PESCARA – “Con il Decreto Aiuti è stato fatto un grande passo avanti per superare il blocco della ricostruzione post sisma dovuto al problema delle lievi difformità edilizie nei comuni fuori cratere. Peccato, però, che ancora una volta sia entrato in azione il freno a mano tirato dal Partito democratico e dal ministro Franceschini, che continua a porre ostacoli incomprensibili al pieno sblocco della ricostruzione. Da più di quattro anni, infatti, è il ministero guidato da Franceschini ad aver posto il veto alle numerose proposte normative presentate nel tempo e in varie occasioni, per superare il diniego all’autorizzazione a ricostruire e a concedere i contributi per la ricostruzione in presenza di lievi difformità edilizie nei fabbricati lesionati. Per questo sono andato personalmente dal Ministro nei mesi scorsi, prima dell’estate, insieme al direttore dell’Ufficio speciale della ricostruzione, Vincenzo Rivera, per affrontare, sia politicamente che tecnicamente, le conseguenze di questo veto che il Ministero della Cultura faceva sistematicamente calare su ogni proposta. Dopo quell’incontro ci sono stati quasi due mesi di approfondimenti tecnici nei quali tutte le obiezioni del gabinetto del Ministero della Cultura e dei suoi uffici sono state totalmente fugate dalle argomentazioni che abbiamo portato al tavolo. Feci presente al Ministro che su questa posizione, su questa nostra richiesta, c’era il consenso unanime di tutte le parti politiche, di tutti i sindaci, persino del Commissario di Governo, la cui parola evidentemente non è sufficiente per convincere il Governo stesso di cui è espressione. Un consenso sostenuto anche da tutte le categorie professionali che si sono scontrate nella ricostruzione; non c’era nessuna questione ideologica solo pragmatismo e concretezza per far funzionare la macchina della ricostruzione.
Avevamo così predisposto un testo che poteva essere approvato già lo scorso mese di luglio, nella conversione di uno dei tanti decreti legge che ogni due settimane vanno all’approvazione delle Camere. Già in quell’occasione il Governo, per voce in particolare del Ministero della Cultura aveva nuovamente chiesto tempo e rinviato la decisione. Abbiamo atteso il Decreto aiuti e finalmente si è aperta la finestra utile: ho chiesto al gruppo di Fratelli d’Italia di sostenere con decisione questo emendamento e di segnalarlo tra quelli prioritari da porre attenzione del Governo e all’approvazione della Commissione. Ringrazio il gruppo per averlo fatto e aver portato il Governo a dover affrontare definitivamente la questione. Purtroppo anche in questa occasione c’è stato un colpo di coda del Pd. Infatti il parere favorevole del Governo è andato a un testo riformulato sulla base di un emendamento del partito democratico che esclude gli edifici classificati con lettera ‘B’, cioè con lievi danni dal novero degli edifici per i quali consentita la ricostruzione anche in presenza di lievi difformità. Tutto questo significa che la ricostruzione potrà essere solo parziale e che restano ancora numerosi i casi di edifici e aggregati, che essendo classificati con ‘B’, sono tuttora sospesi e per i quali sarà impossibile completare l’istruttoria, a meno che si esprima un diniego e si neghi il contributo alla ricostruzione.
Il risultato è quello di continuare a tenere i centri storici, soprattutto quelli fuori cratere, in una condizione tragicamente simile a quella del giorno dopo del sisma, a cinque anni di distanza. Spero sia l’ultima volta che questo freno a mano tirato dal Pd continui a rallentare e a ostacolare la ricostruzione con i suoi pregiudizi ideologici, impendendo di affrontare e risolvere i problemi. Con il nuovo governo e la nuova legislatura, a maggior ragione con Giorgia Meloni che sarà eletta nel collegio di L’Aquila Teramo, che comprende quasi tutto il cratere sismico del 2009 e del 2016 e inseriremo immediatamente le lettere ‘B’ nel primo provvedimento utile e poi aggiungeremo tutto ciò che fino ad oggi è stato faticoso ottenere e introdurre nella normativa nazionale per sostenere lo sforzo delle amministrazioni comunali e regionali e per completare il processo di ricostruzione”.
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.