TERAMO – Inizieremo dalla conclusione dell’imbarazzante controreplica di Giovanni Cavallari sulle liste di attesa, una chiosa che è di per sé il migliore dipinto di un candidato in affanno.
Cavallari afferma: “Sì, è probabile, infine, che siamo in possesso di una ricetta magica per il governo delle liste di attesa…”. Un’affermazione che oscilla tra la banalità e la superficialità di chi non ha minimamente in mente la complessità della questione o di chi soffre di richiami esoterici. D’altronde non ne siamo sorpresi. Alcuni giorni fa, in un manifesto del candidato presidente, Luciano D’Amico, campeggiava lo slogan “Azzeramento delle liste di attesa”. Non solo, quindi, tempi di attesa più brevi, ma – addirittura – nessuna lista di attesa. Con tutto il rispetto dovuto ad ogni antagonista politico, nell’alveo della normale dialettica politica, non possiamo che provare imbarazzo civico dinanzi a tanta approssimazione e superficialità. Comprendiamo quanto l’approssimarsi della sconfitta elettorale, da parte dei candidati di Centrosinistra, spinga gli stessi a lanciarsi – senza paracadute – in affermazioni esecrabili e al limite del ridicolo. Ma, a tutto, vi è un limite.
Una premessa: esternazioni così non meriterebbero neppure una minima replica, perché invereconde, strumentali, fuorvianti, che non apportano alla discussione contributo alcuno.
Noi, di contro, ci sentiamo in dovere di comunicare ai cittadini le verità fattuali e, a differenza di Cavallari, non abbiamo ricette “magiche”, ma abbiamo solo studiato.
Fatto n. 1 – Le liste di attesa dell’ASL Teramo oggi rilevano esiti di monitoraggio migliori di quando al governo regionale c’era il Centrosinistra, di non meno di 10 punti percentuali medi, (monitoraggio ex post), e ciò nonostante la pandemia (che non è stata una passeggiata) ed il costante aumento della domanda.
Fatto n. 2 – Le liste di attesa dell’ASL Teramo rilevano ancora importanti punti di criticità. Proprio così, come accade in tutti i sistemi aziendali, regionali, sovranazionali, caratterizzati dal servizio sanitario universalistico. Sul punto, farebbe bene Giovanni Cavallari ad offrire le sue ricette magiche alle Regioni più avanzate, ma anche alla Svezia, alla Francia, alla Germania.
Fatto n. 3 – Il Direttore Generale dell’ASL Teramo non solo ha il diritto, ma anche il dovere di replica, al fine di tutelare gli interessi dell’Azienda pubblica che amministra, soprattutto da quei tentativi strumentali e non veritieri di stigmatizzazione che, alla fine, minano – per meri fini elettorali – i reali interessi di salute della cittadinanza. Il personale sanitario, di cui il Direttore Generale si farebbe scudo – secondo Cavallari, in un’azienda sanitaria non è solo il terminale di produzione, ma è esso stesso governance, strategia, pianificazione, controllo. Cavallari, con un colpo solo, ha dato degli incapaci a oltre 3.500 dipendenti, ad alte professionalità, a donne e uomini di scienza e coscienza. In conclusione, un po’ di quesiti per il nostro avventuriero. Perché chi ha governato, in precedenza, la Regione:
- non ha istituito il servizio Recall, attraverso il quale si recuperano migliaia di prestazioni l’anno?
- non ha creato percorsi ad hoc per malati oncologici?
- non ha aumentato la propria produzione e relativa offerta sanitaria?
- non ha varato strumenti supplementari di finanziamento per ridurre le liste di attesa (3 Piani operativi regionali finanziati ed attuati)?
- non ha attivato i processi di presa in carico successivi ai primi accessi?
- non ha informatizzato le liste chirurgiche?
- non ha ridotto la mobilità passiva?
- non ha fatto ricorso alla libera professione aziendale?
- non ha attivato i percorsi di tutela di cui al D. Lgs 124/98?
- non ha avviato misure di verifica dell’appropriatezza prescrittiva?
Forse perché più che immaginare panacee facili e “ricette magiche”, avrebbero fatto bene – prima di criticare l’operato altrui – a studiare e a rileggere gli esiti catastrofici delle liste di attesa durante la loro gestione – Giovannibattista Quintiliani, Coordinatore Futuro In Teramo –