Tanti tanti tanti anni fa presi l’abilitazione al lancio da paracadutista grazie al prof. Pino Pecorale che teneva i suoi corsi notturni – più che serali – presso la palestra Olympia. C’era Daniele Cecchini che si sarebbe buttato anche senza tappetoni; Marco Plebani anche senza paracadute. E tanti altri. A seguire ho fatto il militare nella brigata aeromobile leggera della fanteria, aggregata alla Brigata Folgore.  E avevo fatto mio il motto d’Annunziano “Finora non avevo ancora veramente vissuto! E’ nell’aria che si sente la gloria di essere un uomo e di conquistare gli elementi”.

Volare non si può descrivere. Se provate a chiedere a chi vola cosa si prova quando si è lassù, in cielo, la risposta sarà, più o meno, la seguente: garbato sguardo di sufficienza, una pausa, sorriso, un’altra pausa e un trasognato: “È indescrivibile, bisogna provare per capire». E sarà sicuramente così, visto che mai come in questi anni, la pratica del paracadutismo e deltaplano con i praticanti che aumentano ogni anno negli ultimi quattro anni. La passione per il paracadutismo si trasmette. Rende felici. L’adrenalina non c’entra. È la sensazione di libertà e di contatto con la natura a renderti felice. Perchè è bello. Toccare le nubi e il cielo ti entra dentro. Solo con il parapendio  ho provato qualcosa di simile. E correndo in moto. In passato ho sempre detto che, se avessi potuto scegliere un modo di morire, avrei voluto morire così: in un momento felice. Oggi questo non può più accadere ,perché dall’incidente in moto, io non posso più saltare. Ne correre. E ci sta.

Senza tirare in ballo la legge dei grandi numeri, è intuitivo che l’aumento della passione per il volo va di pari passo con l’incremento degli incidenti. Perché a volte semplicemente, ci si lancia in giornate che non lo consiglierebbero. Spesso, anzi, è proprio in queste giornate “no” che si sceglie di volare. Ma se uno non ha mai provato non può capire. Un pò come tuffarsi in mare quando sventola la bandiera rossa. Con l’unica differenza che in aria non c’è bagnino che possa accorrere in aiuto. Eppure “Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”. (Leonardo da Vinci)

Questa volta è toccata ad una ragazza di Teramo. Il paracadute non si è aperto bene. Un terribile incidente. Quando si descrive una storia come “fuori dal comune” spesso c’è una buona dose di retorica nell’espressione. Una storia così è sempre una storia di sofferenza e di rinascita. A volte diventa un esempio di come trasformare un brutto evento personale in una ripartenza di successo. A volte no.

La vita, come spesso accade, sa essere arcigna. Magari proprio mentre tutto sembra mettersi per il meglio, il destino ci  mette lo zampino. Quel “non sentire più le gambe” è una sorta di sentenza che nessuno vorrebbe provare. E che invece una ragazza di Teramo ha provato sulla sua pelle. Ma da trentenne cazzuta ha trovato dentro di sé le energie per ricominciare. Come Alex Zanardi ha già dimostrato che che la disabilità rende certamente la vita più faticosa, ma non deve impedirci di realizzare i nostri sogni.

Ma questa volta una figlia di Teramo, Maddalena, 38 anni ha bisogno di una mano per potersi operare, rialzare e tornare a camminare e correre, se non volare. Ha bisogno di 50mila euro per una costosa operazione e non può farcela da sola, ne solo con la famiglia. Ha bisogno di noi.  Quindi Ti chiedo gentilmente di fare una donazione e di condividere questa raccolta fondi  di GoFundMe :

https://www.gofundme.com/f/aiutiamo-maddalena-a-salvare-la-sua-gamba?qid=e4fb6503d86800fe52aee321a75a8f23

Forse tu non la conosci ma, se io ci metto la faccia, lo scopo delle raccolta fondi è sicura al 100%.  Servono pochi minuti. Dona quello che puoi. Teramo ha già dato una splendida risposta ma non basta. Non ti girare dall’altra parte. Non far finta di non sapere. Non di vantare di essere una brava persona se chiudi gli occhi. Non ci provare neppure a parlare di Dio, Gesù e la Madonna e poi far finta di non sapere che una ragazza ha bisogno del tuo aiuto. Anche poco. Quello che puoi. Aiuta Maddalena a raggiungere il suo obiettivo. Ti dico grazie.

Leo Nodari