TERAMO – Lo scorso giovedì 11 ottobre a Roma si è tenuta la riunione della Commissione Immigrazione e politiche per l’integrazione dell’ANCI, a cui hanno partecipato l’assessore di Teramo Sara Falini e il Consigliere Comunale Andrea Core, durante la quale si è discusso delle iniziative da intraprendere in relazione al DL Sicurezza e Immigrazione, di prossima pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
È stata l’occasione per ribadire le criticità che l’Associazione dei Comuni aveva già avuto modo di sottolineare in precedenza, a cominciare dalle modalità con le quali il Governo ha emanato questo decreto in agosto e senza alcun tipo di confronto preventivo con chi quotidianamente affronta e gestisce sui territori la pubblica sicurezza e il fenomeno migratorio. ?Nel corso della riunione, la Commissione ANCI ha ribadito con forza come ora che si avvia la fase di conversione del decreto legge sarà necessario un coinvolgimento dell’associazione stessa, la quale ha già avuto modo di presentare emendamenti per il miglioramento di un testo che rischia di produrre effetti drammatici sul territorio.
A conclusione della riunione della Commissione, l’Assessore Falini ha dichiarato: “Ad oggi il modello SPRAR rappresenta un’esperienza virtuosa tanto a livello nazionale quanto a livello locale, dove è possibile mettere in campo politiche per l’accoglienza di un centinaio tra rifugiati e richiedenti asilo impegnati in attività di pubblica utilità e coinvolti in percorsi personalizzati finalizzati all’integrazione sociale e lavorativa, alla riacquisizione dell’autonomia personale e la riappropriazione dell’identità sociale. Questo sistema di accoglienza diffusa su tutto il territorio, gestito da enti pubblici, viene invidiato all’Italia da tutto il resto dell’Europa: non si capisce quindi perché si debba andare a smantellare e sostituire con un nuovo modello di gestione dell’immigrazione affidato ai privati e che rischierebbe di creare enormi problematiche anche da un punto di vista sociale. Il decreto approvato e in fase di conversione, infatti, va nella direzione di sostituire il progetto SPRAR con la creazione dei Centri di Accoglienza Straordinari (CAS) dove verrebbero concentrati tutti i migranti, generando un grande senso di insicurezza e malcontento della popolazione, specie nei Comuni più piccoli. A questo si aggiunga la mancanza della presa in carico dei richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità, che però resterebbero comunque a carico dei servizi socio sanitari e quindi dei Comuni stessi. In pratica, con questo decreto, il grande rischio è quello di un aumento esponenziale delle persone in condizione di irregolarità che, in assenza di politiche concrete di incentivi al rimpatrio, sono destinate a ingrossare le fila del lavoro nero e della criminalità organizzata. Inoltre l’assistenza anche da un punto di vista economico di queste persone, ad oggi affidata allo Stato centrale, passerebbe in gran parte ai Comuni, le cui casse sono già messe a dura prova: un atteggiamento già noto e irresponsabile, quello di scaricare le difficoltà sugli enti di prossimità ai cittadini.”
Il Consigliere Andrea Core ha poi aggiunto: “Non vorremmo che questa riforma, fortemente voluta da chi ha cavalcato le paure e il desiderio di sicurezza dei nostri concittadini, fosse stata scritta appositamente per creare un falso problema, creando sacche e luoghi di marginalità sociale che potrebbero risultare una bomba se inseriti in contesti di difficoltà e periferici nelle nostre città. Il fenomeno migratorio, strettamente connesso al tema sicurezza, deve essere declinato e affrontato seguendo parole chiave quali integrazione, inclusione e interazione: il contenuto del decreto va in senso opposto. Per questo speriamo che, nella fase di conversione si dia ascolto a tutte le criticità che l’ANCI ha segnalato.”