TERAMO . Oggi 13 gennaio 2024, alle ore 12:00, nella Frazione Villa Tofo-Sant’Eleuterio della Città di Teramo si è svolta la cerimonia di intitolazione della “Via Gabriele PALANDRANI. Carabiniere Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria. 1926-1949”.

Hanno proceduto allo scoprimento della targa di intitolazione le Autorità presenti (il Prefetto di Teramo – Dott. Fabrizio STELO, il Sindaco di Teramo – Dott. Gianguido D’ALBERTO, il Questore di Teramo – Dott. Carmine SORIENTE e il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo – Col. Pasquale SACCONE) unitamente ai familiari del militare.

Il rito della benedizione è stato officiato da Don Franco – Parroco della Chiesa “Santa Maria in Boceto” della menzionata Frazione Villa Tofo-Sant’Eleuterio.

Il Sindaco di Teramo – Dott. Gianguido D’ALBERTO, che per primo ha preso la parola, ha, tra l’altro, detto che “intitolare questa via al nostro concittadino Gabriele Palandrani vuol essere un riconoscimento del suo sacrificio, in una terra che stava vivendo un momento particolarmente difficile, a testimonianza della presenza dello Stato e della sua battaglia contro la criminalità. Un esempio dei valori incarnati dagli uomini e dalle donne dell’Arma e che oggi vogliamo ricordare e tramandare alle nuove generazioni”.

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo – Col. Pasquale SACCONE con il suo discorso, nel rievocare l’eroico fatto compiuto dal militare, ha affermato che “dedicare una via al Carabiniere PALANDRANI significa soprattutto additare alle generazioni future i valori dell’esempio, della solidarietà e dell’altruismo, valori inestimabili del capitale umano, sui quali si può essere certi di poter investire per una società più giusta e solidale”.

La nipote del militare Esterina PALANDRANI, a nome dei familiari (erano presenti il fratello Amerigo, i nipoti Esterina, Addolorata, Claudio e Gabriele PALANDRANI e Gabriele TROMBINI), ha ringraziato tutti per la calorosa partecipazione, ricordando lo zio che ha potuto conoscere solo attraverso lo scambio epistolare che questi aveva con la famiglia e dal quale emerge una figura di uomo e militare, cresciuto velocemente, con i più alti valori di attaccamento al dovere e spirito di sacrificio.

 

Discorso del  Comandante

Autorità, gentili ospiti, cittadini, facendomi interprete dei sentimenti di orgoglio di tutti i Carabinieri della Provincia di Teramo, rivolgo un deferente saluto a voi tutti, anche a nome del Signor Generale NEOSI, Comandante della Legione Carabinieri “Abruzzo e Molise”, che oggi non è presente per concomitanti impegni istituzionali.

La Vostra presenza contribuisce, senza dubbio, ad elevare il significato di questa cerimonia.

Un saluto deferente e commosso ai congiunti del nostro Car. Palandrani, al fratello Amerigo ed ai nipoti Esterina, Addolorata, Claudio e a Gabriele PALANDRANI, che, tra tutti, porta il nome e cognome del nostro eroico carabiniere e a Gabriele TROMBINI, che lo ha rinnovato nel solo nome, tutti qui presenti e, per la maggior parte, cittadini di Teramo e, come tali, partecipi dell’afflato che suggella questo legame costante tra la città e l’Arma e che consente di rinnovare l’esperienza di poter dedicare un’altra strada ad un nostro glorioso figlio, caduto nell’adempimento del proprio dovere.

Desidero ringraziare, per questo, innanzitutto l’Amministrazione Comunale e la Giunta Comunale di Teramo, nella persona del Sindaco, dott. Gianguido D’ALBERTO e del Presidente del Consiglio Comunale, dott. Melarangelo, nonché la dottoressa Sara FALINI, già assessore ed attuale Consigliere dell’Amministrazione Comunale, attori fondamentali che hanno consentito l’odierna intitolazione.

Un sentito grazie, infine, voglio esprimerlo al Maresciallo Maggiore in congedo Pietro PICCIONI, Presidente della Sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Teramo, che ha supportato in tutto la realizzazione della cerimonia odierna, dimostrando, una volta di più, quanto l’Associazione Nazionale Carabinieri sia una risorsa preziosa nel tessuto sociale cittadino.

Intitolare questa strada ad un decorato dell’Arma consente una narrazione collettiva di eroismo per il Carabiniere PALANDRANI, restituendogli l’onore, del quale, per tanti anni, è stato deprivato, lasciando la sua morte e quella di altri 6 suoi colleghi, nell’oblìo, dopo aver perso la vita nel corso di un vile agguato a Palermo, in località Passo di Rigano.

La strage si inquadra nel difficile contesto sociale del Secondo Dopoguerra. L’eccidio fu consumato alle 21.30 del 19 agosto 1949, alle porte di Palermo, provenendo da Partinico.

Una strada, dunque, di obbligato passaggio verso il centro storico del capoluogo di regione siciliana. Qui il bandito Salvatore GIULIANO, detto “Turiddu”, che, da tempo, aveva avviato un’azione di guerriglia verso i rappresentanti dello Stato, tesa a sostenere un movimento di indipendentismo della Sicilia dalla nostra Madrepatria, fece esplodere una potente mina anticarro.

La deflagrazione investì l’ultimo mezzo, con a bordo 18 carabinieri, di una colonna composta da autocarri pesanti e da autoblindo che trasportavano complessivamente 60 militari del “XII° Battaglione Mobile Carabinieri” di Palermo.

L’esplosione dilaniò il mezzo, provocando la morte di sette giovani carabinieri, provenienti da diverse città italiane, tra cui Gabriele PALANDRANI, classe 1926, da Teramo.

L’agguato fu una vera e propria trappola dopoché la Banda Giuliano, poco prima, aveva attaccato una Caserma dei Carabinieri nell’isolata località di Bellolampo.

L’esito negativo delle immediate ricerche effettuate e finalizzate al rintraccio dei banditi convinse tutti i Carabinieri accorsi dalle Caserme limitrofe a rientrare ma la strategia posta in essere da Giuliano prevedeva una manovra su due fasi: attacco dimostrativo in danno della citata caserma di Bellolampo allo scopo di attirare le forze di polizia in una zona particolarmente aperta e, come tale, adatta ad attentati e il successivo attacco alla colonna di rinforzo sulla via di ritorno.

Per quel tragico evento, il Presidente della Repubblica, il 27 aprile 2017, conferiva “alla memoria” del nostro militare una Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione: “ Con eccezionale coraggio e ferma determinazione, unitamente ad altri militari, non esitava a raggiungere una stazione dell’Arma proditoriamente attaccata da un gruppo di malviventi appartenenti a una temutissima banda armata. Al termine dell’intervento, sulla strada del ritorno, veniva mortalmente investito dalla violenta deflagrazione di un ordigno azionato dai banditi al passaggio dell’autocarro su cui viaggiava. Splendido esempio di altissimo senso del dovere e di elette virtù civiche, spinti fino all’estremo sacrificio”. Passo di Rigano (PA) – 19 agosto 1949 –

La sua morte, dunque, ricordata per sempre come esempio di senso del dovere, spinto all’estremo sacrificio.

Ancora una volta, Sig. Sindaco, questa intitolazione testimonia quanto la comunità di Teramo tenga all’Arma dei Carabinieri e la consideri parte integrante del suo tessuto sociale, consolidando la propria vicendevole vicinanza istituzionale, non dimenticando che dedicare una via al Carabiniere PALANDRANI significa soprattutto additare alle generazioni future i valori dell’esempio, della solidarietà e dell’altruismo, valori inestimabili del capitale umano, sui quali si può essere certi di poter investire per una società più giusta e solidale.

Grazie per questa cerimonia, che non costituisce un mero atto simbolico ma è un reale e concreto riconoscimento a un nostro carabiniere che trova il prestigio che merita nella terra in cui è nato.

Grazie

Col. Pasqual