TERAMO – Spiace, ma non stupisce, il dover constatare come il consigliere comunale di Forza Italia Mario Cozzi, abbia colto un’altra preziosa occasione per dare pubblica manifestazione del male antico della politica del Centrodestra teramano: parlare (e giudicare) senza conoscere.
Nel suo improduttivo tentativo di attaccare il Pd, Cozzi mostra di aver a cuore l’apparenza del contenitore e non l’essenza del contenuto.
Del tutto ignaro dell’oggetto della discussione, perché palesa di non aver alcuna conoscenza dei conti del Ruzzo e soprattutto degli atti dell’Ersi, Cozzi cerca di buttarla in caciara richiamando le responsabilità delle precedenti gestioni, allo scopo di sgravare quella attuale di qualsivoglia responsabilità.
E’ un gioco, questo del cercare di coinvolgere gli assenti e di accusare i predecessori, che non serve a nulla, se non a sollevare cortine di fumo per impedire che i cittadini abbiano la chiara visione dei fatti.
E’ il gioco stantìo di chi fa politica senza idee, ma con gli armadi pieni di scheletri, e basterebbe – se volessimo fare lo stesso gioco – ricordare quali siano stati gli effetti dell’illuminata gestione assessorile di Mario Cozzi, ma non è il nostro gioco.
Perché non è più tempo di giochi.
E’ il tempo della serietà, e quella che sta portando avanti il Pd sul Ruzzo, è una battaglia per la serietà e per la verità, una battaglia per la riaffermazione del diritto dei cittadini di conoscere il reale stato della Società che gestisce la nostra acqua.
Perché la soddisfazione che il Cda ha sventolato in conferenza stampa, annunciando che “tutto va bene” è una scorretta rappresentazione della realtà.
Al Ruzzo non va tutto bene.
Ed è paradossale parlare di utili, alla presenza di un debito cresciuto, grazie all’attuale governance, fino a 114 milioni di euro.
Se avesse a cuore le sorti della nostra acqua e il bene dei cittadini teramani, Cozzi sarebbe con noi in questa battaglia, e non farebbe spreco del suo tempo solo per obbedire all’ordine di scuderia venuto da chi, all’interno del suo partito (o da qualche frangia ondivaga) gli ha imposto una difesa d’ufficio dell’indifendibile.
Difesa che Cozzi porta fin oltre la fantasia, come quando sostiene che il Comune di Teramo spende 50mila euro al giorno di stipendi, dimostrando di non conoscere non solo le relazioni sul Ruzzo, ma neanche i conti dell’ente che lo vede seduto in Consiglio.
Nel suo improduttivo tentativo di attaccare il Pd, Cozzi mostra di aver a cuore l’apparenza del contenitore e non l’essenza del contenuto.
Del tutto ignaro dell’oggetto della discussione, perché palesa di non aver alcuna conoscenza dei conti del Ruzzo e soprattutto degli atti dell’Ersi, Cozzi cerca di buttarla in caciara richiamando le responsabilità delle precedenti gestioni, allo scopo di sgravare quella attuale di qualsivoglia responsabilità.
E’ un gioco, questo del cercare di coinvolgere gli assenti e di accusare i predecessori, che non serve a nulla, se non a sollevare cortine di fumo per impedire che i cittadini abbiano la chiara visione dei fatti.
E’ il gioco stantìo di chi fa politica senza idee, ma con gli armadi pieni di scheletri, e basterebbe – se volessimo fare lo stesso gioco – ricordare quali siano stati gli effetti dell’illuminata gestione assessorile di Mario Cozzi, ma non è il nostro gioco.
Perché non è più tempo di giochi.
E’ il tempo della serietà, e quella che sta portando avanti il Pd sul Ruzzo, è una battaglia per la serietà e per la verità, una battaglia per la riaffermazione del diritto dei cittadini di conoscere il reale stato della Società che gestisce la nostra acqua.
Perché la soddisfazione che il Cda ha sventolato in conferenza stampa, annunciando che “tutto va bene” è una scorretta rappresentazione della realtà.
Al Ruzzo non va tutto bene.
Ed è paradossale parlare di utili, alla presenza di un debito cresciuto, grazie all’attuale governance, fino a 114 milioni di euro.
Se avesse a cuore le sorti della nostra acqua e il bene dei cittadini teramani, Cozzi sarebbe con noi in questa battaglia, e non farebbe spreco del suo tempo solo per obbedire all’ordine di scuderia venuto da chi, all’interno del suo partito (o da qualche frangia ondivaga) gli ha imposto una difesa d’ufficio dell’indifendibile.
Difesa che Cozzi porta fin oltre la fantasia, come quando sostiene che il Comune di Teramo spende 50mila euro al giorno di stipendi, dimostrando di non conoscere non solo le relazioni sul Ruzzo, ma neanche i conti dell’ente che lo vede seduto in Consiglio.
Manola Di Pasquale
Presidente PD Abruzzo
Presidente PD Abruzzo