ROMA – Stop al pesce fresco a tavola lungo tutto l’Adriatico con il fermo pesca che si estende dal 15 agosto anche al tratto di costa da San Benedetto e Termoli, dopo che la flotta aveva già interrotto le attività da Trieste ad
Ancona e da Manfredonia a Bari. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca nel sottolineare che il blocco delle attività durerà nel tratto tra il sud delle Marche, l’Abruzzo e il Molise fino al 13 settembre. La novità di quest’anno è che – spiega Coldiretti Impresapesca – in aggiunta ai periodi di fermo fissati i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco che vanno da 7 a 17 giorni, a seconda dalla zona di pesca alla quale sono iscritti. Le giornate di stop saranno decise direttamente dai pescatori che dovranno darne comunicazione scritta entro le ore 9 del giorno stesso. L’intero ammontare delle giornate aggiuntive dovrà essere obbligatoriamente effettuato entro il 31 dicembre 2019. In un Paese come l’Italia che importa dall’estero 8 pesci su 10, nei territori interessati dal fermo biologico aumenta così il rischio – sottolinea Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. “Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria ‘carta del pesce'”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “passi in avanti sono stati fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita, ma devono ora essere accompagnati anche dall’indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato” – (ANSA)