Ho ritenuto utile collegare un periodo della civiltà dell’Uomo in cui gli abitatori di questa Europa si raggruppavano in borghi mal collegati fra loro con il periodo odierno caratterizzato da una tecnologia comunicativa che sembra portare coloro che sono connessi, ad una relazione a tutti gli effetti, “scatenata”.
A prima vista siamo agli antipodi: collegamenti (e quindi possibilità di comunicare e relazionare) estremamente ardui nel milleduecento e relazioni senza un attimo di interruzione, oggi.
A ben riflettere non si tratta di opposti.
Perché oggi le comunicazioni, così incessanti e talmente sovrapposte l’una all’altra, finiscono per essere riformulate, modificate o addirittura stravolte dal messaggio successivo.
Provare per credere: qui assistiamo, ormai senza indignarci più, a dichiarazioni che vengono espresse in modo stentoreo ( di quelle destinate ad essere scolpite, neppure dovesse trattarsi di una pietra miliare del cammino fino a Gerusalemme) per poi venire negate o con estrema disinvoltura contraddette con un click: roba da restare davvero basiti.
Siamo passati da chi, se avesse perduto il referendum, avrebbe lasciato e per sempre la politica, a chi mai e poi mai avrebbe mantenuto la poltrona di parlamentare per più di due mandati a coloro che, contraenti del contratto di governo giallo-verde, pur nella diversità delle rispettive impostazioni, non sarebbero mai venuti meno ad un impegno preso con gli italiani al fine di portare a compimento quel cambiamento avvertito da ciascuno come non epocale, in quanto da troppo tempo disatteso.
Il patto era da risultare talmente granitico, da venire reputata superflua una clausola in cui essere specificate le penalità da infliggere alla parte contraente che si fosse resa responsabile della recisione del contratto. (!)
Io vorrei sapere : ma se noi siamo chiamati a votare per dare mandato ai nostri rappresentanti perché, lautamente pagati, superino ogni contrasto che innegabilmente potrà verificarsi in un governo nato da una alleanza fra forze diverse, per quale sacrosanta ragione dovremmo essere “nuovamente scomodati” ad esprimerci?
Per quale strano e imperscrutabile congiungimento astrale i cittadini elettori dovrebbero non rimanere dubbiosi che, come la votazione precedente era stata “roba da ridere”, anche la successiva, tanto seria non sarebbe?
La ragione di tanto obnubilamento mentale dei nostri rappresentanti io l’ho trovata nei messaggini e nei selfie: che importa se domani la penso in un altro modo? Tanto ne mando un altro di comunicato e casomai lo abbino con una foto con il mio faccione rassicurante in mezzo ad un popolo beota plaudente. (?)
Tutto questo, alla faccia dei governati, che vedono salire il proprio livello d’ansia non dissimile da quello dei passeggeri dei Titanic che cercarono scampo, come potevano, da timonieri tanto irresponsabili.
Un suggerimento: domani che è Ferragosto, non mandiamo messaggini e non facciamo selfie : sarà un modo per recuperare quel collegamento con il nostro Medio Evo in cui, date le strade impervie che collegavano i borghi, se ci si spostava, non fosse altro per la fatica che si era dovuta sopportare, se una parola era stata data, quella era e quella restava, almeno per i due o tre secoli successivi.
di Ernesto Albanello