Egregio direttore, ho letto con attenzione l’ultimo tuo libro sul Quirinale. L’ho trovato interessante soprattutto per i tanti aneddoti a me sconosciuti, che aiutano a comprendere meglio la personalità con pregi, difetti e debolezze dei nostri presidenti. Mi permetto soltanto di fare qualche benevola osservazione. La prima riguarda il presidente Pertini che tu hai definito un giamburrasca. Ho conosciuto l’onorevole Pertini quando era presidente della Camera dei Deputati perché negli anni 70 fu ospite gradito della mia città, di cui sono stato sindaco. Con lui poi ho stretto un’amicizia sincera quando da senatore a vita frequentava Palazzo Madama. Egli è stato il presidente più amato dagli italiani. Un uomo che ha onorato il nostro Paese con la sua condotta integra e illibata. Un protagonista di primo piano nella lotta contro il fascismo: egli subì le persecuzioni e le angherie del regime e ne conobbe il confino e il carcere.
A mio avviso, non meritava di essere ricordato come un monello. Immagino quale sarebbe stata la sua reazione di fronte ad un epiteto del genere. A questo punto, domando: “Se fosse stato ancora in vita avresti titolato così il suo settennato al Quirinale?”. Io non credo. Anzi, sono sicuro di no.
Una seconda osservazione che mi rincresce fare è questa. Hai taciuto che il presidente Cossiga, in seguito alle ripetute picconate con le quali stava stravolgendo i principi fondamentali del nostro ordinamento, provocò la indignazione dei partiti della sinistra, che ne chiesero la messa sotto accusa per attentato alla Costituzione. Una decisione sofferta e meditata, un atto di responsabilità che intendemmo compiere nei confronti del Paese. E’ stata una dimenticanza la tua o una scelta? Eppure, i mass media nazionali e internazionali ne riferirono ampiamente per un anno intero. Poiché i tuoi libri sono molto pubblicizzati e raggiungono le masse più profonde della società, non ti sembrava più giusto e opportuno dare un’informazione compiuta sulla vera storia della Repubblica? Da capogruppo del PCI-PDS nel Comitato interparlamentare per i procedimenti di accusa, il 14 gennaio 1992 pronunciai un discorso sull’impeachment contro il presidente Cossiga, con il quale chiedevo a tutte le forze politiche fondatrici della Repubblica, nata dalla Resistenza e dalla lotta di Liberazione, di aderire alla nostra iniziativa per difendere la legalità costituzionale.
Sarei tentato di inviartelo. Ma non lo faccio. Tu hai altre cose più importanti a cui pensare.
Antonio Franchi – già Senatore della Repubblica