Giù il cappello al Comune di Teramo che, in questa fase critica che tutti stiamo vivendo, ha fatto suo il messaggio pasquale  di Papa Francesco: “la misericordia non abbandoni chi rimane indietro”. In questi giorni tremendi che minano alla radice la salute dell’intera comunità, mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, mentre in molti territori si è insinuato proprio il pericolo di dimenticare chi è rimasto indietro, il Comune di Teramo ha saputo offrire delle risposte solidali concrete, immediate, amorevoli. Ancora una volta devo dire “bravi”.

Come dice Francesco, in ogni realtà c’è il rischio che a colpire sia un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente, che si trasmette a partire dall’idea malsana che la vita migliora se va meglio a me, dall’idea folle che tutto andrà bene se andrà bene per me. Si parte da qui e si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso. Questa pandemia ci ricorda però che non ci sono differenze vere e confini reali tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. Lo sappiamo, la realtà è che una piccola parte dell’umanità è andata avanti, mentre la maggioranza è rimasta indietro. E ognuno di noi si trincera dietro delle frasi false, scontate, banali. Per tutti noi la frase più comune è “Non spetta a me”. Anziani, poveri, handicappati, fragili. Una folla enorme. Ma noi tutti ci limitiamo a dire “Non spetta a me”

Oggi viviamo una nuova occasione per far ripartire la città, ricorrendo al suo senso di comunità, e facendo affidamento sull’architrave della sua sussidiarietà: la vicinanza ai più fragili; ai bisognosi che a Teramo sono molto di più di quello che si crede; l’impegno del Terzo settore ai bisogni delle persone e dei territori. Il covid ha creato realtà inimmaginabili. Ha colpito duro su chi vice di commercio e libera professione. Ha creato molti bisogni e nuove povertà. Le reti di solidarietà sociale delle famiglie tentennano e a volte creano uno shock, che chiede una visione sia per affrontare e dare risposte alle urgenze presenti, sia per programmare questi ultimo mesi di isolamento, ma anche per una ricostruzione dei legami sociali in città, e il rilancio di una migliore economia a misura d’uomo, un’economia civile più umana e solidale, che abbia a cuore la centralità della persona, dei territori e un’attenzione costante all’ambiente.

In questo anno di rumoroso silenzio la nostra città ha potuto contare sulla pacata passione dell’assessore Ilaria De Sanctis, che ha svolto un ottimo lavoro dal marzo 2020 fino a oggi, ed ha lavorato senza sosta nell’assessorato chiave di una amministrazione : l’assessorato al sociale. Tutto è inutile, tutto è superfluo, tutto viene dopo, se non c’è conforto per i cittadini che soffrono. I numeri che questo assessorato del comune di Teramo può mettere in campo sono da primato. Risposte concrete. Interventi reali. Puntuali. Segni della grazia di Dio che lavora e dipinge il suo disegno attraverso la mani gli uomini dando conforto, cibo e fiducia a persone bisognose, spaventate e sole che che hanno bisogno”. Assessore che deve dire grazie al personale  che ha risposto “Presente”.

Giù il cappello a queste persone che rendono onore alla città e la rendono più bella e migliore per tutti. Anche per chi – per fortuna la maggioranza – non ha bisogno di loro.

Quello al sociale, ma come d’altro canto tutte quelle realtà del mondo della solidarietà, non è un assessorato da prima pagina, perché svolge un’attività quotidiana che spesso investe l’intimità di tanti concittadini che si trovano in una situazione di svantaggio. Per l’assessore De Sanctis e per i dipendenti del servizio sociale, ogni giorno è una sfida a trovare le migliori soluzioni per chi si rivolge all’ufficio. Spesso – con le situazioni di emergenza sociale che aumentano ogni giorno – sono soluzioni che riescono  a fornire anche grazie alla rete che si è creata con le associazioni del terzo settore.

Molte volte chi non è addentro a un servizio ha difficoltà a comprendere gli iter che si devono svolgere per raggiungere un obiettivo. Tutti i soggetti fragili hanno continuato ad avere i servizi domiciliari e a essere seguiti dai loro operatori. Studentesse e studenti che hanno bisogni speciali, hanno continuato a dare la possibilità di usufruire dell’assistenza scolastica a casa, sempre per 21 ore settimanali. In questo il comune di Teramo è stato l’unico esempio meritevole di lode in provincia e in regione. E’ già previsto il re – finanziamento dei centri estivi che hanno avuto un grande successo lo scorso anno , se possibile rendendo più leggera la retta. Oltre a dare seguito ai decreti ristori il Comune ha consegnato 2000 buoni spesa. Dato questo che fotografa in modo chiaro un dato della nostra città che non tutti, presi e pieni del loro egoismo, vogliono sapere e vedere: accanto a una povertà esistente  pre pandemica, si è stabilizzata una nuova povertà, più difficile da raggiungere, che è quella proprio collegata al covid.  A Teramo si contano  500 nuovi nuclei che si trovano in una situazione di svantaggio economico. Situazione che combacia con i dati che ci forniscono le ultime e recenti statistiche regionali, secondo cui, in Abruzzo, sono più di 10.000 le persone che hanno perso il posto di lavoro.

Se ci guardiamo intorno, se apriamo il cuore, scopriremo che anche a Teramo, vicino casa nostra ci sono bocche da sfamare e drammi familiari. Sapere che la nostra città non si è chiusa, ci sono persone che testimoniano carità verso i più deboli, rende tutta la città migliore, più bella. Io gli dico grazie. Perché “ogni volta che avete fatto questo a uno dei miei fratelli lo avete fatto a me”.

Leo Nodari