TERAMO – Eravamo e siamo sempre più convinti del fatto che la città meriti maggiore considerazione dal Teramo Calcio; negli ultimi anni, tranne la brevissima fase successiva al passaggio di proprietà al Gruppo Ciaccia, le due entità sono state cose disgiunte, l’esatto opposto di quel che sarebbe dovuto essere e che era stato fino all’estate del 2019.

Si continua ad andare avanti poco più che ad intuito, da troppo tempo: sinceramente, dopo lo sblocco delle quote e nell’imminenza del verdetto di lunedì prossimo da parte del Collegio di Garanza del Coni (non l’ultimo perché sarà probabilmente negativo – ndr-), una nota concreta da parte della società, che ci parlasse del futuro, andava ed andrebbe fatta, anche per rispetto e nei riguardi di quei lavoratori che non si vedono e che operano per il club nell’ombra del quasi anonimato, ma che vivono di quel lavoro, taluni anche con famiglie sulle spalle.

E’ vero che, almeno privatamente, tutti i potenziali interlocutori sono più o meno disponibili, ma all’atto pratico nessuno si assume la paternità di fare affermazioni pubbliche ed ufficiali: sentirsi dichiarare “ci siamo” e, soprattutto, “ci saremo, in Lega Pro o Serie D che sarà”, sarebbe davvero buona cosa, ed invece fino a ieri, un’intervista concordata è puntualmente saltata, senza giustificazioni o scuse di sorta.

Diventa allora inevitabile intravedere una situazione soltanto apparentemente chiara.

Non andando oltre la volontà resa pubblica, alla quale bisogna credere e secondo la quale Giuseppe Spinelli sarà il prossimo proprietario del Teramo Calcio, sorgono delle domande che giriamo pubblicamente anche e soprattutto alla proprietà dell’oggi (al solo 60%, sia chiaro – ndr -) o del domani: da quando sarà proprietario il gruppo di Spinelli? Con quale percentuale e, soprattutto con quali programmi? Varrebbero sia per la Lega Pro sia per l’eventuale Serie D?

Da nostre fonti apprendiamo che qualunque cambio futuro di proprietà non precederà il prossimo verdetto. Al Collegio di Garanzia del Coni, quindi, ci presenteremo con la stessa situazione del 22 giugno, privi dell’indice di liquidità ma con la rateizzazione dell’Iva autorizzata (fuori termine – ndr-) e, probabilmente, con la dichiarazione d’intenti di Giuseppe Spinelli, o con un verbale d’assemblea di una sua società,  che certificherebbero d’essere pronti a sanare ogni cosa, ma in caso di accoglimento del ricorso. Se così non andasse, come appare più che probabile, c’è sempre il Tar, ed è vero, ma come ci si presenterebbe in quella sede? Con l’attuale situazione e puntando sul fatto che per loro l’indice di liquidità non è elemento ostativo all’iscrizione, almeno per la serie A, oppure con una nuova proprietà?

E chi lo sa? A Teramo nessuno parla, nessuno dice, dai prim’attori allo studio legale chiamato a difendere 109 anni di storia calcistica biancorossa. E intanto riceviamo da un lettore quello che consideriamo essere un vero grido di dolore: “Subito dopo il Tribunale mi aspettavo una mitragliata di notizie, di servizi, di articoli e di ipotesi sul futuro assetto societario, ecc. Mi aspettavo questo… ma che c…. è questo silenzio? Ma quando finirà? Quando accadrà che qualcuno ponga fine a quest’incubo della disinformazione? Le domande sono tantissime… in che serie giocheremo, chi sarà il nuovo patron, in che stadio giocheremo, che maglia avremo… sì, anche che maglia avremo! Ci siamo rotti davvero le p….! Vogliamo ed abbiamo il diritto di sapere di che morte moriremo o che tipo di sopravvivenza avremo da affrontare… Scusatemi per lo sfogo, ma non ne posso davvero più!