ATRI – Anche in questa quarta ondata Covid il P.O. di Atri è stato determinante nella cura dei malati della provincia di Teramo e non solo. Sono 2 anni che tutto il personale sanitario di Atri è in prima fila nel contrastare il Covid e curare i pazienti, un enorme sacrificio eseguito con spirito di abnegazione anche in questi ultimi mesi dove , a causa delle numerose malattie causate dal potere infettante di Omicron, è stato costretto ad effettuare turni massacranti per sopperire alla carenza del personale che si è contagiato. Ogni turno indossando quelle opprimenti tute protettive che non ti fanno respirare e che, quando finalmente le togli, grondante di sudore ,le butti con rabbia negli appositi contenitori, tornando a casa angosciato dal timore che puoi infettare i propri cari. Fino a quando si dovrà sacrificare il personale di Atri?
Fino a quando si dovrà sacrificare l’ospedale di Atri? Sono 2 anni che il reparto di Cardiologia è chiuso e la Pediatria ridotta a un mero servizio, nonostante le mendaci rassicurazioni che vengono date ogni volta che vengono riconvertiti i reparti. Le mancate riapertura vengono sempre giustificate dalla carenza di personale, ma quel personale che lavorava in quei due reparti è stata trasferito nei reparti Covid, quindi è ancora in servizio e la loro mancata ricollocazione è dovuta solo ad una riduzione generale del personale che ha subito il Presidio di Atri. E’ questa la riconoscenza della Asl di Teramo! Basta con gli attestati di stima e riconoscenza, almeno ridateci l’ospedale che avevamo 2 anni fa, riaprite la Cardiologia e la Pediatria, ridateci gli urologi che effettuavano 750 interventi l’anno, dateci gli anestesisti per fare lavorare i chirurghi e gli ortopedici, pagate le indennità di malattia infettiva al personale che dal 1 gennaio 2021 non le percepisce perché non sono più state finanziate dalla regione che però continua a sborsare 1 milione e 200 mila euro all’anno per ospitare i ritiri precampionato del Napoli calcio, stabilizzate tutto il personale assunto a tempo determinato per l’emergenza Covid senza il quale non saremmo riusciti a curare i pazienti e che dopo tanti sacrifici meritano veramente di avere un posto di ruolo. Siamo stufi di essere presi in giro, abbiate il coraggio di dire pubblicamente se la Cardiologia e la Pediatria riapriranno e soprattutto diteci quando? – FP CGIL del Presidio Ospedaliero di ATRI, Delo Tosi –