Con l’ultima legge di bilancio della Regione Abruzzo, approvata in seduta notturna dal Consiglio regionale, sì è determinata una drastica riduzione delle superfici prima ricomprese nella Riserva Regionale del Borsacchio (Comune di Roseto degli Abruzzi). Il FAI Abruzzo, come gran parte dei cittadini abruzzesi, ha appreso con sorpresa tale decisione che peraltro ha suscitato perplessità e sconcerto in molte associazioni culturali e ambientaliste, sia locali che nazionali. Il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano è impegnato su scala nazionale nella valorizzazione del paesaggio italiano, noto in tutto il mondo per la grande qualità e bellezza, nonché per il suo valore ecologico e ambientale. Il FAI Abruzzo, come tutte la Rete territoriale della Fondazione è impegnata a portare l’attenzione del grande pubblico sui beni e luoghi magari anche poco conosciuti ai più, ma determinanti per l’identità, la qualità ambientale e il valore culturale dei territori e per le comunità che li abitano. Le iniziative intraprese nelle varie giornate FAI di Primavera e d’Autunno, alcune delle quali dedicate alla riscoperta del patrimonio naturale, ai beni trascurati o marginali hanno permesso al grande pubblico di conoscere l’enorme potenzialità turistica, economica, scientifica, e sociale connessa sicuramente ai valori storici e ambientali, ma anche, e soprattutto, alla funzione “laboratoriale” che tali beni hanno avuto nell’attuare recuperi, restauri ambientali e ancor più forme avanguardistiche dell’attività agricola, turistica, incentrate, queste ultime, sui concetti della sostenibilità ambientale. Suscita sconcerto quindi la riperimetrazione di un’area protetta istituita quasi vent’anni fa, senza aver attivato un tavolo di confronto tra i vari portatori di interesse e senza aver reso noto con evidenza quali sono state le ragioni scientifiche che hanno indotto tale decisione, con una riduzione significativa di ettari di terreno tutelato. Nel 2020 in occasione delle Giornate FAI all’aperto, la Delegazione FAI di Teramo dedicò proprio alla Riserva del Borsacchio il primo evento nazionale dopo i mesi del lockdown, con una significativa e molto apprezzata partecipazione di pubblico. E’ questa l’occasione per ribadire che, come recita l’art. 1 della 38/96 ( Legge quadro sulle aree protette in Abruzzo) che l’area protetta fu istituita quale espressione di una volontà decisa ed esemplare della Regione Abruzzo nel “procedere nella rinaturalizzazione e la riqualificazione del bene ambiente” e nell’attivare processi innovativi di gestione del territorio e di sperimentale sul “restauro ambientale” e sulla promozione di nuove attività agricole produttive e silvo-pastorali, mettendo le basi per quella convivenza tra esigenze biologiche naturali e quelle produttive umane, come ormai si sta procedendo a livello mondiale. Questa scelta appare anche incoerente alla luce del fatto che le “aree protette” sono anche beni paesaggistici tutelati dal vigente Codice sul paesaggio e dalla Convenzione Europea sul paesaggio che in merito alla “pianificazione dei paesaggi” indicano azioni fortemente lungimiranti, volte alla “valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi”. Questi assunti culturale-programmatici, aventi ormai valore di cogenza normativa, trovano ampia condivisione, sia in ambiti nazionali che internazionali, compresa (contraddittoriamente) nella stessa Regione Abruzzo che nel documento per l’utilizzazione dei fondi PNRR, consegnato il 15 ottobre 2020 al Presidente del Consiglio dei Ministri, ha inserito ben tre schede progetto afferenti la “lotta ai cambiamenti climatici, il “contributo ai Comuni per l’attuazione di dotazioni territoriali verso una pianificazione green” e il finanziamento di “progetti straordinari per la transizione ecologica nelle Aree Protette”. La riduzione della Riserva, fatta velocemente, potrebbe costituire una privazione di ambiti di ricerca, di attività sperimentali, di sviluppo economico green, sui quali riflettere con oculatezza. Infine, ci preme ricordare che scelte di questo genere non possono prescindere dall’adozione di procedure partecipative, nelle quali tutti i cittadini e i portatori di interesse possono esporre le opportune valutazioni economico-scientifiche, anche per meglio utilizzare le risorse stanziate e per essere in linea con i programmi internazionali di sviluppo. Non trovando congruente quindi la riperimetrazione della Riserva del Borsacchio, il FAI Abruzzo, esprime il proprio dissenso su quanto effettuato e sollecita la Regione Abruzzo ad una revisione di quanto determinato, manifestando la disponibilità a qualsiasi confronto partecipativo, sempre nell’interesse e finalità di crescita qualitativa del proprio territorio, nella tutela e nel rispetto della qualità della vita dell’uomo. La Presidenza regionale