Giunge ad una svolta la prima fase in cui è articolata l’edizione n° 45 del Premio Teramo per un racconto inedito, arricchito con la sezione riguardante il “Premio speciale a una raccolta di racconti edita”. Proprio per questa sezione, infatti la giuria tecnica ha indicato la terna di raccolte che saranno sottoposte al vaglio della giuria popolare:
– Letizia Muratori –
Spifferi
– La nave di Teseo
– Beatrice Masini –
Più grande la paura
– Marsilio
– Antonio Debenedetti –
Quel giorno quell’anno
– Solferino
La giuria popolare è composta da trenta membri scelti tra gli studenti delle scuole secondarie della provincia di Teramo, a cui si aggiungono sedici lettori “forti”, indicati dalla Biblioteca Melchiorre Delfico e dalle librerie “Tempo libero” di Teramo, “Ianni” di Giulianova, “La Cura” di Roseto degli Abruzzi.
La scelta delle raccolte è stata compiuta dalla giuria tecnica, presieduta da Raffaella Morselli e composta da Lucilla Sergiacomo, Renato Minore, Attilio Danese, Gaja Cenciarelli, Roberto Michilli, Arianna Giorgia Bonazzi, con il coordinamento del Segretario del Premio Teramo Paolo Ruggieri.
L’autore della raccolta vincitrice riceverà un premio in danaro e una targa sulla quale verrà riportata la motivazione del premio. La cerimonia di premiazione si terrà con ogni probabilità nel mese di giugno.
L’arricchimento della manifestazione letteraria più importante della città, trova la sua giustificazione nella necessità di legare il racconto non solo all’inedito ma anche a quanto di edito appare nel panorama nazionale senza rinnegare le vocazioni originarie del Premio, ma provando ad innestare su queste vocazioni elementi di novità che si manifestano non solo nella indicazione della terna di racconti ma anche attraverso le modalità di conferimento e di scelta.
L’assessore alla Cultura Luigi Ponziani, che ha proposto l’arricchimento del Premio, ha ritenuto significativo raccordare le esperienze letterarie di chi partecipa all’inedito con il panorama editoriale che intorno al racconto si manifesta; la premiazione dell’inedito viene in tal modo collegata anche a possibili sviluppi editoriali che il genere
può presentare.
La scelta di affidare la decisione ultima, poi, alla giuria popolare risponde ad una doppia esigenza: da un lato quella di accentuare intorno al Premio l’attenzione non solo degli addetti ai lavori, dall’altro coinvolgere lettori giovani, scelti nelle scuole della provincia, e lettori “forti”: segnale rivolto ai cittadini a considerare il Premio non qualcosa di racchiuso in sé ma aperto alle istanze, agli interessi e alla partecipazione la più ampia possibile. Il fatto che ci si rivolga anche agli studenti, inoltre, sta a indicare il tentativo di raccordare al racconto generazioni più giovani, che non sempre sono attente e attratte dalla lettura, invogliandole all’utilizzo di questo strumento di conoscenza e arricchimento culturale che è la narrativa nelle sue varie forme.
Tra l’altro tutto ciò appare tanto più necessario perché l’Abruzzo, e la provincia di Teramo in particolare, non spicca negli indici di lettura anzi si colloca nelle retrovie del panorama delle statistiche nazionali; questo attribuisce ulteriori responsabilità al Premio Teramo: non solo evento che si conclude nella cerimonia ufficiale, ma manifestazione che vuole entrare nel concreto del problema della lettura in Italia attraverso strumenti di coinvolgimento che possano accrescere l’attenzione di quante più persone possibili. Il Premio, insomma, non più racchiuso nei pur imprescindibili interessi del Comune, dei giurati o degli addetti ai lavori, ma manifestazione che allarga la sua base di riferimento.
L’assessore Luigi Ponziani sottolinea tutto ciò:
“Il Premio Teramo raggiunge 45 anni di età (sebbene sia nato 60 anni fa ed abbia registrato alcune interruzioni) ma la domanda che ci ha mossi per inserire la novità è: in che
modo incide? Nel panorama letterario nazionale sicuramente, ma in ambito locale siamo sicuri che abbia raggiunto il suo scopo, che è quello di avvicinare alla lettura i cittadini? Ecco allora che il tentativo di questo ampliamento – che va considerato come un arricchimento e non come uno stravolgimento delle sue ragioni fondanti – è di cercare di uscire dal normale seminato, dalla riproduzione dell’evento che quasi ne determina le ragioni d’essere e proiettarsi invece in una dimensione più feconda, più ampia, più partecipata non in termini di mera adesione a tendenze di attualità, ma come tentativo di autentico, diffuso e qualificato coinvolgimento”.