L’AQUILA – “Rompo il tabù, questa sentenza la commento. Nella speranza che venga radicalmente rivista. Non si può accettare, da ogni punto di vista, morale, civile, penale che gli aquilani e tutti quelli che con noi vissero la notte incubo del 6 aprile siano stati degli incauti, sciocchi e stupidi”. La dichiarazione è di Stefania Pezzopane, consigliera comunale di L’Aquila che quel 6 aprile 2009 rivestiva il ruolo di Presidente della Provincia. “Secondo quanto deciso dal Tribunale, dopo oltre 13 anni, si scopre che L’Aquila sarebbe stata piena di aspiranti suicidi. A migliaia e migliaia rimanemmo a casa, non per suicidarci, ma perché ci avevano raccomandato di stare tranquilli. Stando alla sentenza – precisa – quelle vittime dovevano uscire da casa e la morte è quindi un po’ colpa loro. Ma di quale colpa? Dovevano uscire? Per andare dove? Per quanto tempo? Per una notte? Per i 4 mesi dello sciame sismico? Io non sono uscita quella notte, avevo paura, ma sono rimasta a casa. Perché eravamo stati rassicurati. Dopo mesi, solo con la pubblicazione delle intercettazioni di Bertolaso abbiamo saputo che quella riunione della Commissione Grandi rischi a L’Aquila ‘era tutta una operazione mediatica’. Non si può sostenere che le vittime del terremoto del 6 aprile 2009 sarebbero state responsabili della propria morte. Quei martiri, come migliaia e migliaia di noi erano in casa, alle 3.32 e da mesi avevamo scosse continue ed in crescendo”.
“Lo stato, attraverso la Protezione civile, lo stesso stato che ha stabilito un 30% di concorso di colpa, ci aveva detto che era bene così, che ‘stava scaricando energia’. In questi anni ci hanno detto e ripetuto che il terremoto non si può prevedere – continua Pezzopane – che la commissione grandi rischi non aveva responsabilità, non potevano darci indicazioni precise. Ma invece quelle vittime innocenti dovevano prevedere ciò che la scienza ha escluso di poter fare ? Il Tribunale riduce i risarcimenti alle famiglie, perché chi è morto avrebbe concorso a causare la propria morte, per comportamento imprudente”.
“Se il comportamento è imprudente, allora il terremoto era prevedibile? E perché Giuliani fu denunciato per procurato allarme e andava azzittito come emerse dalle stesse intercettazioni? E perché lo stato venne a dirci di stare tranquilli a berci ‘un bel bicchiere di Montepulciano rosso’? In questi quasi 14 anni è successo di tutto. Ma ancora nessuno si era permesso di sostenere che gli aquilani avevano avuto un comportamento imprudente, che eravamo in pratica aspiranti suicidi, semplicemente perché abbiamo seguito quanto le autorità nazionali ci avevano invitavano a fare, con tanto di conferenza stampa della Protezione civile. E con tanto di condanna successiva del vice di Bertolaso, De Bernardinis. Abbiate cura di queste persone, di chi quella notte è morto e di chi è vivo e piange da oltre 13 anni chi non c’è più. La città, le istituzioni si stringano attorno alle famiglie. Quella sentenza ci offende, nega l’evidenza dei fatti e fa ricadere su chi non c’è più le responsabilità dello stato e di chi ha mal costruito. Ancora una volta lo stato assolve lo stato”, conclude l’on Stefania Pezzopane.