L’acutizzarsi della pandemia Covid19 e le misure restrittive che al momento rendono impossibile ogni tipo di riunione di persone in presenza indeboliscono la democrazia rappresentativa poiché incidono sul funzionamento dei rispettivi organi istituzionali ma, ancor più, impediscono il funzionamento di ogni istituto di partecipazione popolare.

Questi, come è noto a quanti hanno avuto modo di approfondirne la conoscenza, possono realizzarsi solo in momenti di incontro aperti indistintamente a tutti i cittadini. solo in via accessoria possono utilizzare strumenti telematici. Per un Forum cittadino, infatti, sono necessarie assemblee e tavoli di lavoro, le prime senza alcun limite selettivo, i secondi formati su manifestazione di disponibilità che può essere fatta da chiunque a prescindere da ogni differenza; per un Sondaggio Deliberativo, oltre le condizioni richieste per il Forum, necessita la prioritaria formazione di un campione casuale e rappresentativo partendo da un’informativa da rivolgere a migliaia di cittadini di un territorio prescindendo, anche qui, da ogni diversità fra di essi al fine di consentire a tutti di poter manifestare la propria disponibilità a farne parte. Vi sono tanti altri strumenti di partecipazione, ci limitiamo a questi due perché il Provincia di Teramo ne abbiamo due in itinere, ma tutti presentano le stesse caratteristiche: libertà, eguaglianza e presenza fisica. Quest’ultima è caratteristica di particolare importanza: socializzante e di crescita culturale derivante dalle due precedenti.

Traslare sic et simpliciter questi strumenti di partecipazione sul web, utilizzandone gli strumenti telematici ed informatici spesso non praticati neanche da tutti i cosiddetti “internauti”, costituirebbe una forzatura “escludente” persino consapevole. Tutti sanno che il grado di alfabetizzazione informatica in Italia si aggira intorno al 40% della popolazione capace; di questo 40% non tutti usano Facebook, una minima parte usa piattaforme on line di video-conferenza, non tutti hanno un indirizzo di posta elettronica (esclusione nell’esclusione). Tale traslazione comporterebbe un abbattimento verticale dei principi di libertà e di eguaglianza che sono alla base degli strumenti di partecipazione sopra descritti (nel Sondaggio Deliberativo, ad esempio, la caratteristica della rappresentatività del campione risulterebbe completamente snaturata). Questo avverrebbe, per inciso, anche se quella percentuale di informatizzazione sopra richiamata (40% e 60%) fosse messa al contrario. Quanto detto non vuol dire che gli strumenti web non debbano essere usati, bensì che essi costituiscono elementi accessori e di completamento dei procedimenti deliberativi, non possono né sostituirli, né diventarne le principali premesse.

Nell’Assemblea ordinaria dell’Associazione Demos (che ha proposto questi strumenti partecipativi) svoltasi in data 13 novembre 2020, non si poteva che (come si è fatto) prendere atto e condividere unanimemente le scelte fatte, rispettivamente, dal Comitato di Quartiere del Lido a Giulianova e dal Comitato dei Garanti del Sondaggio deliberativo a Teramo: sospendere, l’uno, l’iter di svolgimento del Forum Cittadino sulla riqualificazione di Piazza Dalla Chiesa, l’altro, quello del Sondaggio deliberativo sulla riqualificazione dell’area circostante il Teatro romano in Teramo. Sospendere, non annullare, in attesa che finalmente le persone possano tornare a riunirsi. Questo, ci tengo a chiarirlo, anche perché dette iniziative hanno coinvolto le rispettive amministrazioni comunali: la Giunta comunale di Teramo ha deliberato l’appoggio all’iter di Sondaggio deliberativo; a Giulianova un Forum (almeno nel recente passato) è stato convocato dal Sindaco (al netto dei discutibili esiti di questo Forum che saranno presto discussi in una conferenza di tutti i partecipanti ai tavoli). Per la prima, ho avuto premura di informare personalmente il Sindaco di Teramo.

Le decisioni sopra rappresentate non escludono (anzi auspicano) che le rispettive tematiche debbano essere fatte vivere, in attesa, almeno fra gli “internauti”, con strumenti del web (facebook, videoconferenze), ma la nostra Associazione sa (e lo dice) che questa è una soluzione momentanea e parziale, neanche minimamente sostitutiva degli strumenti della democrazia partecipativa rivolti, invece, indistintamente  a tutti – Carlo Di Marco, Presidente Demos