TERAMO – E’ finita l’avventura di Tiziano De Patre sulla panchina della sua città, laddove avrebbe “spaccato” il mondo pur di centrare l’obiettivo salvezza e dove mai e poi mai avrebbe voluto che finisse così. Il dignitosissimo atto di dimettersi, cosa rarissima nel mondo del calcio, rende onore alla sua dignità professionale, che resta intatta.

E’ ovvio che lascia perché era giusto che lo facesse, nonostante un inizio di stagione nel quale aveva accettato il dover conseguire l’obiettivo salvezza nella consapevolezza di avere a disposizione un organico giovanissimo ed incompleto, non all’altezza del compito.

De Patre molla, quindi, ma è ovvio che le colpe di una stagione quasi compromessa, ma non ancora definitivamente, non sono soltanto sue e ci chiediamo se proprio quella vittoria nella gara di esordio (1-0 sul Matese) abbia ingannato i più, compresa la stessa società che, invece, è poi dovuta correre ai ripari in maniera anche forte, ma volta per volta, senza creare un presupposto di base: agevolare il lavoro di gruppo e dello stesso mister.

A Notaresco dimettersi deve essere stato molto più difficile del previsto per De Patre, perché la stessa società, agendo ogni settimana sul mercato ha, in buona fede, creato ulteriori problemi di gestione ad un allenatore che pure ha avuto esperienze importantissime sia in panchina (Giulianova, Chieti, Sambenedettese, Ancona), sia ancor di più da calciatore, con circa 400 partite disputate tra i professionisti, delle quali più di 200 tra serie A e serie B!

Adesso chi subentrerà? Circola il nome di Fulvio D’Adderio, ex Vastese ma anche ex Giulianova e tanto altro, ma si opterà per il duo De Vico (era il secondo si De Patre)-Bruno.