TERAMO – “Persa definitivamente la Camera di Commercio di Teramo in favore di L’Aquila, occorre valutare in ottica di lungo periodo le numerose spoliazioni di Enti ed Istituzioni che il nostro Capoluogo ha subito da 30 anni a questa parte a vantaggio sia di L’Aquila che di Pescara.” E’ quanto scrive Christian Francia, presidente dell’associazione Teramo 3.0, in una breve riflessione sul territorio provinciale.
“Il prezzo minimo di un riequilibrio territoriale che non umili la nostra provincia è la realizzazione del nuovo Ospedale di secondo livello, per il quale è già pronta la maggior parte delle risorse necessarie (gli 83 milioni di euro lasciatici in eredità da Fagnano)”, prosegue Francia, “I 7 consiglieri regionali teramani facciano quadrato per l’accelerazione di questo processo che riconoscerebbe anche l’eccellenza sanitaria che il nostro territorio ha saputo esprimere nei decenni.”
“La minaccia politica, in caso di ingiustificabili resistenze, dovrebbe essere la stessa che la provincia di Pesaro sta attuando per cercare di annettersi all’Emilia Romagna, cioè a dire un referendum per chiedere di trasferire l’intera provincia teramana alle Marche, qualora L’Aquila e Pescara non riconoscessero la pari dignità del Capoluogo aprutino”, aggiunge Francia, “Del resto già Valle Castellana, secondo Comune della provincia per estensione, fra pochi mesi sarà chiamata al referendum per passare nelle Marche, e pure la Val Vibrata manifesta segni di nervosismo da anni per la marginalità di un territorio mai valorizzato dalla Regione Abruzzo.”
“Teramo sia inflessibile nel pretendere dignità e riequilibrio politico-istituzionale, senza il quale il declino che ci attanaglia da 30 anni diverrà irreversibile”, conclude Francia.