ROSETO – “Il Consiglio di Stato,” esordisce la consigliera comunale dei Liberi progressisti, Rosaria Ciancaione“, con sentenza n. 03193/2025 ha deciso di respingere l’appello presentato dal Comune di Roseto avverso la sentenza del Tar Abruzzo  n. 290 del 6.6.2024, che aveva annullato le delibere relative alla TARI 2023”

“In pratica, ora  non si tratta solo del rigetto della richiesta di sospensiva,  ma,  della sentenza che  impone al Comune di  restituire ai contribuenti la maggiore somma di 85 mila euro  caricata sul pef  con la revisione straordinaria  della tari 2023,  annullata dal Tar e poi confermata dal Consiglio di Stato.

Ma ciò che più rileva è l’operazione di conguaglio con cui dovrà  essere, in esito alla sentenza,  rideterminata complessivamente  la tariffazione,  rispostando la somma di 906 mila euro dai costi fissi  ai costi variabili,  con un balletto di tariffe  per cui  molti contribuenti  si vedranno  addebitare  maggiori somme rispetto a quelle già pagate. 

Una confusione indescrivibile che continua a  minare  fortemente  la fiducia tra cittadini e comune e,   soprattutto in capo tributario, questa non dovrebbe mancare mai, visto che si tratta di  pagamenti che pesano nel paniere di famiglie e imprese e  non di feste di cui potrebbe anche farsi a meno.

La fiscalità non è un balletto, è bene ricordarlo alla maggioranza di governo della città; le somme non si possono spostare  come se si trattasse di un passo di danza e, non a caso,  il comune con la  tari 2024 ha riportato i valori tra costi fissi  e variabili a quelli del 2022,  in un’operazione verità che, però,  sorge il dubbio che possa essere stata determinata dal contenzioso che si è creato per la tari 2023 di cui si parla.

In proposito,  occorre sottolineare che per  le attività produttive  che smaltiscono i rifiuti a propria cura e spese,  è dovuta  la sola quota della Tari relativa ai costi fissi e  va da sè che caricando somme superiori sulla quota fissa si addebitano importi non  dovuti”.

Il Tar, è bene ricordarlo,  aveva accolto  il ricorso presentato dalle associazioni dei balneatori e  operatori turistici,  condannando il Comune anche al pagamento di spese legali, in quanto nelle delibere  annullate, che portano l’unico il voto contrario della consigliera Ciancaione, non erano state adeguatamente motivate le circostanze straordinarie che avrebbero pregiudicato gli obiettivi indicati nel PEF 22-25 né quelle relative allo spostamento della somma di 906 mila euro dai costi variabili ai costi fissi, con la conseguente richiesta  ai cittadini  di somme non corrette per la Tari 2023.

Infine, restando nel campo dei tributi”,   conclude la consigliera,   “vi è da dire che non è stata  ancora restituita la somma di  800 mila euro della tari 2018 della mozione approvata in consiglio nel 2022 in esito alla sentenza del TAR 83/19  mentre si  continuano a spendere centinaia di mila euro per un contenzioso che sembra non avere fine”. 

Rosaria Ciancaione, Capogruppo consiliare Liberi Progressisti

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