ROMA, 13 GIU – Sulle strategie vaccinali antinfluenzale e anti-pneumococcica per la stagione 2020-2021, per ora 9 Regioni hanno deliberato regolamenti ad hoc e avviato gare per la fornitura dei lotti di dosi per la vaccinazione antinfluenzale e 5 anche per l’anti-pneumococcica. Il Lazio ha già chiuso la gara ed è la prima. Restano al momento ferme, Friuli, Trento, Marche, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna, Umbria, Toscana, Abruzzo e Molise.
Questo quanto emerge dall’ultimo report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Servizi Sanitari dell’ Università Cattolica, campus di Roma in cui si sottolinea che “in vista dell’autunno e di eventuali criticità che si potranno presentare in caso di una nuova ondata di contagi da coronavirus, assumono estrema rilevanza le strategie vaccinali antinfluenzale e anti-pneumococcica che saranno messe in atto dalle regioni“. Lazio e Campania deliberano l’obbligatorietà per chi ha più di 65 anni; il Lazio anche l’obbligatorietà per gli operatori sanitari e la Campania per bambini 6 mesi-6 anni.

Tali vaccinazioni sono state riconosciute di primaria importanza in epoca Covid dalla WHO e dal CDC, sia per ridurre il numero di pazienti con sintomatologia sovrapponibile a quelle dall’infezione da Sars-CoV-2, sia per ridurre il più possibile la circolazione di altri patogeni respiratori causa di gravi complicanze e comorbidità, sottolinea il rapporto della Cattolica.

Da questo numero – spiega Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione Aziendale alla Facoltà di Economia dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del gruppo di lavoro – abbiamo integrato i profili regionali, iniziando ad indagare come le varie regioni si stanno muovendo in vista della campagna vaccinale antinfluenzale 2020/2021“. E prosegue il rapporto: “Anche se non abbiamo ancora robuste
evidenze scientifiche sulle possibili interazioni tra la circolazione del Covid-19 e dell’influenza stagionale, la raccomandazione di promuovere la vaccinazione antinfluenzale sembra avere un senso sotto il profilo di gestione del Servizio sanitario nazionale. La possibilità di ridurre la pressione sui Pronto soccorso con persone con sintomi che potrebbero essere scambiati per quello del Covid-19, certamente rappresenta un
‘valore’ per chi si troverà a gestire l’emergenza autunnale“.
Molti Paesi europei, si rileva ancora nel report, si aspettano una crescita dell’intenzione vaccinale da parte dei cittadini e sono già corsi ai ripari concludendo accordi strategici con le diverse aziende. Con l’emanazione della tanto attesa Circolare Ministeriale le Regioni hanno avviato, con diverse velocità, i primi passi operativi adottando, anche in questo caso strategie diverse. L’analisi riguarda tutte le Regioni e Province Autonome con un focus dedicato ai territori in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio) – ANSA –