TERAMO – si è conclusa dopo circa tre ore l’autopsia sulla salma di Simona Viceconte, la donna di 45 anni suicidatasi giovedì pomeriggio nella sua abitazione di Teramo, con le stessa modalità e ad un anno di distanza dalla sorella Maura. L’esame necroscopico, eseguito dall’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, ha confermato che il decesso è stato causato da asfissia da impiccamento. Non è emersa evidenza di altre tracce, così come di patologie in corso: l’unico quesito chiesto al perito era di stabilire la causa della morte.
Il perito ha prelevato campioni biologici, che serviranno per gli approfondimenti di laboratorio tesi a individuare eventuali tracce di farmaci. All’accertamento irripetibile non ha partecipato un consulente di parte del marito della donna, che non lo ha nominato. (ANSA).
TERAMO – Il marito di Simona Viceconte, 45 anni, suicida giovedì scorso a Teramo come la sorella Maura (51)
– maratoneta e primatista dei 10 mila metri di fondo – è indagato per maltrattamenti e per responsabilità per dolo o colpa. L’uomo è stato raggiunto da un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Teramo, atto necessario all’autopsia che è stata affidata in mattinata ed è attualmente in corso. L’avviso di garanzia è un atto dovuto in presenza di un accertamento irripetibile come l’autopsia che consente all’indagato di nominare un proprio consulente che l’uomo non ha nominato.
“Non c’è stata mai denuncia per maltrattamenti e l’unica questione in piedi tra la coppia era la imminente udienza di comparizione per la separazione consensuale”. A tornare sull’argomento della iscrizione nel registro degli indagati di L.A., il marito di Simona Viceconte, la 45enne madre di due figlie che si è tolta la vita giovedì
pomeriggio, impiccandosi nella sua abitazione a Teramo, è il legale dell’uomo, Antonietta Ciarrocchi. Il fascicolo
giudiziario è stato aperto dal pm Enrica Medori: ipotesi il reato di maltrattamenti e l’articolo 42 comma 3 del codice penale sulla responsabilità obiettiva nel reato. Una iscrizione dovuta, si apprende negli ambienti giudiziari, per permettere di disporre l’autopsia e di chiarire alcuni aspetti ancora irrisolti dalle indagini. L’esame necroscopico, affidato all’anatomopatologo Giuseppe Sciarra e in corso all’ospedale Mazzini di Teramo, dovrà tendere a chiarire l’eventuale segno obiettivo di maltrattamenti, così come di eventuali terapie
antidepressive o l’esistenza di gravi patologie.(ANSA).