolare giovanile e femminile.
Con l’intento di aprire un confronto con il Governo che tenga conto delle proposte discusse e condivise con le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate ed i pensionati sono stati organizzati attivi unitari su tutto il territorio nazionale. Quello della provincia di Teramo, incentrato sul tema della previdenza, si svolgerà il 17 novembre alle 9.30 presso il palazzo del Mare di Roseto degli Abruzzi e vedrà la partecipazione del Segretario Generale Aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, al quale saranno affidate le conclusioni del confronto.
“La manovra del Governo – si legge in una nota – pur rappresentando una prima inversione di tendenza, mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico che sia capace di ricomporre e rilanciare le politiche pubbliche finalizzate allo sviluppo sostenibile e al lavoro”.
Per i sindacati, l’utilizzo degli oltre 22 miliardi di spesa previsti in deficit dalla manovra deve essere finalizzato a nuove politiche che mettano al centro il lavoro e la sua qualità, in particolare per i giovani e le donne, che siano in grado di contrastare l’esclusione sociale e la povertà; che determinino processi redistributivi e di coesione nel Mezzogiorno; che prevedano investimenti in infrastrutture materiali e sociali; innovazione,scuola, formazione e ricerca, prevenzione e messa in sicurezza del territorio e che sostengano le politiche industriali.
“La manovra traccia, invece, un percorso diverso – si legge ancora nella nota – mancano le risorse per gli investimenti poiché si privilegia invece la spesa corrente, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. Il contrasto alla povertà è senza dubbio una priorità per il Paese, ma la povertà non si combatte se non c’è lavoro e non si rafforzano le grandi reti pubbliche del Paese: sanità, istruzione e servizi all’infanzia e assistenza. Del tutto assenti sono i riferimenti all’innovazione nella Pubblica Amministrazione e al rinnovo di contratti in essere e di quelli futuri”.
Per i sindacati sulla previdenza è positiva l’apertura di una base di confronto su “quota 100”, ma manca qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi a favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza.