ROMA – Il decreto sisma, le proposte dell’Anci e la richiesta al Governo di riattivare il tavolo sulle materie più rilevanti e urgenti aperte nei territori a causa del terremoto 2016.

Questi i principali temi di cui si è discusso oggi a Roma con i sindaci dei 138 Comuni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dal sisma di quattro anni fa. L’incontro si è tenuto presso il Pio Sodalizio dei Piceni (Piazza San Salvatore in Lauro) a partire dalle ore 10.00. Hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell’Anci Abruzzo e Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, il Presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, il presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco, il coordinatore delle Anci regionali e sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi.

ANSA – ROMA. Subito un nuovo commissario per la ricostruzione, “con capacità manageriali e politiche, con disponibilità al dialogo col territorio“, e procedure più semplici per la ricostruzione privata perché i cantieri sono fermi. Sono le richieste dei sindaci dei 138 Comuni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dal sisma, riuniti in un’assemblea a Roma, e che il presidente dell’Anci, Antonio Decaro farà al governo e al parlamento. In primo luogo occorre, secondo l’Anci, il nuovo commissario, che è scaduto da 15 giorni: “Possono sembrare pochi per le procedure ordinarie ma per quelle straordinarie sono un’eternità – ha sottolineato Decaro alla fine dell’assemblea facendosi portavoce -. Il decreto ha tenuto dentro una parte delle richieste dei Comuni, ma se più di 100 sindaci hanno deciso di venire a Roma e in maniera sobria porre delle questioni al governo vuol dire che hanno dei problemi. Se guardiamo i numeri, sono passati tre anni e la ricostruzione non c’é. Se ci avessero detto tre anni fa che ci volevano tre anni per la ricostruzione avremmo fatto una mobilitazione nazionale“. “Col Milleproroghe chiederemo procedure più rapide – ha aggiunto Decaro -. Sono richieste che farò già oggi in audizione alla Camera e spero vengano accolte, altrimenti i sindaci hanno detto che scenderanno in piazza“. “Il problema non sono tanto le risorse, perché abbiamo speso pochissimo rispetto a quanto ci è stato messe a disposizione e questo fa capire che il problema sono le procedure“, ha concluso.