Sarebbe stato giusto lo 0-0 ed invece il Teramo riesce a perdere al minuto 92° una gara nella quale, vestendosi da formazione operaia (non proprio quella per la quale è stata molto onerosamente costruita), avrebbe però strameritato il pari. E’ bastata una sola disattenzione della difesa (scegliete voi chi, tra Piacentini o Iotti) per permettere a Longo di deviare verso Tomei (colpendo anche male la sfera) il lungo rilancio spiovente dalla mediana, quasi quello della disperazione: la gara era praticamente terminata! Peccato per il risultato, quindi, ma che il Teramo registri 1 solo punto in 5 trasferte (a Rende…), sui 15 disponibili, la dice comunque lunga sul fatto che di problemi ce ne sono, perché se te la giochi a viso aperto, la perdi, e se la giochi per non perderla, la perdi egualmente: fino ad oggi è stato così. E dire che la pretattica di Tedino (stavolta due indizi sono una prova) lo aveva portato a cambiare inizialmente parecchio, non soltanto per aver giocato il vittorioso recupero di mercoledi’, ma proprio per mettere in campo una squadra decisamente più attenta e, quindi, meno propositiva: a Potenza così è stato. Il 4-4-1-1 ha imposto scelte “difficili”, con 5/11 dei titolari schierati contro la Sicula Leonzio, mercoledì, relegati in panchina (Bombagi. Magnaghi, Martignago, Santoro e Di Matteo), senza considerare l’infortunato in più, Cristini. E’ stata un’altra squadra, in pratica, anche tatticamente “ristrutturata”, quasi da post-sisma. Tomei in porta; Cancellotti, Piacentini, Iotti e Tentardini in difesa, Florio, Arrigoni, Ilari (toh, chi si rivede!) e Mungo in mediana, con Costa Ferreira (sì, proprio lui) abbastanza libero di svariare dietro all’isolatissimo Cianci, pronto a poter fare solo a sportellate, perché di più non poteva. Per tutta la prima frazione si registra una sola occasione da rete vera e propria, quella del 35° minuto, quando l’argentino Vuletic, servito in verticale, impegna seriamente Tomei nella respinta in angolo, con un diagonale di sinistro violento, in piena area. Di altre occasioni importanti non ce ne sono, anche se, al primo tiro dalla bandierina per il Teramo, subito, in avvio, Ilari incorna bene tra tanti, deviando sul fondo. Nella ripresa il clichè è assolutamente identico: di tiri in porta manco a parlarne ma ai biancorossi il pari stava bene, e lo si vedeva lontano un miglio. Da annotare soltanto un mare di cambi, dall’una e dall’altra parte, che non sortiscono però effetti. O meglio, ne sortiscono uno soltanto, a tempo scaduto. Non per il Teramo, ma contro.