PESCARA – Governo e Parlamento, con la legge di bilancio 2023 (Legge 197/22), dopo oltre un decennio, risolvono un gravissimo problema del dimensionamento scolastico: adesso l’assegnazione della dirigenza scolastica ad una scuola è adesso decisa dalle regioni, senza alcun vincolo e senza più l’avversato criterio numerico unico nazionale di almeno 600 alunni(con riduzione a 400 per i comuni montani). Finalmente la regione può, superando l’assurdo criterio unico numerico nazionale, definire una rete scolastica che tenga conto della salvaguardia dei comuni montani, della densità abitativa, dell’offerta formativa e della relativa accessibilità, considerate le enormi carenze del trasporto scolastico. A complicare il ben fatto, però Governo e Parlamento uniscono alla riforma anche un taglio del numero di scuole insignificante dal punto di vista economico (pari a regime a meno di un caffè all’anno per italiano), ma estremamente dannoso in un rapido processo di ridefinizione della rete scolastica.
Partono i mesi di oblio! Il Governo impiega 6 mesi su un 11 totali (scadenza di legge 30 novembre) a disposizione per dire alla Regione Abruzzo che il taglio da attuare è di 11 autonomie scolastiche (Decreto Interministeriale n.127 del 30/06/2023). Un taglio decisamente penalizzante per l’Abruzzo su cui i vari rappresentanti politici, ai vari livelli, non hanno prestato alcuna attenzione. La Regione Abruzzo ha atteso, senza alcuna iniziativa per coinvolgere il mondo della scuola ed i propri rappresentanti, prima i 6 mesi di oblio nazionali e poi un altro mese per produrre una scelta sbagliata. Con la DGR n.460 del 31/07/2023, la Regione “risuscita” inspiegabilmente il criterio numerico obbligatorio di almeno 600 alunni (con riduzione a 400 per i comuni montani). La CISL Scuola Abruzzo Molise segnala immediatamente, il 01/08/2023 e per iscritto, l’errore della scelta, che tra l’altro avrebbe portato a tagliare addirittura 14 scuole anziché 11, oltre che l’inadeguatezza delle linee guida adottate. Nel frattempo le province abruzzesi avviano le consultazioni sul territorio e l’iter per formulare una proposta alla regione sulla rete scolastica. La Regione Abruzzo impiega “solo” altri due mesi e mezzo per correggere la scelta sbagliata con la DGR n.681 del 17/10/2023, salvo irrituale “preavviso di delibera” inviato da una funzionaria della regione ai presidenti delle province il 3 ottobre.
Finalmente, la Regione Abruzzo convoca per la prima volta e per il 31 ottobre la prima delle sole 2 riunioni svolte finora del Tavolo Tecnico Interistituzionale regionale per il dimensionamento della rete scolastica. Nella riunione, in assenza di qualsiasi proposta da parte di regione e province, l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo ha avanzato la propria proposta di riduzione delle 11 autonomie scolastiche, con la novità di un dodicesimo dimensionamento in attuazione di una sentenza del Consiglio di Stato. La Regione Abruzzo sempre nella riunione ha fatto propria la proposta dell’USR Abruzzo ed ha chiesto alle province di esprimersi sulle proposte o di formularne altre nei successivi 20 giorni.
Le province abruzzesi nella riunione del 20 novembre hanno espresso posizioni diverse, dall’accettazione della proposta alla dichiarazione di non essere nelle condizioni di poter esprimere una proposta per assenza di tempi idonei, di criteri adeguati, di larga condivisione o altro, ma si sono successivamente trovate d’accordo nel chiedere alla regione di avvalersi della possibile proroga di 30 giorni prevista dalla legge per posticipare la scadenza al 30 dicembre.
La CISL SCUOLA ABRUZZO MOLISE aveva chiesto alla Regione Abruzzo già dal 31 ottobre 2023 di avvalersi della proroga, chiedendo inoltre ai Presidenti delle Province di Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo, all’ANCI Abruzzo, all’UNCEM Abruzzo, alle OO.SS. FLC Cgil, UIL Scuola RUA, SNALS, GILDA, CISAL, ANP e DIRSCUOLA, di condividere tale richiesta. Nelle peggiori prassi italiane, la proroga è all’arrivata allo scadere del termine. Una proroga inutile! Inutile perché nessuno ha utilizzato questo tempo in modo da recuperare in tutto o in parte il lavoro non svolto. Le organizzazioni sindacali, dopo la riunione del 20 novembre del Tavolo Tecnico Interistituzionale regionale, non sono state più convocate. Nell’anno in cui regioni e province sono costrette a fare uno dei dimensionamenti scolastici più importante dell’ultimo decennio, sono state fatte appena un paio di riunioni a livello regionale (31/10 e 20/11 con scadenza prevista all’epoca al 30 novembre) ed altrettante nelle province.
Nel caso dell’unificazione dell’ITCG “Palizzi” di Vasto e dell’ITA di Scerni non vi è stato nemmeno un incontro con il coinvolgimento delle dirigenti scolastiche, dei sindaci dei comuni e delle parti sociali. Alla data odierna non è nemmeno convocato il Tavolo Tecnico Interistituzionale regionale per esprimere un parere che sebbene consultivo è OBBLIGATORIO per procedere al dimensionamento scolastico.
La scuola abruzzese attenderà questi pochi giorni per l’ufficialità del dimensionamento scolastico ormai conosciuto dal momento in cui l’ufficio scolastico regionale ha avanzato l’unica proposta arrivata al confronto con le scuole, con i comuni e con le organizzazioni sindacali e poi lavorerà, come sempre fatto, al meglio al fine di ridurre o annullare gli effetti di scelte politiche molto poco condivisibili. “A chi resta il cerino?” è un interesse di natura politica di nessuna importanza per la scuola abruzzese che continua a subire danni. – Segretario Generale Interregionale CISL Scuola Abruzzo Molise, Davide Desiati –