TERAMO – Partiamo da un assunto?

Il Città di Teramo, nella stagione scorsa, rispettando un budget importante ma non il più alto, non sbagliò nulla, cosa che rarissimamente volte capita nel calcio; il capolavoro fu completato dal mercato di riparazione, quando gli innesti di Santirocco e di Vanzan chiusero il cerchio. Tutti meritarono un encomio, senza distinzione alcuna: il loro accreditamento per il presente, agli occhi della critica calcistica e della tifoseria, è ai massimi livelli, anche se l’immediatezza rimette tutto in gioco, in un campionato diverso e molto più complicato, con diverse piazze che aspirano dichiaratamente al salto di categoria (almeno tre).

In casa biancorossa partiamo dal budget. E’ accresciuto di circa il 30% che, tradotto in cifre, equivale a meno di un milione, una somma rispettabile ma inferiore a tante. E’ poi vero che nel calcio i soldi non sono elemento garante della vittoria assicurata, ma è indubbio che aiutano, e tanto, per raggiungere tutti gli obiettivi di mercato da “fascia uno”. Se a Paolo D’Ercole qualcosa è sfuggito (checché ce ne dovesse dire – ndr -) è perché nel budget doveva stare, giustamente.

Poi ci sono le volontà del mister ed i vincoli dei tre Under; in tal caso le operazioni le guida Marco Pomante ed al DS compete assecondarle, cercando di non sbagliare come nel 2023. E’ il mister che chiede ed ottiene i portieri Under 2006 (peccato per Negro a L’Aquila – ndr -), perché sarebbero potuti essere anche 2005 o 2004.

La difesa, portieri da “testare” a parte (vale per noi – ndr -), è un reparto che con Brugarello offre ampie garanzie, anzi è proprio il settore che potrebbe addirittura chiudere ilcerchio giovane”: Di Giorgio (‘06), Menna (‘04) e Brugarello (‘05) con Sanseverino restituito alla sua posizione naturale, che non è a sinistra e Pietrantonio dall’altra parte. Non dimentichiamo affatto i non under Cangemi, Cipolletti, Furlan e Pepe.

In mediana si concentra un’attenzione particolare perché secondo taluni (siamo tra questi – ndr -) un pezzo da novanta, di eguale livello se non superiore a quelli di Ferraioli e di Esposito, completerebbe al meglio il settore. Diverse le giustificazioni e tra queste ce n’è una, la più naturale: i due reggerebbero all’impatto di un campionato di 34 partite contro avversari mediamente diversi e più forti di quelli passati? Non conoscendo le caratteristiche e le qualità dell’impronunciabile Baumwollspinner, che potrebbe mettere tutti d’accordo, rimarrebbe questo, probabilmente, il settore sul quale doversi concentrare ancora, più del pacchetto offensivo, laddove il vice-Galesio, all’occorrenza, il Città di Teramo lo avrebbe in casa: si chiama Tourè. Non che debba stare in panchina (mai!), ma all’occorrenza gli esterni offensivi abbondano e spostarlo lì in mezzo, non sarebbe davvero una cattiva idea.

Traduzione; non spendendo ics euro per un attaccante di riserva (peccato per Santirocco all’Angolana – ndr -), ci sarebbero margini più ampi, tipo ics per due, per il centrocampista…

Ma restano pensieri ferragostani, comunque.